Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Weird City » Ma qualcuno ha visto Weird City?

Ma qualcuno ha visto Weird City?

A volte capita di conoscere una Serie Tv di nicchia. La inizi, la finisci, e non trovi nessuno con cui parlarne. Weird City è un perfetto esempio di questo concetto, e merita più notorietà.

La miniserie targata Youtube Premium, con i primi due episodi disponibili per chiunque sulla piattaforma gratuita, è uscita nel 2019 con la prima stagione nella quiete più totale. Il prodotto di Charlie Sanders e Jordan Peele tratta di una città in un futuro distopico, ed è suddivisa in sei episodi autoconclusivi di mezz’ora che raccontano ognuno una vicenda diversa.

È ovvia l’ispirazione a Black Mirror, ma ciò non deve rendervi scettici verso la serie. Weird City tratta ogni argomento in modo molto più leggero della più famosa controparte, usando la comicità per esprimere al meglio le situazioni assurde che i cittadini vivono. Una comicità che diventa quasi grottesca, tanto da lasciare impressionato lo spettatore che si trova davanti qualcosa di totalmente inaspettato.

Perché Weird City ti inganna, e lo fa in modo geniale: l’episodio pilota ha un tratto molto più leggero e positivo rispetto ai quattro successivi, per poi tornare più leggero nella puntata conclusiva della prima stagione. La serie conferisce sicurezza nello spettatore, che utilizza in seguito per lanciare critiche inaspettate e decisamente pungenti sulla società contemporanea e la sua evoluzione.

La trama di fondo è molto semplice: in un futuro non troppo lontano, la città di Weird è suddivisa in due popolazioni; a separarle c’è “La Linea”, un confine tra ricchi e poveri. Sopra di essa troviamo gli Haves, i fortunati. Sotto di essa gli Have-Nots, le persone comuni che vivono in povertà. Il simbolismo non manca: gli Haves possono scendere sotto La Linea ma non vogliono, mentre per gli Have-Nots superarla è un qualcosa che si può verificare solo in rarissimi casi di estrema fortuna. I nomi dei due gruppi parlano per sé (dall’inglese to have, “avere/possedere”), esattamente come il confine che li separa: Weird City non usa giri di parole, non cerca di essere ermetica verso lo spettatore. Vuole che il concetto arrivi in modo diretto. Non importa chi sei, importa se sei Above The Line o Below The Line.

Weird City

Gli interpreti scelti dai due creatori si immedesimano al meglio nei personaggi interpretati, e la recitazione è volutamente esagerata ma gestita con una minuzia impressionante. Partendo da Ed O’Neill (che stranamente non legge il giornale, vero?) e Dylan O’Brien nel primo episodio, scelta intelligente per attirare quanto più pubblico possibile al prodotto. Per poi passare a Gillian Jacobs e Yvell Nicole Brown da Community, Sara Gilbert, Rosario Dawson, Michael Cera, e addirittura una star d’eccezione come Mark Hamill! I produttori di Weird City non hanno badato a spese per il cast e il lavoro è, risultati alla mano, qualitativamente ottimo.

Benché le puntate siano autoconclusive non sembrano discontinue o casuali. Pur trattando aspetti diversissimi di Weird. Tra riferimenti a temi di altri episodi, accenni a certe associazioni, nomi, personaggi, Weird City riesce a trasmettere allo spettatore un senso d’insieme di quella realtà. Fa comprendere perfettamente che sono eventi che coesistono tra loro, o addirittura sono complementari o conseguenze gli uni degli altri.

Temi come la tecnologia, il fanatismo, il cinema, la classe sociale, la privacy, temi forti e talvolta cupi vengono resi da Weird City con una leggerezza tale da far quasi sentire lo spettatore in pericolo. D’altronde, se i personaggi ritengono normali certe cose, perché non potrebbero un giorno diventarlo anche nel mondo reale? Chi dà la certezza che qualcosa, solamente perché ci sembra strambo, non sia possibile? È questo il tarlo che la serie inserisce nella testa di chi la guarda, e le persone che la conoscono sono ancora oggi troppo poche.

Ormai vicina a un probabile rinnovo, nel caso questo non avvenisse il prodotto avrebbe dei buoni collegamenti tramite gli attori per essere acquistato da un’altra piattaforma come Netflix o Prime Video. Magari sperando che nel caso di Netflix in un lavoro più fedele all’originale e non come per Black Mirror (che forse ha venduto l’anima? Ne parliamo qui) ma per il momento non c’è alcun motivo per temere il peggio.
Il più grande punto dolente di Weird City è se e come continuerà. Nelle mani di Sanders e Peele troviamo una minuscola perla che non deve rovinarsi prima di venir scoperta dal mondo.

Speriamo la perla non sia un uovo, e che da quell’uovo non esca una larva.

LEGGI ANCHE – Non solo Weird City nell’umorismo surreale: la disastrosa rivoluzione di Community tra la terza e quarta stagione