ATTENZIONE! Evitate la lettura se non volete imbattervi in SPOILERS di True Blood
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Le mode vanno e vengono e il genere vampiresco è stata una moda decisamente importante. Il fascino dei mostri succhiasangue ha trovato, negli anni 2010, nuova linfa vitale e un filone molto prolifico nel mondo letterario, cinematografico e si, anche seriale. Se, infatti, uno show come Buffy The Vampire Slayer (potete recuperare la serie sul catalogo Disney+) rappresentava i vampiri come esseri dannati e terrificanti, per quanto drammaticamente romantici, nel caso di opere come Twilight o The Vampire Diaries i vampiri diventano dei vegetariano desiderosi solo di un po’ di amore. True Blood, prodotta da HBO, riprendeva invece la creatura gotica infondendola di una ritrovata sensualità. I vampiri basati sui romanzi di Charlaine Harris, infatti, si dividono tra chi è alla disperata ricerca di redenzione e vuole realmente integrarsi nella società umana e chi, piuttosto, risponde ai propri primordiali istinti.
Sono creature della notte ma non vivono affatto nascosti e isolati. Grazie, infatti, all’invenzione del “True Blood”, un sangue sintetico prodotto in Giappone, i vampiri possono vivere apertamente tra gli umani senza bisogno di nutrirsi di loro. Eppure la convivenza non è priva di attriti. Anche gli esseri umani, di fatto, si dividono in due fazioni. In gran part l’una drasticamente opposta all’altra. Da alcuni, i vampiri sono visti come mostri, mentre da altri sono idolatrati, spesso persino in modo inquietante. C’è chi protegge il proprio orticello scacciando con i forconi gli outisider-vampiri e chi invece è più che pronto a diventare uno schiavo erotico e girare il sequel di Eyes Wide Shut.
l fulcro della serie è Sookie Stackhouse, una giovane cameriera di Bon Temps dotata di un dono molto particolare: può leggere la mente delle persone.
La sua telepatia, però, le rende difficile qualsiasi tipo di rapporto o relazione. Fino a quando non incontra il vampiro Bill, di cui non riesce a leggere i pensieri. Immediatamente affascinata dal misterioso sconosciuto arrivato in città, Sookie si lascia trascinare nel vortice di intrighi e pericoli delle creature notturne rimanendone inevitabilmente invischiata a causa dei suoi poteri. Tutti vogliono Sookie. Umani, vampiri, lupi mannari e persino le fate se la contendono. Roba da matti visto che Sookie sarà tanto brava ma diciamo pure che non è esattamente la prima della classe.
Man mano che la serie prosegue, quindi, True Blood intreccia la storia di Sookie a un vasto pantheon di creature sovrannaturali, tra cui licantropi, mutaforma, streghe e menadi persino. Ogni stagione aggiunge strati al mondo già ricco e complesso della serie, intrecciando misteri, lotte di potere e dilemmi morali. Il cuore pulsante dello show rimane il viaggio personale di Sookie. Il suo legame con Bill, e successivamente con Eric, rappresenta il suo conflitto interiore tra il desiderio di normalità e la sua attrazione viscerale per l’ignoto.
Chi si ricorda True Blood?
True Blood ha ridefinito il genere vampiresco sul piccolo schermo, combinando sesso, violenza e sovrannaturale. La serie non ha mai avuto paura di osare, distanziandosi dall’approccio young adult molto gettonato in quel periodo per favore un tono estremamente provocatorio e adulto. In aggiunta a uno stile unico (come la sigla iniziale che utilizza una canzone di Jace Everett). Nonostante alcune critiche per i toni eccessivi e le sottotrame confuse nelle stagioni finali, la serie tv creata da Alan Ball ha lasciato un’impronta indelebile nella pop culture moderna.
Sookie viene introdotta nello show come una ragazza innocente, un po’ strana magari ma genuina e autentica. Una ragazza del sud che si prende cura del fratello playboy e della nonnina ma che anche in grado di farsi valere e difendere la propria indipendenza. Intelligente, coraggiosa e sicura delle proprie scelte, Sookie è un personaggio femminile decisamente più credibile rispetto a una Bella Swan di turno. Anche quando si innamora del vampiro Bill ed è trascinata nel suo mondo, la ragazza non si fa mai mettere i piedi in testa né tantomeno si lascia facilmente intimidire. Anche la loro relazione, tra alti e bassi, viene raccontata in maniera schietta, anche a costo di evidenziare i numerosi atteggiamenti tossici del buon William Compton.
Il grande punto di forza di True Blood, d’altronde, sono sempre stati proprio i personaggi. Non solo Bill e Sookie ma anche Eric e Pam, Lafayette e Tara, Jason e Jessica. Ognuno di loro ha contribuito a rendere lo show la piccola gemma ingiustamente dimenticata che è.
