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ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla terza stagione di 13 Reasons Why.

Chi ha seguito questa discussa serie tv sa quanto siano complicati da trattare alcuni argomenti, perché andrebbero affrontati con tatto e delicatezza. Eppure, a volte, il metodo più efficace per far aprire gli occhi a qualcuno sul peso di certi gesti, è metterlo davanti alla cruda e spietata realtà. Non tutti sono in grado di difendersi, ma non per questo devono essere considerati deboli, perché spesso il vero coraggio sta nel riuscire a rimanere a galla, e nel trascinarsi a riva, seppur lentamente.

Tyler Down (Devin Druid) è un ragazzo fragile, preso di mira a causa delle sue insicurezze, e di quelle di qualcun altro. Prima di precipitare nel buco nero delle sue paure è un giovane desideroso di vivere, un adolescente con delle passioni, e che compie errori, come chiunque a quell’età. Ma Montgomery de la Cruz lo ha già preso di mira, e sono vani i tentativi di non infastidirlo, ignorarlo e cambiare strada. Spintoni, insulti, battutine. Tutto ha inizio così, ma non è nulla rispetto a ciò che darà inizio all’incubo di Tyler.

13 Reasons why

Una scena forte, vera, che sfida chiunque a tenere gli occhi aperti e rivolti allo schermo, quella di 13 Reasons Why in cui Tyler Down perde la sua identità.

Devin stesso ha commentato l’episodio. Tyler diventa nient’altro che il fantasma di sé stesso, furioso con la scuola e tutto ciò che essa rappresenta, perché ha permesso a Montgomery de la Cruz di portargli via la dignità e, ai giocatori di football in generale, di farla franca. Fidarsi delle persone non è più una possibilità, nessuno può capire quello che ha subito o, almeno, è quello che Down pensa. La paralisi che lo attanaglia può avere come unico sfogo la vendetta su chi gli ha fatto del male e su chi non ha nemmeno provato a impedirlo. Frustrazione, vergogna. Non c’è niente per cui valga la pena vivere e, per rompere il silenzio in cui si è chiuso, Tyler progetta ogni cosa: un vano tentativo di recuperare quei frammenti di sé prima di mettere fine alle sue sofferenze.

Ma c’è ancora qualcuno pronto ad aiutarlo, perché il suo grido e i suoi demoni, così come quelli di altre persone non rimangano inascoltati. Clay, Alex, Jessica, Tony, Justin, persino Bryce. Tutti si fanno carico di Tyler, del suo recupero, pur ignorando il motivo profondo di quel gesto. Ma il giovane fotografo continua a rimanere in silenzio, osservando le cose tramite un velo che rende la sua vita opaca, chiusa in una gabbia di paure e incubi. Si rifugia in sé stesso, con le braccia sempre conserte, evita il contatto con chiunque, persino di andare nei bagni per non ritornare con la mente alla violenza subita. Così reagisce il suo corpo, istintivamente.

Tyler Down

Eppure, bracciata dopo bracciata trova il coraggio di portarsi verso la riva.

Jessica e la lotta contro Bryce e la squadra di football, contro il menefreghismo e l’indifferenza che essa rappresenta, diventano anche la battaglia di Tyler. Presenza silenziosa alle riunioni di gruppo capeggiate dalla Davis, in realtà dentro di lui qualcosa si sveglia, inizia a prendere coscienza. C’è ancora una cosa per cui vale la pena vivere e combattere: essere un esempio per chi, come lui, Jessica, Justin e molti altri in quella scuola, è un sopravvissuto. Così inizia ad aprire il suo corpo al contatto: l’abbraccio che, per primo, riserva a Clay dopo la confessione della violenza subita, è dimostrazione del suo coraggio e della volontà di uscire dalla paralisi che lo ha afferrato.

Infine, l’atto più coraggioso di Tyler, il suo “BASTA” definitivo ai soprusi di persone più arroganti, è la denuncia di Monty. L’insicuro e fragile Tyler Down diventa un punto fermo per alti ragazzi. Montgomery viene rinchiuso in carcere e la vera vendetta che il giovane cercava fin dall’inizio, si compie. Dopotutto, come dimostra de la Cruz con il suo gesto estremo (sulla cui traduzione in italiano si è discusso parecchio), le violenze hanno radici in altre insicurezze e nell’odio per sé stessi.

13 Reasons Why

La battaglia di Tyler Down e la sua paralisi possono essere quelle di chiunque. Non esitare a confidarti con qualcuno se, anche tu, hai subito una qualsiasi forma di violenza o discriminazione. Preservati sempre, prima di ogni altra cosa.

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