A come Alexandria, Z come zombie: tra la recinzione e la mano di Rick, attraverso quel timbro festoso, c’è tutto l’alfabeto di The Walking Dead fino a qui.
Così lontano dall’interno, ma cosi’vicino appena fuori, appena oltre quella divisione, tutto cio’che non si puo’ DIMENTICARE.
La 5×13 è il ritorno alla cosidetta normalità.
Con l’ingresso nella nuova comunità di Alexandria, Rick e il suo gruppo ora devono fare i conti con quella normalità che ormai non gli appartiene più.
Loro sentono ancora il ‘richiamo’di cio’che hanno vissuto, di quello che è lì fuori, di quello che è ‘normalità’ adesso.
Ma verrebbe da chiedersi, però, se la normalità che vivono gli alexandrini non sia da considerarsi meno normale ancora.
E su questa disambiguazione che si gioca il conflitto tra le due fazioni di persone. Ed è qui che miss Monroe arranca.
La differenza apparentemente non si vede dopo la ‘ripulita generale’, Maggie soprattutto brilla di luce nuova e Glenn ci si specchia a fianco, Carl parla e scherza con i nuovi amici come un ragazzaccio qualunque. Ma per alcuni di loro si ‘sente’ ancora, e in qualunque istante puo’ farsi viva nella testa, incessante e terrificante. Non sarà facile adattarsi, almeno non subito, non così presto.
Sasha che spara ai quadretti del mulino bianco e vede i fantasmi ne è l’esempio più fulgido. E infatti sbotta nel mezzo della festa nel salotto borghese e sembra indemoniata quando ruggisce a una sua sorella di pelle.
Ma il confronto tra i due gruppi di persone è così netto da creare altri impatti strani,che fanno emergere anche lati più inaspettati.
Rick improvvisamente si trova ad essere quasi una sorta di star della comunità per via delle registrazioni che tutti hanno avuto modo di ascoltare. Lui è il poliziotto,tutti lo sanno,tutti lo vedono e Rick si lascia andare a questa adulazione, che ne aumenta l’ego. E diventa egli stesso adulatore, assumendo una veste indubbiamente inedita.
Le sue intenzioni sembrano sempre più torbide, sembrano contenere ‘crismi di Shane’, per le attenzioni che rivolge alla biondina Jessie.
L’istinto di portare la mano alla pistola quando la vede sfilare con il marito, rappresenta la chiara sindrome da ‘legge della giungla’ che ormai si è radicata nelle mente di Rick.
Più forte ancora può incidere, forse, la mancanza di quella figura femminile da quando è rimasto vedovo. Che, specie se associata ai figli, lo incanta quando vede Jessie con in braccio Judith.
Jessie a sua volta è incantata da lui, avvertendo forse quella forza misteriosa da uomo che ha cavalcato la terrificante bufera.
Insomma, lei è attratta.
Ambedue lo sono. Come dire, esistono i colpi di fulmine anche in tempi di apocalisse.
Ma sono favole più o meno moderne. Vediamo cosa succederà.
Per Rick Grimes, però, Alexandria non è solo sinonimo di nuovi potenziali amori. Alexandria è anche questione di timbri. Ed a proposito di timbri, per lo sceriffo, ci sarebbe un nuovo caso: i timbri con la W sulla testa degli zombie…sappiamo che preferisce le J e non si sbaglia. Forse pero’farebbe bene anche ad occuparsi di questo…
“VIVI CON LEI, MUORI CON LEI, MANGI PATATINE CON LEI”
Dimenticare: ci prova anche il robusto Abraham.
Con tante belle birre nel pancino filosofeggia con Michonne a bordo festa.
Ma si dimostra anche molto umano quando parla con la nuova poliziotta di Alexandria(e che poliziotta!)
Michonne si sforza di ritrovare la sua identità di persona e di donna. E tenta di guardarsi con quegli occhi in cui non si riconosce.
Si cambia il vestito, ma per cambiare anche il modo di vedere le cose,come le dice anche baffo,dovrà provare di più.
E così ridimensiona la sua katana e la appende al chiodo, per il momento.
Ma si puo’ già immaginare quando la riprenderà(oh,se la riprenderà)
-Prega Dio di non doverla più usare, prega Dio di non abituarti a non usarla più.
E’alle tue spalle anche quando sulle tue spalle non c’è’-
Anche se un po’ alticcio, Abraham dice della grandi verità.
E tutti loro lo sanno.
Interessante è il nuovo profilo che si sta delineando per Daryl, che soddisferà certamente molto, da una parte e dall’altra, con il suo lato sexy da mustang, e presto su due ruote versione Easy rider, come volutamente studiato da Kirkman&company .
E’ lui l’eroe che non c’è, a prova di fumetto(e di spoiler) ed il vero battitore libero di The Walking Dead.
E’ lui che raccoglierà lo spirito del cavallo ucciso, indifeso nella sua libertà, e
ultimo baluardo selvaggio di una natura ormai sopraffatta dai nuovi mostri.
Lo vedremo scorazzare per le strade pericolose della Virginia a bordo della sua nuova moto nelle vesti di reclutatore?
Pare di sì,e assieme a lui quell’Aaron che si sta dimostrando essere un personaggio positivo e anche con una buona mira.
Speriamo Erik non sia geloso.
E poi c’è Carol. Conosciamo tutti le sue abilità di trasformismo: lei sorride e socializza con le ‘madri indaffarate’, stupendoci con effetti speciali. Ma è parte attiva importante della vita segreta che si sta delinando per la comunita’di Alexandria.
Stavolta si traveste da fata cattiva, con la sua giacchetta turchina. E fa violenza psicologica al bambino curioso Sam. A prima vista puo’sembrare una cosa spregevole, terrorizzare quel ‘povero bambino’ un po’ficcanaso.
Ma se ci pensate, cosa avrebbe potuto fare in quella situazione? E lei ancora una volta riesce a inventarsene un’altra, divincolandosi alla grande con la storia dello zombie cattivo.
E poi, se vogliamo dirla tutta,non ha fatto altro che raccontargli…la verità: succede proprio così se ti pigliano, caro Sam!
We are… in The Walking Dead