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Luther Hargreeves, l’uomo che non chiedeva la luna

Il rapporto tra padri e figli a volte può essere turbolento. Questo perché tra generazioni differenti spesso fatichiamo a comprenderci. Comunichiamo a malapena o non comunichiamo affatto. Anche in The Umbrella Academy (una delle serie di maggior successo di Netflix) la famiglia Hargreeves fatica a comprendersi. Sir Reginald Hargreeves non è affatto un uomo facile, anzi, è molto duro ed esigente. Cerca in tutti i modi di far sviluppare ai propri figli adottivi le proprie capacità mettendoli di fronte alle loro stesse paure. Dovrebbe fargli onore, ma per Sir Hargreeves non è questo il punto. Lui vuole spingere i ragazzi al limite, vederli crollare per essere in grado di assolvere al loro compito. Non importa se sono solo dei bambini.

Così ad uno ad uno cadono come mosche e fuggono da un padre che non riconoscono come tale. Scappano tutti. Tutti tranne Luther.

Lui non vuole demordere e lasciare la famiglia. In parte perché crede ancora ciecamente nel padre, in parte perché non ha altre aspirazioni. Non vuole mollare, non vuole altro che rendere orgoglioso il suo vecchio. Ci crede fino all’ultimo, anche quando la missione è impossibile e lo porta sull’orlo della morte. Spaceboy è pronto ad affrontare la morte, la perdita dell’amore della sua vita pur di avere un minimo cenno di approvazione da parte di Sir Reginald.

the umbrella academy

Ma per quest’ultimo era davvero così difficile dimostrare affetto? Nei ricordi dei suoi figli sembrerebbe apparentemente di sì, eppure durante la prima stagione di The Umbrella Academy (guarda il cast della seconda) lo vediamo in atteggiamenti diversi a seconda dei casi e a seconda dei flashback. Luther perde tutto per cercare di inseguire l’ombra del padre. Innanzitutto i suoi fratelli, i quali lo abbandonano per non soccombere all’ego e al carattere di Sir Hargreeves. Rimane l’ultimo baluardo dell’Umbrella Academy.

Ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se non lo avessero lasciato indietro, se qualcuno si fosse accorto che ciò che Numero Uno voleva davvero era l’affetto dei suoi cari. Una scelta può condizionare la nostra vita costantemente, Luther ha scelto di non vedere che tipo di uomo fosse suo padre. Lo ha amato come ogni figlio ama il proprio genitore, lo ha ammirato perché era un uomo che voleva in fondo il bene del mondo stesso.

Insieme ai suoi fratelli ha perso anche l’amore della sua vita. Allison è tutto ciò che ha sempre desiderato in una donna ma è anche ciò che ha rinunciato ad avere. Sempre per poter mettere la famiglia e il loro padre sopra ogni altra cosa. Ne è uscito così con il cuore a pezzi, senza mai crescere davvero. C’è una scena in cui lo vediamo ancora girare con la sua bicicletta di quando era ragazzino. Visibilmente apatico, in attesa semplicemente che qualcuno gli dica cosa fare. Un uomo senza nessuno, senza amore e senza scopo. Ancora intrappolato nel suo ruolo di “primogenito”.

Per questo accetta una missione suicida che lo porterà davvero vicino alla morte. Perché Luther Hargreeves è un uomo che non ragiona lucidamente. Le emozioni non sono una distrazione per raggiungere l’obiettivo ma sono parte integrante delle nostre azioni. Lui sceglie di andare lo stesso perché lo guida la fiducia verso il proprio genitore ma agisce in maniera sconsiderata perché senza aiuto non riesce a raggiungere il vero potenziale. Noi tutti non abbiamo una visione completa del quadro e rischiamo di metterci in pericolo se non consideriamo tutte le possibilità.

E alla fine ci ritroviamo soli. Luther sopravvive per miracolo modificando il suo corpo in maniera irreversibile. A peggiorare il tutto la beffa di un padre che decide di spedirlo in missione sulla Luna senza dargli una vera spiegazione. Mentre per molti è un atto di crudeltà verso un figlio che ha dato tutto ed è stato ripagato con una gigantesca presa in giro, a me piace pensare che Sir Reginald lo abbia fatto per amore. Non riusciva a sopportare ciò che aveva fatto al più leale dei suoi figli. Non voleva che lui si mettesse nuovamente in pericolo solo per avere la sua approvazione.

In un certo senso aveva paura che suo figlio morisse, aveva paura di perdere un tassello importante della sua famiglia. Ma allora perché non dirlo? Luther non desiderava altro che sentirsi amato, vedere sul volto del padre un sorriso. Sentirsi alla fine dire: “Sono fiero di te“.

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