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#VenerdìVintage – Ti sblocco un ricordo: Ape Maia

I cassetti della memoria si riempiono man mano che gli anni passano. Ci sono cose belle, cose brutte o cose che semplicemente sono lì perché è giusto che ci siano. Aprire i cassetti della memoria e trovarvi i ricordi della nostra infanzia è ritrovare un mondo che credevamo perduto per sempre. Tutto ciò che è necessario fare è chiudere gli occhi e guardarci dentro. Questo è anche lo scopo della nostra rubrica: Ti sblocco un ricordo. Vogliamo portarvi indietro nel tempo, vogliamo entrare nella vostra mente e visitarla insieme a voi. Vogliamo aiutarvi ad aprire cassetti della memoria che non ricordavate di avere, nel grande armadio della vostra vita seriale (come abbiamo fatto con Lupin III e Sampei). Chiudete gli occhi quindi e iniziate a immaginare, non prima però di aver letto la parolina magica che sbloccherà il vostro ricordo, il titolo della serie tv di cui oggi vi vogliamo parlare. Prima di rivelarvelo però, continuate a immaginare una voce di donna che canticchia un ritornello tanto dolce quanto familiare: “Vola vola vola l’Ape Maiaaaa, gialla e nera, nera e gialla tanto gaiaaa”. Sì avete capito bene, oggi vi sbloccheremo un ricordo dolce come il miele, quello dell’Ape Maia.

Il cartone animato che vede protagonista l’insetto giallo e nero è tratto dai racconti Le avventure di Ape Maia e Il popolo del cielo, dello scrittore tedesco Waldemar Bousels. La serie tv fu realizzata in co-produzione giapponese e tedesca dalla Apollo Film e dalla mitica Nippon Animaton. In Giappone fu trasmesso nel 1975, mentre arrivò in Italia nel 1979, trasmesso dalle reti Rai. Nel nostro stivale, i simpatici disegni di Marty Murphy e la celebre canzone cantata da Katia Svizzero conquistarono da subito il pubblico dei giovanissimi. Questa serie animata fu molto amata dai bambini, non solo per la sua storia, ma anche perché racchiude contenuti fortemente educativi e pedagogici. Maia è una piccola e vivacissima ape, protagonista di divertenti avventure che ricalcano un insegnamento, certo chiaro, ma non pedante: cercate di seguire i consigli dei più grandi, di essere solidali con i meno fortunati e soprattutto rispettate la natura e l’ambiente.

La nascita dell’Ape Maia

Diciamo la verità: L’Ape Maia è unno dei più bei ricordi che ha accompagnato la nostra infanzia. Nonostante la sua età, la serie tv riesce a mantenere ancora quella dolcezza e quella voglia assoluta di vederla che la rende un’opera immortale. La trama è abbastanza semplice e, per la sua godibilità, riesce a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine. Una storia tanto lineare, quanto efficace. Subito dopo la nascita Maia, insieme ad un gruppo di piccole api, viene affidata alle cure di Cassandra, una dolce ape-maestra, che ha il compito di badare ai nuovi venuti e insegnare loro quanto è necessario sapere sulle regole e le normali attività dell’alveare. All’Ape Maia però, bastano pochi giorni per capire che la vita all’interno del suo alveare, con le sue troppe regole e le normali e monotone attività di ogni giorno non fanno proprio per lei. Così, curiosa di vedere cosa c’è oltre quella prigione dorata e mielosa, decide di partire all’avventura, accompagnata dal suo amico Willi, una svogliata e fiacca ape.

Dopo tanto vagabondare, entrerà a far parte di una piccola comunità di insetti e fra ragni suonatori di violino, farfalle vanitose, madri coccinelle apprensive, scarafaggi stercorari felicemente coniugati, topi con gli occhiali, ma soprattutto grilli esuberanti e con un cilindro in testa, si costruirà una nuova e più movimentata famiglia con cui vivere. Un intero mondo che la vedrà coinvolta, puntata per puntata, in nuove scoperte, nuovi viaggi, temuti pericoli e incredibili situazioni. Il tutto sempre all’insegna dei buoni sentimenti. Per quanto riguarda la parte tecnica, i colori accesi e vivaci che fanno da sfondo a questo cartone lo proiettano direttamente nel novero degli anime per bambini più visti di tutti i tempi, al pari di pietre miliari del genere come I Puffi e Heidi. Se analizziamo poi il messaggio che vuole veicolare la produzione, la serie tv è quanto mai attuale.

ape maia

Molto più di semplice intrattenimento per bambini

L’Ape Maia, infatti, non è solo un cartone animato di intrattenimento. Si possono rintracciare benissimo delle visioni esopiche dell’opera, ovvero raccontare in una fiaba con protagonisti degli animali, i vizi e le virtù del genere umano. Questo è il tema fondante di questo anime, indorare ai bambini la pillola della morale. E tutto questo grazie a una protagonista che sorprende in ogni suo apparire negli episodi, contornata da splendidi disegni e un doppiaggio fatto in maniera splendida. La serie tv cerca quindi pedagogicamente di educare e informare i più piccoli su temi e principi che stanno alla base dell’umano convivere. Decisamente rilevante è infatti il contesto sociale, scenografia dietro la quale si dipanano tutte le storie della piccola ape bionda. Gli anni di lavoro che i creatori giapponesi Endô e Saitô, hanno speso per disegnare e ideare le avventure dell’Ape Maia sono stati anni ben spesi, che hanno portato frutti carichi di succo pedagogico.

I due sceneggiatori e disegnatori nipponici sono due veri precettori dell’animazione, che si ispirano a molli e familiari tratti e a confortanti atmosfere lineari. I fondali dell’anime, ad esempio, sono semplicissimi e quasi primitivi riempimenti di colore. Per la serie infatti non è importante l’ambiente in cui si svolgono le vicenda, ma piuttosto è fondamentale intrecciare la vita di differenti insetti fra di loro, rispettando fortemente la cultura e gli usi di ognuno di loro. Non esiste razzismo. Tutti i personaggi sembrano destinati fin da principio a formare una grande famiglia. Il segreto dell’Ape Maia sta nel riuscire a catturare i più piccoli, sebbene la visione andrebbe consigliata agli adulti oggi più che mai, con una meravigliosa spontaneità. La serie tv è permeata da tolleranza, dialogo e origine comune dei sentimenti che va aldilà del numero di zampe possedute o della possibilità di avere o meno un paio di ali per volare lontano.

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