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The West Wing for dummies

L’articolo contiene spoiler di The West Wing

La politica è uno dei temi più complicati affrontati dall’uomo da che se ne ha memoria. Le moltitudini di leggi, gerarchie amministrative, separazioni dei poteri nei vari stati, accordi internazionali e emendamenti, rende il tema un vero tomo come pesantezza. The West Wing, serie televisiva del 1999 creata da Aaron Sorkin, decise di portare il tema della politica davanti al grande pubblico. Un obiettivo tanto nobile quanto complicato davanti a un pubblico statunitense tutt’altro che aperto al tema. E se i nostri amici oltreoceano avevano difficoltà, per noi italiani comprendere i temi e le situazioni in questa serie politica è ancora più complicato. Anche per questo, oggi, siamo qui per accompagnare i fan della serie in un riassunto atto a spiegare e raggruppare tutti i punti focali di questo prodotto.

Perché si chiama The West Wing?

La prima domanda ha una risposta molto semplice: l’ala ovest della Casa Bianca a Washington è quella adibita agli uffici dell’amministrazione e quello ovale del presidente degli Stati Uniti. Il titolo, infatti, non è a caso perché la serie mette in chiaro fin da subito che l’argomento trattato sarà tutta l’ala ovest e coloro che vi lavorano. Il presidente degli Stati uniti è Josiah Bartlet, interpretato da Martin Sheen, affiancato da un cast di tutto rispetto che andremo ad analizzare meglio dopo.

La serie comincia mentre il primo mandato di Bartlet, i quattro anni nei quali si è al potere dopo le elezioni, è già in atto. E nel corso delle sette stagioni verranno mostrati gli altrettanti anni rimanenti al comando degli Stati Uniti da parte del presidente per un totale di otto anni. Bartlet viene infatti rieletto una seconda volta, ma a causa delle leggi statunitensi nessun presidente può rimanere in carica per più di otto anni.

Le sette stagioni: prima e dopo Aaron Sorkin

The West Wing

The West Wing viene divisa da tutti i suoi spettatori più accaniti in due grandi blocchi.

Il primo comprende la prima, seconda, terza e quarta stagione. Durante questo periodo era Aaron Sorkin a gestire la serie, avendo bene in mente una trama a lungo termine sin dai primi episodi trasmessi. Si può infatti notare come il rapimento di Zoey alla fine della quarta stagione fosse stato accennato come possibilità durante le primissime puntate. Questo blocco è di solito il più amato dai fan avendoci mostrato alcuni dei migliori archi narrativi della serie. Tramite dei flashback abbiamo visto come si sono conosciuti i personaggi prima della campagna elettorale. Il Presidente Bartlet ha dovuto annunciare al mondo di essere affetto di Sclerosi Multipla mentre stava ancora piangendo la morte della sua segretaria. E ultimo, ma non per importanza, l’uomo riesce a essere rieletto nonostante un timore verso il defunto padre che limita le sue azioni e ambizioni.

Il secondo blocco, comprendente la quinta, sesta e settima stagione, è un po’ la nuova era del prodotto. Dopo che Aaron Sorkin lasciò la gestione della serie, varie persone cercarono di prendere le redini in modo collettivo cambiando il tono del prodotto. In queste stagioni i dipendenti dell’amministrazione si dividono. Chi per motivi di salute come Leo, chi come Josh, Donna e Will si concentra su nuovi candidati per essere i successori di Bartlet. Queste stagioni sono create per dare un senso di conclusione ai due mandati del presidente e si concludono con le elezioni di Santos e l’arrivo della nuova amministrazione alla Casa Bianca con tanto di passaggio del testimone.

Una brevissima descrizione dei personaggi

The West Wing

Punto focale della serie, ancora più della politica, sono i volti che scorgiamo all’interno delle vicende. Il presidente non è l’unico, anzi, i vari membri dello staff e i rispettivi familiari hanno dei ruoli centrali e fondamentali a rendere il mondo più vivo e realistico che mai. Se volete sapere la nostra sui migliori cinque potete leggere qui, ma proveremo a descriverne il più possibile anche se in breve.

