Se c’è un personaggio capace di ricorrere con tenacia e insistenza nelle storie di Batman, questo è sicuramente il Pinguino. Lontano dal fascino del Joker o dalla potenza sovrumana di Bane, questo supercriminale si è rivelato comunque, molto spesso, una spina nel fianco del cavaliere oscuro, tanto da essere annoverato tra i suoi nemici più rappresentativi. Il Pinguino, infatti, è stato molto spesso scelto come antagonista, primario o secondario, del pipistrello, e la sua storia, dai fumetti al grande e piccolo schermo, si è fatta ricca e sfaccettata. Spesso oggetto di interessanti rivisitazioni.
Dal 20 settembre abbiamo l’opportunità di vedere una serie tv interamente incentrata su di lui. The Penguin è il primo spin-off del folgorante The Batman di Matt Reeves (recuperate qui la recensione del film) e ruoterà interamente intorno a Oswald Copplebot, per l’occasione Oz Cobb, interpretato da Colin Farrell. Ripercorriamo la lunga storia di questo personaggio dalla carta alla pellicola, con le rappresentazioni principali che si sono susseguite negli anni e che ne hanno forgiato l’icona. Un lavoro che in passato abbiamo fatto per altri personaggi della DC Comics, come Lex Luthor e Joker (cliccando sui personaggi, potete leggere gli approfondimenti a loro dedicati), e che ora vi riproponiamo per il Pinguino.
La genesi del Pinguino
La nascita di questo personaggio, come quella di molti altri supercriminali dei fumetti, si colloca negli anni Quaranta. Per la precisione nel dicembre 1941, quando il Pinguino, al secolo Oswald Copplebot, appare per la prima volta sulla testata Detective Comics. Come spesso accade in queste fasi, le prime apparizioni del personaggio sono abbastanza neutrali, senza un grosso background. Il Pinguino si presenta come un ladro, infiltrato nella torbida malavita di Gotham, che con i suoi articolati piani dà del filo da torcere a Batman e Robin. Progressivamente la figura del Pinguino prende forma, con l’aggiunta di alcuni dettagli arrivati fino ai giorni nostri. La violenza, ad esempio, come tratto distintivo delle sue azioni. E le sue peculiari armi a disposizione: l’ombrello e gli uccelli appositamente ammaestrati per adempiere ai suoi scopi.
Col crescente successo del personaggio, vengono progressivamente anche scritte le origini del Pinguino. Queste, come di consueto, variano seguendo diverse versioni, ma la più accreditata vede Oswald Copplebot come il rampollo di una ricca famiglia, vessato per il suo ripugnante aspetto fisico e desideroso di prendersi la rivincita su quel mondo che l’ha sempre respinto tramite il crimine. Queste sono le origini canoniche del Pinguino, almeno fino alla crisi che ha azzerato l’universo DC, con l’evento epocale Crisi sulle terre infinite.
La riscrittura del Pinguino: dolore e pregiudizio
A seguito del riavvio dell’universo supereroistico, il Pinguino è finito un po’ in ombra, salvo essere recuperato durante il ciclo di Batman scritto da Alan Grant. Come vedremo, gli anni Novanta sono cruciali per il personaggio perché viene sottoposto completamente a una riscrittura a livello cinematografico. Nella produzione a fumetti, invece, l’anno da tenere in considerazione è il 2011, quando Gregg Hurwitz scrive la graphic novel Pinguino: dolore e pregiudizio, dando una linfa nuovissima al personaggio.
In questo fumetto, vengono raccontate le origini del Pinguino, che somigliano a quelle canoniche, ma con alcune varianti molto significative. Oswald è sempre il rampollo di una ricca famiglia, ma nella storia viene sottolineato il rancore che suo padre prova nei suoi confronti. Non solo, perché Oswald non è osteggiato e vessato solo da suo padre, ma anche dai suoi fratelli. L’unico amore nella vita del giovane Pinguino è la madre, con cui però il ragazzo sviluppa un rapporto morboso e ossessivo. Cresciuto tra il risentimento del padre e dei fratelli e le attenzioni soffocanti della madre, il Pinguino prenderà la strada del crimine, facendo uccidere proprio i suoi carnefici da piccolo ed esasperando questo legame malato con sua madre, l’unica persona in grado di suscitare l’amore del Pinguino. Per quanto si tratti di un amore decisamente perverso.
Pinguino: dolore e pregiudizio rappresenta il punto focale della narrativa del personaggio. Da qui fuoriescono alcuni connotati entrati nella sua classicità: i soprusi subiti, il rifiuto per il suo aspetto, il legame tossico con sua madre e la violenza come mezzo d’emancipazione. Soprattutto, però, si delinea una trattazione un po’ ambigua del personaggio, perché il fumetto delinea la storia di Oswald con una tenerezza che suscita comprensione e che poi tornerà spesso, e anche questo lo vedremo, come parziale giustificante per le sue malefatte, sancendo un’ambiguità esistenziale del Pinguino.
Il Pinguino in live action: la versione di Burgess Meredith
La prima rappresentazione in carne e ossa del Pinguino risale agli anni Sessanta. Il personaggio è uno dei protagonisti della serie tv di Batman di quegli anni ed è interpretato da Burgess Meredith, la cui interpretazione ha sancito una prima lettura del personaggio. Lo stile recitativo dell’attore ha influito molto sul supercattivo, che nella serie, e poi nel consecutivo film del 1966, appare come un criminale estremamente fisico e dirompente, il cui tratto distintivo era una fortissima risata.
