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The Rain: il survival horror che vedrete tutto d’un fiato

The Rain è quella Serie Tv di cui avevi bisogno ma non lo sapevi ancora prima di iniziarla. Arrivata il 4 maggio sulla piattaforma Netflix, la Serie Tv danese è composta da soli otto episodi e sono sufficienti. Si perché una delle cose che ho davvero apprezzato di The Rain è che dimostra chiaramente come non ci sia bisogna di perdersi in chiacchiere per creare una storia d’impatto e ben riuscita.

Leggendo questa recensione dovete innanzitutto sapere due cose: 1) ho visto la prima stagione in un giorno, ieri; 2) ho trovato un prodotto di puro intrattenimento come non ne trovavo da tanto tempo. Ma prima di passare alla recensione vera e propria, dovete sapere che 3) la recensione contiene SPOILER! Quindi correte a vedere la Serie e poi tornate qui.

È una Serie Tv danese, un survival horror in cui, per ragioni che si scoprono pian piano durante la stagione (ma non del tutto e di questo parleremo), la pioggia uccide. Le persone cominciano a essere violentemente preda di convulsioni ed emorragie interne. Con questa premessa inizia The Rain, un intenso primo episodio che ci catapulta all’interno del bunker in cui i fratelli protagonisti, Simone e Rasmus, rimangono rinchiusi al sicuro per sei anni prima di incontrare altri sopravvissuti.

The Rain

In un mondo sconvolto da una piaga inspiegabile, è facile lasciarsi andare ai più egoistici istinti. Lo sanno bene i giovani protagonisti della Serie Tv, che nel loro viaggio attraverso boschi e città distrutte si trovano di fronte a un’umanità piegata, quasi irriconoscibile. Seguendo la più classica linea dei survival horror, il gruppo formato da Martin, Patrick, Jean, Lea, Beatrice e i due fratelli, deve fare i conti con diverse minacce. Gli Stranieri, armati di fucili, che li inseguono per ordine di un’associazione segreta. Dottori folli per il dolore. E una strana setta hyppie che si ciba di carne umana attraverso un’Ultima Cena con cadenza mensile. Proprio questa puntata mi ha ricordato da vicino uno dei più classici film del genere: 28 giorni dopo.

Le sfide che man mano il gruppo affronta sono accompagnate da flashback dei singoli personaggi. In questo modo abbiamo la possibilità di conoscere la versione-prima-della-pioggia dei membri del gruppo.

Ognuno di loro nasconde un segreto e nessuno di loro è un buono, eccetto forse per Simone che con la determinatezza propria delle sorelle maggiori vuole solo tenere il fratello al sicuro.

Martin, ex soldato divorato dai sensi di colpa che ragiona per gran parte della stagione senza sfumature di grigio. Patrick, indifferente ed egoista. Beatrice, la manipolatrice del gruppo. Lea, guidata dalla fede verso Dio ma non verso se stessa. Jean, il ragazzo della porta accanto ora assassino in cerca di redenzione. A loro si uniscono l’ingenuo Rasmus, ignaro del mondo, e Simone.

The Rain

C’è spazio anche per i sentimenti. Una coppia in particolar modo mi auguro catturerà la vostra attenzione come ha fatto con me. Sto parlando di Martin e Simone. I due fanno scintille fin dal primo momento in cui si incontrano, insomma gli amanti dell’angst non rimarranno delusi.

In The Rain, persino in un mondo così distrutto c’è tempo per provare ancora emozioni, forse è proprio questa l’arma segreta dell’essere umani. La capacità di trovare l’amore anche dove ogni speranza sembra perduta. Ubriacarsi e ridere felici anche dopo notti passate a piangere. La Serie Tv sembra volerci far costantemente presente che i protagonisti sono persone normalissime e spaventate, ritrovatisi sopravvissuti in questo nuovo selvaggio mondo.

È una lotta alla sopravvivenza in cui rimanere fedeli a se stessi è la sfida più grande. 

The Rain

Al termine della prima stagione, le domande rimangono ancora numerose; infatti non tutti i misteri sono stati risolti. Bene, perché nell’arco di otto episodi The Rain è riuscito a entusiasmarci, incuriosirci e tenerci sulle spine. Il viaggio non può dunque finire proprio adesso. 

In definitiva The Rain è una Serie Tv che riesce ad appassionare lo spettatore, lo fa utilizzando i trucchetti più vecchi del mondo e va bene. Non possiede gli arabeschi stilismi di The Dark o la filosofia di Westworld, è un classico survival horror che usa con saggezza gli elementi del genere. L’elemento in più rispetto agli altri film dello stesso filone è la tridimensionalità data ai personaggi, dotati tutti di cuore.

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