I Bartlet: Josiah “Jed” Bartlet è il presidente della serie, un uomo cattolico e di buon cuore con la totale inesperienza in campo militare ma una grande mente ad aiutarlo. È un premio nobel per l’economia e ha la tendenza a diventare il padre figurativo di tutti coloro che lavorano per lui. È sposato con Abbey Bartlet, medico chirurgo con una grande mente che sfida in continuazione il marito anche solo per il gusto di farlo. First Lady che non accetta di essere messa in secondo piano e sa come mettere in riga anche il presidente. I due hanno tre figlie: Elizabeth, Ellie e Zoey. Quest’ultima è particolarmente centrale nella serie a causa del suo rapimento durante la serie e la sua relazione altalenante con Charlie, l’assistente personale del padre.

L’amministrazione: Leo McGarry è il capo dello staff, nonché grande amico del presidente sin dai tempi del college. Sa alternare perfettamente il ruolo di leader sui sottoposti e di assistente al presidente anche grazie al suo passato come militare. Josh Lyman è il vice di Leo, il suo ruolo all’interno dell’amministrazione è gestire qualsiasi incontro di livello troppo basso per McGarry e riferire a lui, coordinandosi anche con altri settori. Nel corso della serie lascerà il suo impiego per supportare un candidato al ruolo di presidente dopo Bartlet. Toby Ziegler e Sam Seaborn sono rispettivamente il direttore e vice direttore delle comunicazioni, a loro spetta il compito di scrivere ogni discorso del presidente e trovare le giuste parole per ogni situazione. Nel corso della serie Sam viene sostituito da Will Bailey con il medesimo incarico. C.J. Cregg, infine, è la portavoce della Casa Bianca. È colei che parla alla stampa e fornisce loro le notizie giornaliere o in caso di emergenza.

Altri personaggi alla Casa Bianca: Mrs. Landingham è la segretaria del presidente, amica e quasi sorella ancora da prima che conoscesse Leo. La sua morte è un punto di svolta per Bartlet nella sua fede cristiana e gli ideali come politico. Verrà sostituita da Debbie Fiderer. Charlie Young è un ragazzo che cerca lavoro come portagiornali ma tramite Josh diventa l’assistente personale del presidente, è un ragazzo nero orfano di madre che prenderà Jed come figura paterna nel corso della serie, fidanzandosi anche con la sua terzogenita. Donna Moss è la segretaria di Josh, con poca esperienza politica e una parlantina sempre in cerca di risposte o critiche al suo capo. Deciderà di abbandonare anche lei l’impiego per cercare un nuovo candidato per le elezioni presidenziali.

I due successori: durante la sesta stagione scopriamo che il candidato repubblicano alle prossime elezioni sarà Arnold Vinick, mentre quello democratico Matt Santos. I due personaggi partono come piccoli stereotipi dei loro partiti, ma durante l’ultima stagione il pubblico e anche i membri dell’amministrazione Bartlet si troveranno indecisi tra chi supportare. Un chiaro esempio è l’opinione dei due sul diritto di aborto. Vinick supporta la libertà di decisione da parte della donna, punto di vista appoggiato da molti democratici, mentre Santos ritiene che la nascita del figlio sia un diritto sin da quando è concepito, discorso decisamente più repubblicano. Alla fine a spuntarla sarà Santos anche grazie all’aiuto di Josh come suo capo dello staff.

Cosa accade, in pratica, in The West Wing?

Nulla di sovrannaturale o magico. La serie racconta sette anni in cui l’amministrazione Bartlet cerca di fare il meglio possibile per l’America e i suoi cittadini. Una puntata di norma inizia con i personaggi che cercano di far passare una legge o ottenere dei voti e per farlo intavolano degli incontri con altri politici nel senato o nei vari stati degli USA per ottenere il loro supporto. Questo perché in America, nonostante il ruolo, il Presidente degli Stati Uniti non ha potere totalitario. Per portare effettivi cambiamenti serve un alto numero di voti nelle varie sedi amministrative, soprattutto il senato.

Non mancano le trame portate avanti per più episodi come i tentativi di bandire i porti d’armi, o addirittura per tutta la serie, come la Sclerosi Multipla del presidente. Quel che viene raccontato durante ogni puntata di The West Wing è l’impossibilità quasi totale che una decisione sia completamente giusta o completamente sbagliata. Durante gli incontri i membri dell’amministrazione e quelli dall’altra parte delle scrivanie portano avanti valide argomentazioni con le quali potrete anche concordare. Questo perché molti personaggi in quel mondo vogliono fare del bene ma hanno un’idea diversa di quale strada percorrere.

