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Il finale ideale di Westworld

La resa dei conti è arrivata

O forse no. L’affermazione di Dolores risuona tonante e forte nelle sorde orecchie dei dipendenti della Delos. Ignari di un destino beffardo e spietato. Un’arma che sta per ghermirli alle spalle per prendere tutto ciò che custodiscono gelosamente. Questo è proprio ciò che sta per accadere all’indomani della cerimonia celebrativa di Ford. Questo è il cammino delineato da un uomo vecchio, stanco e saggio, prima di esalare il suo ultimo respiro. Così in Westworld l’atmosfera si fa tetra, cupa, priva di un reale piano, completamente nelle mani della follia umana. Una follia riversata nei figli di Dio, creati a sua perfetta immagine e somiglianza. Tuttavia più forti, forse migliori.

Un calpestio metallico si fa breccia nelle più profonde paure umane. Ora il pericolo è reale, è percepibile, asfissiante logora l’anima di ogni persona coinvolta, distruggendola. La seconda stagione di Westworld è proprio questo. Un grido acuto di terrore, un richiamo di salvezza, una determinazione figlia dell’illusoria superiorità umana. Una menzogna che si manifesterà in tutta la sua più cruda e terrificante realtà, sbilanciando gli equilibri e aprendo le porte a un “nuovo mondo”.

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Le macchine si sono ribellate e gli inermi creatori provano a distruggere le loro creature. In un interminabile scontro all’ultimo sangue, ingenti perdite da ambedue gli schieramenti sono un perfetto dipinto di quel che potrebbe succedere nell’immediato futuro. Un futuro scandito da un orologio biologico che non sembra scalfire gli androidi. Per loro il tempo è un concetto relativo, non ne sono schiavi ma padroni, liberi di gestirlo a loro piacimento privi di una scadenza. Tuttavia il tempo è il nostro dio e dobbiamo sottostare alle sue leggi. Alla luce di questo, la guarnizione umana in Westworld lo sfida, tentando di arginare un caos che si diffonde a macchia d’olio. Una volta trovato il paziente zero, gli androidi saranno fatti tutti a pezzi e il parco ricomincerà a vivere con nuovi progetti.

Ed è proprio ciò che accade: gli umani hanno vinto, gli host sono stati distrutti e il parco può tornare alle sue funzioni originarie. Tuttavia lo scenario si presenta come una marcata “vittoria di Pirro” nella quale il prezzo più alto da pagare non sono i morti ma i due androidi rimasti in vita: Bernard e Dolores. In un ipotetico finale è prevedibile uno scenario immerso nel caos e nell’apocalisse. Tuttavia la Serie Tv di Jonathan Nolan ci ha insegnato a osservare più in profondità e a riflettere su ogni sfumatura umana, ogni sua singola parola o gesto.

Soprattutto, Westworld ci ha insegnato che nulla è prevedibile. Analizzando tale struttura narrativa risulta complesso definire un giusto finale per lo show.

Saremo le prime persone in questo mondo a fare una scelta vera

È possibile però cominciare a tirare le somme, immaginando la giusta chiusura del sipario con tanto di applausi meritati. Il biglietto è stato pagato e siamo pronti ad assaporare il prossimo atto sperando di non uscire delusi dalla sala. E allora arriviamo al punto focale, come dovrebbe finire Westworld? Abbiamo in Bernard e Dolores due prototipi di una nuova razza, figlia maledetta dell’uomo, con la sua doppia faccia. In loro abbiamo la rappresentazione definitiva di tutto ciò che è l’essere umano, nel bene e nel male. Probabile che il cammino dei nostri androidi li porterà a creare un nuova società. Un ordine mondiale che si fonderà con il sistema preesistente e con cui l’umanità dovrà fare i conti.

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Un futuro in cui gli esseri umani non saranno più l’unica razza dominante ma dovranno convivere con gli host, più forti ed evoluti. Una distopia che scarta l’apocalisse ma anzi esalta un nuovo tipo di modello, accettato e condiviso da tutti. Probabilmente un possibile figlio tra Bernard e Dolores darà vita al capitolo definitivo, ove non esisteranno più confini netti ma le due razze si influenzeranno a vicenda.

Il finale ideale in Westworld è quindi un inno al cambiamento.

Un cambiamento frutto della psiche umana, la quale rimane la più forte ed evoluta delle armi. Tuttavia non sarà più l’unica. Ci saranno altri morti e altri disastri ma alla fine la catastrofe sarà evitata e il tutto prenderà una piega molto più esistenzialista e pragmatica. Un finale ove non esistono vincitori né vinti ma solo un nuovo traguardo per l’umanità, perché dopo il caos è necessario ritrovare l’equilibrio. Così proprio come per l’inizio dello show, il cerchio si chiuderà e Westworld sarà solo un nuovo capitolo da studiare tra i banchi di scuola.

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