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#VenerdìVintage – Gli esordi assurdi di Giancarlo Esposito

C’era una volta un genio innamorato di una strega malvagia, un trafficante di droga multimiliardario, un ragazzo del ghetto. Cosa hanno in comune questi personaggi? Quattro parole: Giancarlo Giuseppe Alessandro Esposito.

Classe 1958, da parte di padre ha sangue napoletano che gli scorre nelle vene, e il jazz dell’Alabama afroamericana da parte di mamma, cantante gospel. Il successo gli bussa alla porta già da bambino, quando debutta a Broadway con alcuni spettacoli teatrali di buon successo.

Era il lontano 1979  la prima apparizione nel mondo del cinema, con una piccola parte nel film Running – Il vincitore, storia di un corridore alla maratona nei Giochi olimpici di Montréal.

Il patinato The Cotton Club scritto e diretto da Francis Ford Coppola nel 1984 lo vede danzare a passi di jazz nel famosissimo night club americano, al fianco del giovane suonatore di cornetta Dixie (un fanciullino Richard Gere).

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The Cotton Club

Quattro anni dopo inizia la lunga collaborazione con il re dei film politici, Spike Lee, in Aule Turbolente, altro musical ma lontano anni luce dalle atmosfere lussuose del Club.

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School Daze – Aule Turbolente

Un diverso ruolo impegnativo nel 1989 in King of New York di Abel Ferrara, film denuncia sul narcotraffico gestito da Frank White (White…White… Cosa ci ricorda?!); e nello stesso anno Mister Lee lo ingaggia per Fa’ la cosa giusta e la sua carriera svolta vorticosamente.

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Do the Right Thing – Fa’ la cosa giusta

Nel 1990 di nuovo Mo’ Better Blues di Lee, sempre a tema musicale, al fianco di Denzel Washington, la cui colonna sonora eccezionale (da A Love Supreme di John Coltrane, agli arrangiamenti del compositore Terence Blanchard) beccano una nomination ai Grammy dello stesso anno.

Nel Malcom X del 1992 interpreta Thomas Hayer, uno degli assassini del predicatore. L’attore ha dichiarato di aver subito molte pressioni durante le riprese da parte della Nation of Islam, per le voci mai giustificate sulla teoria del complotto alla base dell’omicidio.

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Malcom X

Intanto arriviamo ai giorni nostri, saltando qualche migliaio di apparizioni filmiche (Esposito è un vero stacanovista, impossibile stargli dietro), e nel 2016 ha partecipato con un cameo d’eccezione nel film dei nostrani The Pills per la loro opera prima The Pills – Sempre meglio che lavorare, ovviamente nel ruolo del Boss! E anche la Disney lo ingaggia nello stesso anno, o meglio, ingaggia la sua voce per il doppiare personaggio di Akela nel remake live action Il libro della giungla diretto da Jon Favreau.

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The Pills – Sempre meglio che lavorare

La sua infinita carriera cinematografica si alterna ad apparizioni in varie serie tv, tra le principali ricordo titoli del calibro di Miami Vice, C.S.I. Miami, Lie to me, Community

…Ma veniamo al succo del nostro discorso: le serie tv! Partiamo dalla più recente, Revolution, in cui Esposito interpreta Tom Neville, un capitano della milizia nella serie sci-fi dall’atmosfera ucronica cancellata dopo solo due stagioni.
Peccato! Il ruolo di militare incorruttibile gli calzava a pennello!

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Revolution

E se vi dicessi Once upon a time? La Regina Cattiva e lo Specchio Fatato durante gli episodi nella Foresta Incantata? O l’alter ego Genio di Agrabh? O Regina con il suo fidato consigliere/spia a Storybrooke? È stata un’esperienza molto formativa per l’attore, messo alla prova in ruoli fantasy e dal gusto un po’ retrò. Io, personalmente, l’ho amato tantissimo e ho pianto ancora di più nella scena in cui Regina confessa al Genio il suo malefico piano per la conquista del regno, che con l’amore per lui aveva poco a cui spartire.

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Once upon a Time

In Breaking Bad invece il re incontrastato, prima della presa di potere di Walter, è solo lui: Gus Fring, il cileno padrone della catena fast food  Los Pollos Hermanos. L’interpretazione vale ad  Esposito un Drama Choice Awards oltre  alla candidatura agli Emmy Awards nel 2012. Inutile soffermarci su di lui vero? Ci ricordiamo sin troppo bene il gelo dei suoi occhi, la mancanza di empatia, il terrore dei suoi sottoposti… Il volto imperturbabile dell’attore è qualcosa di indescrivibile, o si ama o si odia un soggetto così.

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Breaking Bad

È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! E Giancarlo ci riesce benissimo!