Nella saga letteraria, così come nella serie tv, i personaggi costituiscono il cuore della vicenda. Nessuno di loro esiste solo in funzione di qualcun’ altro ma è protagonista attivo della sua vicenda, della sua storyline. Proprio sui personaggi gli sceneggiatori hanno focalizzato, giustamente, tutta la loro attenzione. Per le prime quattro stagioni almeno. Sookie rappresenterà sicuramente l’epicentro del microcosmo di True Blood ma attorno al suo Sole ruotano numerosi pianeti altrettanto affascinanti e complicati. Non solo. Moltissimi di questi stessi personaggi e dei rapporti che li legano diventano metafora per trattare di ben altri argomenti come la politica, la religione, l’identità e l’intimità. Il tutto attraverso la lente della magia e del sovrannaturale.
Allora dove è andato tutto a rotoli?
Il declino dello show inizia a farsi sentire con l’inizio della quinta stagione. Quando quella stessa attenzione riservata ai personaggi inizia a spostare il suo focus verso plot decisamente più ampi. In maniera sempre più evidente, i protagonisti diventano il contorno delle trame politiche, dei colpi di stato e dei conflitti religiosi. Contrariamente a quanto, invece, era stato True Blood fino ad allora. Soprattutto è Sookie a farne le spese. Dal momento in cui viene rivelata la sua vera natura di fata, infatti, la protagonista sembra perdere quell’unicità che l’aveva contraddistinta.
Come essere umano, Sookie rappresentava la voce fuori dal coro, la creatura normale che aveva messo un piede in una dimensione di mostri e altri esseri anormali e da cui ne era uscita più volte vittoriosa. Ora, non solo si scopre che anche lei, in fondo, è sempre stata una creatura di quel pantheon ma che la sua riscoperta natura fatata non è neppure così interessante.
La storyline sulle fate è proprio questo. Semplicemente un’altra sottotrama che riduce il ruolo centrale di Sookie e finisce con l’annullarlo persino. Come se non bastasse la sottotrama fae di Sookie porta a un’altra sottotrama che a sua volta è collegata a un’altra ancora. Il legame che avevamo instaurato con la protagonista viene totalmente spezzato, in favore di una ricerca dello scioccante a ogni costo che invece lascia spazio solo a un sonoro sbadiglio. Più le stagioni andavano avanti, più i pericoli e le minacce da affrontare apparivano esasperanti e forzate. Per non dire inverosimili anche rispetto a un mondo immaginario in cui i vampiri girano a piede libero. Volete un esempio?
A un certo punto viene introdotto il governo dei vampiri, formato da una setta di estremisti che sta cercando in tutti i modi di riportare in vita Lilith, dea vampira, per dominare così il mondo intero. Direi che non c’è bisogno di aggiungere altro.
All’inconsistenza delle storie raccontate dalla quinta stagione in avanti si collega anche un involuzione di quasi tutti i personaggi. Da Sookie a Bill passando per Jason, i protagonisti di True Blood hanno preso una metaforica botta in testa collettiva tale che ha cancellato loro la memoria sulla strada percorsa. Ogni qualsivoglia arco evolutivo viene ridotto in cenere e sparso in mare facendoci domandare: sto ancora guardando lo stesso show?
Ma quindi come finisce True Blood?
Il series finale arriva come una stanchissima bandiera bianca. Rivolta tuttavia a un pubblico che non è esattamente incline al perdono. Pensando a breve termine e non al lungo termine, True Blood finisce per trascinarsi per altre due stagioni senza una trama ben precisa o un’idea in mente. La settima stagione, di cui onestamente la mia mente ha deciso di cancellare il ricordo per salvaguardarsi, non chiude di fatto nessuna storyline in maniera soddisfacente. Siamo piuttosto dalla parte delle famigerate pezze nel deretano.
Nell’ultimo episodio, Sookie si trova a fare una scelta difficile riguardo a Bill. Il vampiro, ormai malato di epatite V e consapevole che la sua condizione è senza speranza, chiede a Sookie di usare il suo potere fatato per ucciderlo. Crede che liberarla dai suoi poteri le permetterà di vivere una vita normale e felice. Tuttavia, Sookie decide di non rinunciare alla sua essenza fatata, ma accetta comunque di porre fine alla sofferenza dell’ex innamorato. Nel cimitero vicino casa, usando un paletto, lo uccide nella tomba di famiglia, lasciandolo finalmente morire accanto alla moglie e al figlio.
Eric e Pam ottengono il controllo completo sulla New Blood, la cura derivata dal sangue di Sarah Newlin. Utilizzano il nuovo sangue sintetico per fare affari accumulando così ricchezza e potere. Sarah stessa, intanto, viene tenuta prigioniera come “mucca da latte” per il suo sangue curativo, perseguitata dal rimorso e da visioni dell’ex marito Steve. Gli altri protagonisti sono sostanzialmente non pervenuti. Sam non compare neppure nel finale di serie.
L’episodio si conclude con un salto temporale di alcuni anni nel futuro.
Jason si è sposato con Brigette e hanno tre figli. Mentre Sookie sembra finalmente vivere una vita normale: è incinta e circondata dalla famiglia e dagli amici durante una cena del Ringraziamento. Non viene mostrato chi sia il padre del bambino, lasciando aperta l’interpretazione. Eppure non tutti hanno gradito, anzi praticamente nessuno. Il finale di serie ha scatenato una vera e propria bufera tra i fan che si sono detti insoddisfatti e delusi da come le storyline siano state frettolosamente gestite. In fondo True Blood non ha mai avuto una vera chiusura.