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Francesca Fagnani intervista Amy Farrah Fowler in una feroce puntata di Belve

Attenzione: evita la lettura se non vuoi spoiler su The Big Bang Theory e in particolare sul personaggio di Amy Farrah Fowler. Ovviamente, l’intervista con Francesca Fagnani è in tutto e per tutto frutto della nostra fantasia

Amy Farrah Fowler di certo non si aspettava l’invito di Francesca Fagnani. Non si è mai sentita una belva, né tantomeno una donna complessa. Amy Farrah Fowler, dopo la vittoria del Nobel, ha cominciato a sentirsi importante ma forse mai davvero interessante. Eppure, Francesca Fagnani sa cosa vuole e sa che voleva a tutti i costi la scienziata Fowler. E allora forse Amy comincia a pensare che la sua fama non è dovuta solo alle sue conquiste lavorative, comincia a credere che la sua personalità sia qualcosa di interessante da scoprire. In fondo è una scienziata, è una madre, è un’amica, è una moglie, è davvero tante cose insieme. Fagnani sa bene che non sarà facile, che dovrà abbattere quel velo di brava ragazza dietro cui la Fowler si nasconde. Amy Farrah Fowler non ha paura dell’intervista, né tantomeno della Fagnani, ma è preoccupata di non dover risultare banale, di dover apparire brillante e simpatica allo stesso tempo. Non vuole nascondersi dietro l’ombra del marito, vuole essere sé stessa perché se stessa le piace. Francesca Fagnani sa che dovrà scavare a fondo per cercare di comprendere il vero spirito di Amy Farrah Fowler perché sa che, anche dietro alle brave ragazze, c’è sempre un angolo buio da illuminare.

Francesca Fagnani: Buonasera, Amy Farrah Fowler. Neurobiologa, scienziata, vincitrice del premio Nobel per la fisica per la scoperta delle basi teoriche della super asimmetria. Che belva si sente oggi?

Amy Farrah Fowler: Che belva mi sento? Oddio, belva non mi sono mai sentita. Un ermellino? Scherzo, se proprio dovessi scegliere direi che mi sento una volpe.

F.F: Una volpe. Interessante. Per la sua furbizia?

A.F.F: Direi più arguzie. Insomma, senza il mio cervello, senza la mia testa non sarei andata da nessuna parte. Non che avessi molto da puntare sulla bellezza.

F.F: Non dica così.

francesca fagnani

A.F.F: Ma sa Francesca, ognuno deve conoscere le proprie armi. E io ho imparato molto presto a conoscere le mie. Fin da piccola quando a scuola mi bullizzavano per le mie doti scolastiche e pranzavo col bidello della scuola perché non avevo amici, ho capito quali erano le mie risorse. Poi, crescendo, ho imparato a sfruttarle davvero e a rendermi conto che andavo benissimo così.

F.F: Che belle parole. Ma veniamo alla parte interessante. Non che la sua infanzia non lo sia, ci mancherebbe. Oggi, però, tutti la conoscono per la vittoria del Nobel per la fisica. Nobel condiviso col suo compagno e collega Sheldon Cooper. Quanto le pesa doverlo dividere?

A.F.F: Assolutamente nulla. Senza Sheldon il nostro studio non avrebbe avuto un senso. Senza Sheldon molte cose nella mia vita non avrebbero avuto un senso. Non mi pesa soprattutto perché lo sento molto mio, non mi sento di aver fatto un lavoro a metà. Il Nobel, per me, è solo il coronamento di una lunga carriera nel campo della scienza che mi ha dato varie soddisfazioni, lavorative e personali. Divido con gioia il Nobel col Dottor Cooper perché sono fiera del nostro lavoro e sono molto fiera di lui.

F.F: Può sbilanciarsi qui signora Fowler, o preferisce Cooper?

A.F.F: Preferisco Fowler.

F.F: E fa bene. Qui a Belve nessuno la giudica. La prossima è una domanda sulla tanto annosa questione donne in carriera: lei pensa che la sua vita lavorativa sarebbe stata diversa se suo figlio fosse nato prima del Nobel? Pensa che lo avrebbe vinto comunque?

A.F.F: Sì. Non ci avrei rinunciato per niente a mondo. Come non rinuncerei a mio figlio. Lei sa bene che non esiste una vera scelta, ma che spesso ci impongono di farla. Beh, io sono sposata con un uomo che mi ha insegnato molte cose ma soprattutto mi ha insegnato a fregarmene del giudizio della gente. Quando l’ho conosciuto avrei fatto di tutto per avere l’approvazione sua e dei suoi amici. A proposito, mi lasci salutare Penny e Bernadette che mi stanno guardando!

