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Capita spesso, quando guardo un nuovo episodio di Scandal, di sedermi sul divano e di urlare al televisore queste poche semplici parole:

“Watch me choose you!”

Si tratta di una delle frasi più iconiche dell’intera Serie e rispecchia alla perfezione il mio rapporto personale con lo show. In effetti, guardare Scandal non può che essere una scelta. A volte, per niente facile tante sono le emozioni contrastanti in grado di suscitare.

Creata da quel genio del male che è Shonda Rhimes, Scandal, in sintesi, è una Serie che racconta le vicende di Olivia Pope. Una donna forte e caparbia, nota soprattutto per essere in grado di “aggiustare” le vite degli altri. Per questa sua dote particolare, viene chiamata per collaborare attivamente alla campagna politica per l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, correggendo in questo modo la strategia politica in atto. In tutto questo però si innamora della persona sbagliata: Fitz Grant, uno dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti d’America per il quale lavora e che, come se non bastasse, è pure sposato. Tutto poi è messo in discussione dal fatto che questo amore è pure ricambiato. Due persone innamorate e destinate quindi, che hanno scelto il momento sbagliato per farlo (ne parliamo ampiamente in questo articolo).

In attesa della messa in onda dell’ultima stagione (potete trovare alcune informazioni qui),  Hall of Series vuole quindi ricordarvi dieci buoni motivi per amare Scandal.

1) Kerry Washington

scandal

L’interpretazione sublime di Kerry Washington rientra, senza ombra di dubbio, tra le motivazioni principali per amare questa Serie.

Nel corso della messa in onda delle sei stagioni, Kerry Washington è riuscita a calarsi alla perfezione nel ruolo di Olivia Pope, rendendo il personaggio avvincente e ricco di sfumature differenti.

Esemplificativo di quanto detto, è il decimo episodio della quarta stagione della Serie intitolato Run. Pensate a una scenografia scarna, una stanza costruita e arrangiata in modo tale da assomigliare a una prigione. A questo, aggiungete poche parole, tanti silenzi, pochi personaggi e nessuna comunicazione con la realtà esterna. Insomma, un vero e proprio distacco dagli episodi che siamo soliti guardare eppure in grado più di altri a mantenere alta l’attenzione dello spettatore fino alla fine. Si è vista una Kerry Washington diversa, ancora più versatile. Capace di interpretare il leone e l’agnello allo stesso tempo. Un’interpretazione che si fa quindi veicolo scenico di tutte le debolezze e le fragilità che una tale dicotomia comporta.

Centro nevralgico dell’intero episodio è Olivia e ciò che riesce a capire, ma anche e soprattutto a non capire. Non sappiamo nulla di quello che sta accadendo fuori. Tutto sembra in stasi per dare la massima attenzione a quello che succede tra quelle quattro mura che la separano dalla realtà. La sua angoscia, la sua paura sono anche le nostre e così anche il suo desiderio di scappare e di mettersi in salvo da quella situazione così sgradevole.

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