Questi connotati sono sicuramente retaggi di uno stile attoriale più datato, che punta molto sulla fisicità. Ma calzano a pennello in questo caso. D’altronde, l’aspetto esteriore è sempre stato una delle peculiarità del Pinguino, che proprio dalla sua immagine trae il proprio nome. Nella serie tv degli anni Sessanta, il Pinguino non ha nemmeno un nome. Segno di come il personaggio domini sulla persona, e in tal senso molte delle connotazioni “umane” del villain sono state mascherate, favorendo la rappresentazione più grottesca e animalesca del personaggio. Questo è un aspetto che ha da sempre incuriosito gli addetti ai lavori, tanto da finire al centro anche della più importante, e radicale, riscrittura del personaggio, per opera di Tim Burton. Uno che, nella sua carriera, ha sempre riservato parecchia attenzione all’aspetto fisico e ai suoi significati.
La rivoluzione di Tim Burton
Un personaggio grottesco come il Pinguino non poteva non suscitare l’attenzione di una mente creativa come quella di Tim Burton. Così, nel 1992, il regista ridisegna completamente il villain in Batman – Il ritorno. Il Pinguino di Tim Burton è interpretato da Danny DeVito e ha delle connotazioni completamente differenti rispetto alla tradizione. Innanzitutto, vengono quasi cancellati i tratti umani di Oswald, con un’accentuazione estrema di quelli animaleschi, con la presenza di dita palmate, di un naso a becco e di denti insolitamente aguzzi. Le origini rimangono le stesse: la famiglia ricca lo abbandona per via del suo aspetto ripugnante. Ma Tim Burton cambia completamente la sua evoluzione, compiendo una forte disumanizzazione del personaggio, che assume sempre di più le sembianze di un animale.
In correlazione col suo aspetto fisico, cambiano anche i connotati personali del Pinguino. L’abile criminale della tradizione si trasforma in un folle sociopatico, in linea con la sua natura selvaggia. Senza svelarvi cosa succede nel film di Tim Burton, ciò che conta è l’inedita rappresentazione che il regista consegna alla storia del nemico di Batman. Una riscrittura destinata a rimanere unica, perché poi raramente abbiamo rivisto una versione meno umana del Pinguino. Ma destinata a fare da modello, perché il lavoro di Tim Burton ha inaugurato una fase di sperimentalismo e di rinnovata attenzione sul personaggio, sfociata in quella che è diventata la versione più iconica del Pinguino sul piccolo schermo: quella che abbiamo visto in Gotham.
La trasformazione in antieroe in Gotham
Abbiamo sottolineato come Pinguino: dolore e pregiudizio abbia accentuato una certa ambiguità del personaggio, avvalorata anche dalla riscrittura sui generis di Tim Burton. Gli echi di queste riscritture arrivano sino a Gotham, serie tv del 2014 che narra l’ascesa dei grandi criminali della città protetta da Batman. Uno dei grandi protagonisti della produzione FOX è proprio Oswald Copplebot, interpretato magistralmente da Robin Lord Taylor. Qui vediamo un giovanissimo Pinguino che tenta la sua ascesa nel mondo del crimine. Durante le cinque stagioni della serie, il personaggio vivrà moltissime vicissitudini, ma ciò che c’interessa è sottolineare come Oswald si sia trovato molto spesso a passare da una parte all’altra della giustizia.
In Gotham, il Pinguino è più un antieroe che un villain. Al contrario di ciò che abbiamo visto nel Batman di Tim Burton, qui abbiamo una versione profondamente umanizzata del personaggio, con un aspetto fisico pienamente nella norma e una morale latente che oscilla tra l’ambizione personale e l’adesione alla cosiddetta “giusta causa”. Un’umanizzazione che si riflette anche sulla psiche del personaggio, molto poco disturbata e anzi, spesso, ponderata e quasi gentile.
Seppur questa ambivalenza pervada tutto il racconto, perché in Gotham la linea di demarcazione tra eroi e villain è volutamente molto labile, il Pinguino è uno dei personaggi moralmente più validi della serie. A differenza del passato, in lui affiorano sentimenti, anche molto complessi, non direzionati solo verso sua madre, che rimane una presenza importante e centrale. Alcuni elementi classici vengono recuperati anche in questa versione, ma dominano sicuramente quelli di novità. In larghissima parte attenuati e orientati verso una rappresentazione, se non positiva, quantomeno apprezzabile del personaggio. Oggi, quella vista in Gotham rimane la versione televisiva più interessante del personaggio, in attesa di Colin Farrell.
Altri spunti sul personaggio
Curiosamente, il Pinguino è completamente assente dalla trilogia di Cristopher Nolan dedicata al Cavaliere Oscuro. Torna, come abbiamo visto, nel film di Matt Reeves, e qui ha una rappresentazione molto classica. Oz è un gangster puro, che conosceremo molto meglio in The Penguin. A causa anche del suo particolarissimo aspetto fisico, su cui è molto stimolante lavorare, il Pinguino è invece apparso in tantissime serie animate. Qui ha mantenuto sempre, più o meno, accezioni tradizionali, con una grandissima, e recente, eccezione. Nella serie tv disponibile su Prime Video Batman: Caped Crusader, uscita da poco e da noi prontamente recensita, abbiamo visto l’esordio di una versione femminile del Pinguino. Simbolo che il lavoro di sperimentazione sul personaggio non accenna davvero a terminare.
L’attenzione sul Pinguino ora sta tornando ai massimi livelli grazie a The Penguin. Nonostante diversi momenti di oscurità, Oswald Copplebot è sempre stato non solo uno dei più tenaci nemici di Batman, ma anche uno dei più interessanti. Un villain che accoglie in sé tantissime potenzialità, ancora largamente da scoprire. Come abbiamo visto molti sono stati gli spunti per lavorare sul personaggio, e molti possono esserci per continuare a farlo. Per il momento, non vediamo l’ora di scoprire, a fondo, la versione di Colin Farrell.