F.F: Sono le sue più grandi sostenitrici?

the big bang theory

A.F.F: Certo! Un tempo per me sarebbe stato un solo un sogno pensare di avere due amiche così preziose al mio fianco. Oggi, anche grazie a Sheldon, posso ritenermi fortunata perché ho delle sorelle accanto.

F.F: Non teme il confronto con loro? Penny Hofstadter e Bernadette Rostenkowski sono donne bellissime, in gamba, con molto successo nel campo farmaceutico.

A.F.F: Il confronto con Penny e Berny? Nooo! Ha ragione a dire che sono in gamba e anche che sono bellissime. Ma come le ho già detto, signorina Fagnani, io conosco molto bene le mie risorse e non ho paura di usarle.

F.F: Oh, finalmente un po’ di artigli. Proviamo a mettere altra carne al fuoco. Mi parli del suo rapporto con Sheldon Cooper. Un amore lunghissimo, sbocciato in un matrimonio e in un figlio, Leonard. Cooper è uno degli scienziati più famosi al mondo ma non è conosciuto per essere una persona accomodante. Ci ricordiamo varie interviste radiofoniche in cui il suo egocentrismo sembra aver sovrastato tutto il resto. Come si pone in merito?

A.F.F: Non mi pongo, non sono io che ho fatto quelle interviste. Io e Sheldon siamo due anime affini, questo glielo posso confermare. Ma non siamo la stessa persona, anche se spesso mi è stato detto di essere Sheldon al femminile. Ho sempre odiato questa cosa. Il nostro è un rapporto molto maturo, siamo molto indipendenti anche se agli occhi del mondo può non sembrare. Siamo scienziati, ci atteniamo ai fatti. E l’amore è un fatto, come è un fatto che ogni individuo abbia le proprie pulsioni. Senza Sheldon non sarei chi sono ora, ma le assicuro che vale moltissimo anche il contrario. E poi, modestamente, penso di essere molto più brava di Sheldon nei rapporti umani altrimenti questa intervista sarebbe già finita da un pezzo! (ride, a disagio)

amy francesca fagnani

F.F: Fowler, lei è così diplomatica. Non riesco a metterla in difficoltà. Mi costringe a chiederle del rapporto con sua madre, come fossimo dall’analista.

A.F.F: (in palese difficoltà) Mia madre? Oddio, cosa vuole sapere su mia madre?

F.F: Ho letto che il rapporto tra voi non è mai stato facile, che è una donna molto severa. La prende come un esempio da non seguire o è a lei che si ispira?

A.F.F: Mi sento di dire assolutamente no. Amo mia madre, ha contribuito a rendermi indipendente. Ma con mio figlio non mi comporterò mai come lei fece con me. È stata un’ottima madre ma di certo non molto comprensiva, né tantomeno affettuosa. Si figuri che fino a poco prima di conoscere Sheldon ero costretta ad inventarmi fidanzati fantasma per convincerla che, almeno una volta l’anno, programmavo un appuntamento con un uomo. Come se fosse la mia priorità! Beh, non che disdegnassi l’idea di avere un compagno ma mi sono sempre sentita libera di aspettare il momento giusto per me. E questo per lei non era normale.

F.F: Si sente diversa? Si è mai sentita diversa?

A.F.F: Ogni giorno, mi sento diversa anche oggi solo che oggi lo apprezzo. Anche se può non sembrare oggi sono consapevole di me stessa e mi piace chi sono diventata. Grazie a Sheldon, a Leonard, a Penny, a Berny e a tutti i ragazzi e alle loro splendide famiglie oggi mi conosco un po’ meglio, anche attraverso i loro occhi. Se ripenso a Howard e Raj che mi contattarono su un sito di incontri per fare uno scherzo a Sheldon! Non potrei esser loro più grata. Ieri forse soffrivo per come ero perché non avevo amici, non avevo un lavoro soddisfacente, non avevo una relazione e soprattutto non mi sentivo realizzata. Oggi ho tutte queste cose e mi sento molto diversa, in modo positivo. Mi piace essere l’amica che veste male, la compagna impertinente, la mamma un po’ pazza perché queste cose mi definiscono e mi rendono unica.

F.F: Grazie, Amy Farrah Fowler.

A.F.F: Grazie a lei, mi sono divertita!