Gli anni precedenti

Toby Ziegler

La serie di Aaron Sorkin inizia durante il primo mandato di Bartlet, ma non per questo gli anni passati sono lasciati al caso, anzi. Tramite numerosi flashback ci vengono mostrati momenti antecedenti dei personaggi, soprattutto durante la terza e quarta stagione. Inoltre, tramite diversi discorsi nella serie, vengono nominati eventi che aiutano a definire meglio il corso degli eventi principali avvenuti prima della serie.

La prima serie di ricordi è ambientata ai tempi di Jed al college. Qui vediamo come il ragazzo studiasse in una scuola gestita dal padre e il suo primo incontro con Dolores Landingham. Scopriamo che il padre di Bartlet era un uomo violento e abusivo che picchiava suo figlio e ne sminuiva costantemente le capacità. Questo ha lasciato diverse cicatrici morali nel presidente che anche a sessant’anni non ha mai superato veramente quel periodo. Jed non riesce ad odiare o mancare di rispetto al padre e crede che agendo nel migliore dei modi potrà renderlo fiero di sé.

La seconda serie di ricordi, più recenti, copre quasi tutta la campagna elettorale di Bartlet. Vediamo come Leo e Toby fossero già nella sua squadra e il reclutamento di Sam, Josh e C.J.
Nel presidente notiamo un atteggiamento più severo e un rapporto molto più freddo coi suoi collaboratori in quanto appena conosciuti. Tramite la scena all’areoporto tra lui e Josh, a cui è appena morto il padre, iniziamo a notare il cambiamento. Bartlet sviluppa quel tono da padre e si scusa per il suo comportamento, mentre Lyman comprende quanto l’allora senatore sia un brav’uomo e decide di rimanere nella sua squadra per arrivare alla Casa Bianca.

Il simbolismo della tempesta, i cambi di stagione e i rapporti paterni

In The West Wing la tempesta è sinonimo di momenti fondamentali. Durante la serie, quando un temporale si abbatte sulla Casa Bianca, da lì a poco il presidente sarà costretto ad agire. Questo vuole rappresentare una frase che la moglie gli disse durante la sua prima apparizione: Bartlet può impegnarsi quanto vuole, ma non può fermare l’impossibile. Le tempeste servono proprio a simboleggiare le sfide insormontabili che solo uno come lui può affrontare e sperare di vincere, anche se la vittoria non arriva quasi mai in modo netto. La pioggia, inoltre, molte volte rappresenta un nuovo battesimo per un uomo cattolico come Jed, in cerca di una risposta dall’alto nei momenti bui.

Ogni finale di stagione della serie è collegato in modo diretto al primo o i primi due episodi della stagione successiva. Questo perché l’idea è che The West Wing non abbia sette stagioni ma un unica lunghissima serie di eventi dalla prima all’ultima puntata. Inoltre i primi e gli ultimi episodi di ognuna, curati nei minimi dettagli dagli sceneggiatori, sono quasi sempre alcune delle migliori puntate della stagione, se non addirittura le migliori.

A causa del rapporto violento che il padre di Bartlet aveva con lui, ed essendo quindi cresciuto senza una figura paterna in grado di amarlo, il presidente diventa un padre adottivo per un gran numero di suoi sottoposti che iniziano a conoscerlo anche fuori dal ruolo. Il rapporto problematico col padre biologico è elemento comune tra quasi tutti i personaggi principali della serie: tra chi ha tagliato i rapporti, chi è stato abbandonato e chi ha il padre malato, nessuno ha quella forte figura paterna alla quale appoggiarsi in caso di necessità.
Per Jed tre personaggi sopra tutti gli altri: Sam, Josh e Charlie, vengono ritenuti da molti fan i figli maschi del presidente in contrapposizione alle tre figlie biologiche della first couple.
Sam e soprattutto Josh, inoltre, hanno un rapporto molto stretto anche con Leo, altra figura paterna e di supporto.

Tre argomenti che sembrano separati ma hanno in comune il tema principale della serie: guardare al futuro e fidarsi del prossimo. Un prodotto di due decenni fa che ha saputo raccontare, tramite un espediente narrativo particolare, dei semplici principi umani che aiutano lo spettatore. Tra le lunghissime discussioni e le frasi dette senza mai prendere fiato, quello che ci rimane da questa serie politica sono principalmente domande e un buon umore. Per le prime speriamo di aver risolto.

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