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5 personaggi secondari di The Office che avrebbero meritato un ruolo molto più centrale

Se fosse stato possibile, ogni fan di The Office (US) avrebbe voluto l’opportunità di approfondire la conoscenza di tutti i personaggi presenti in questa comedy iconica che continua ad attrarre nuovi adepti.

Col progredire delle stagioni la serie ha ampliato il suo bacino di protagonisti: oltre a Michael, Jim e Dwight con il tempo tutti gli impiegati fissi della Dunder Mifflin hanno avuto il loro momento per brillare portandoci nella loro vita sempre assurda e imprevedibile. Anzi, la comicità e chimica tra i vari colleghi ha funzionato così bene da permettere alla serie di continuare per ben due stagioni oltre l'”addio” del suo originario personaggio principale.

Così abbiamo cercato di raggruppare le figure che potenzialmente avrebbero potuto darci più soddisfazioni, i nomi che ci sono rimasti in testa e ci hanno incuriosito nonostante le loro parti siano state minime, insomma i personaggi secondari che sarebbero stati dei perfetti ‘main characters‘ per The Office (US).

1) Moses “Mose” Schrute

Nato come semplice comparsa, Mose Schrute è il cugino di Dwight e una delle vere perle di The Office (US).

Nella serie viene interpretato da Michael Schur, che gli appassionati di serie tv comedy conosceranno già come scrittore e produttore esecutivo di Parks and Recreation, The Good Place e tanti altri titoli di successo. La sua è una figura extra che porta l’eccentricità tipica della famiglia Schrute a un livello più alto, rendendo suo cugino in confronto una persona ragionevole ed equilibrata. I suoi piccoli attacchi di follia si sono susseguiti nella serie in modo molto casuale: dal correre a perdifiato dietro ai veicoli senza apparente motivo o innamorarsi di uno spaventapasseri donna fino a non uscire mai dalla fattoria di famiglia. Sarebbe stato bellissimo vedere come questo giovane folle cresciuto nel proprio mondo se la sarebbe cavata nel lavoro di ufficio.

2) Robert California

robert california

Non potevamo non includere il mitico e inimitabile Robert California, il CEO più pazzo del mondo e anche noto come Bob Kazamakis. O The F***ing Lizard King. Insomma, lui.

Questa carrellata di alias rappresenta perfettamente l’essenza del suo personaggio: in The Office (US), una serie che ha fatto del nonsense e del caotico il tono principe di ogni puntata, lui risulta sicuramente nelle prime posizioni a livello di pazzia e inconcludenza. Un CEO misterioso, la cui energia sembrava ampliare ancora di più l’assurdità e il grottesco di ogni scena. Imprevedibile e sempre ambiguo, uno spin-off sulla sua vita o un suo rapporto mantenuto con Michael sarebbero stati un concentrato irresistibile di disagio e fascino.

3) Darryl Philbin

the office us

Darryl è uno dei pochi personaggi normali all’interno del mondo pazzesco di The Office (US). Proprio questo lo rende una risorsa ottima per il ritmo della serie.

Interpretato dal bravissimo Craig Robinson, non ha una controparte nella versione originaria britannica vista la sua personalità brillante e acuta. Nei vari sketch della serie viene spesso messo in coppia con Michael: il suo humor è caustico e disilluso (con cui non perde mai l’occasione di prenderlo in giro) ma anche il suo spirito giocoso con gli altri lo rendono simpatico a pelle. Anche il nostro amato Regional Manager lo considera un suo grande amico e collega.

“Darryl Philbin is the greatest guy in the world. I would like to have all the racists brought together and take Darryl Philbin out to lunch. Just to see what they’re missing” – Michael Scott

Darryl è ambizioso, competente e ha portato moltissime nuove idee nel gruppo di colleghi della Dunder Mifflin oltre ad aver avuto una breve relazione con Kelly Kapoor, ma è rimasto comunque nelle retrovie nonostante il talento dell’attore e le sue grandi potenzialità come elemento di normalizzazione del caotico ambiente di lavoro. Il suo è un finale da favola: diventa Vice Presidente di Athlead riconciliandosi con la sua ex moglie Justine.

4) Gabe Lewis

gabe lewis

Se Darryl è un personaggio normale, acuto e molto più ordinario della media presente in The Office (US), Gabe Lewis è invece uno dei più strani.

L’attore Zach Woods è entrato nel cast solo nella sesta stagione come punto di collegamento tra la sede di Dunder Mifflin di Scranton e il Consiglio di Amministrazione. Ha lavorato per molto tempo sotto la CEO dell’azienda Jo Bennett (un altro personaggio secondario con molto potenziale inesplorato, interpretato dalla bravissima e famosa Kathy Bates) venendo sfruttato per orari impossibili e richieste assurde.

La sua storyline viene introdotta una volta che gli altri personaggi sono consolidati, ma sarebbe stato interessante approfondire il periodo precedente l’arrivo in città. Resta un personaggio esilarante: incapace di mantenere il controllo e il potere che dovrebbe avere in azienda, viene all’inizio ignorato e poi completamente preso in giro al pari di Toby. Molto interessante la nascita della sua relazione con Erin: entrambi buffi e ingenui, si allontanano per lo scarso interesse del ragazzo rispetto alla sfera sessuale. La sua vita privata sarebbe stata bellissima da esplorare nella serie.

5) Deangelo Vickers

Solo un attore del calibro di Will Ferrell poteva portare in vita un personaggio così iconico come Deangelo Vickers in soli quattro episodi.

Il livello di assurdità che ha saputo raggiungere in questo breve lasso di tempo è davvero impressionante: infantile e inopportuno come Michael Scott, la tragicomica fine di Deangelo è stato un duro colpo per gli spettatori. Era il perfetto sostituto del protagonista e sicuramente avrebbe assicurato molte gaffe esilaranti, come quando, per dimostrare le sue abilità di giocoliere, inizia a lanciare in aria palline invisibili con in sottofondo Bring me to life degli Evanescence sotto gli occhi stupiti di Erin, Kevin, Gabe e Creed (e gli sguardi seccati di tutti gli altri).

Questi sono solo alcuni dei nomi più iconici che avrebbero potuto dare tantissimo alla comicità di The Office (US).

Essendo la serie un prodotto molto corale e che funziona così bene grazie alle dinamiche dei rappori tra i dipendenti sarebbe stato bello ritrovare questi volti – e le loro strampalate storie – più spesso.

Qualche tempo fa la notizia della possibile produzione di uno spin-off su un personaggio di The Office (US) ha sconvolto i fan, ma non possiamo sperare in una serie per ogni collega della Dunder Mifflin. Il vantaggio di amare questi personaggi però è notarne l’importanza nel sottofondo e, magari, godersi così qualche rewatch di più.

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