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A cosa è dovuta l’altissima reputazione di Summertime all’estero?

L’estate è veramente estate solo durante gli anni della scuola. Da giovani è tutto più facile, l’ultimo giorno di scuola gode di un’atmosfera unica e da quel momento in poi l’estate suona tutta un’altra musica. È il momento migliore dell’anno: le giornate sono lunghissime, si è liberi, si stringono amicizie speciali, si fanno esperienze nuove, si fa tardi alle feste in piscina e si vedono luoghi mai visti prima. Probabilmente la prima volta che hai bevuto più del dovuto era estate e, sono pronta a scommetterci, anche la prima volta che ti sei innamorato. Praticamente l’estate è il set perfetto per una serie tv, magari una bella love story estiva fra adolescenti. Summertime sulla carta è esattamente la quintessenza di questa idea.

La Riviera Romagnola fa da sfondo alla storia di Summer e Alessandro e alla loro compagnia di amici. Ovviamente i protagonisti non potrebbero essere più diversi fra loro di così: introversa figlia di artisti squattrinati lei, pilota professionista figlio della direttrice di un albergo lui. L’amore azzera le differenze, ma viene messo a dura prova dalla lontananza (Ale partirà per un viaggio in Spagna per seguire il suo sogno), dall’età e sopratutto dall’estate. Se la cosa non vi suona propriamente come avanguardia pura è perché in Italia conosciamo Federico Moccia e siamo cresciuti (almeno la mia generazione lo è) con Tre metri sopra il cielo, Step, Babi, Pallina e sopratutto abbiamo già fatto i conti con la morte di Pollo.

Non c’è quindi da stupirsi se Summertime in Italia non sia stato accolto con chissà quanto clamore, anzi diciamo che è stato relegato immediatamente a serie per ragazzini dalla vita lunga quanto un tormentone estivo. I dialoghi sono un po’ piatti, i ruoli genitore-figlio sembrano invertiti, secondo quel cliché per cui gli adulti sono degli eterni Peter Pan e gli adolescenti incredibilmente saggi e assennati. Un po’ tutto prevedibile, un po’ tutto già visto, un po’ tutto anche poco probabile se si pensa che, al di là della storia d’amore, Summertime si propone come uno spaccato della vita di ogni adolescente medio italiano.

La scrittura della serie ha visto la partecipazione del già citato Moccia, che a inizio anni 2000 aveva fatto un discreto lavoro nel parlare di adolescenti, ma non si è forse tenuto abbastanza al passo con i tempi. Sono passati 20 anni ed è innegabile ci sia stata una trasformazione dei ragazzi di quell’età. Non parlano allo stesso modo, non hanno gli stessi problemi esistenziali, non vivono negli stessi contesti economici, sociali e culturali. L’unico aspetto che fa eccezione a questo anacronismo è la colonna sonora. Coma_cose, Salmo, Frah Quintale suonano davvero le canzoni che accompagnano le giornate degli adolescenti di oggi e proprio come spesso accade a quell’età, la musica occupa una gigantesca parte della storia. Però soundtrack a parte, non ci sono molte altre cose contemporanee in questa serie.

Pur essendosi trovata nella classifica delle serie più viste di Netflix per diverse settimane consecutive e ad avere all’attivo già due stagioni, i tweet, i commenti e le recensioni che si potevano leggere sul web erano tutt’altro che lusinghiere. Insomma il pubblico italiano non ha ritenuto Summertime paragonabile neanche vagamente a quei teen drama americani che riflettono davvero le vite dei giovani d’oggi. Difficile in effetti pensare che Summer, Ale, Edo, Sofia e Dario vivano nella stessa epoca dei protagonisti di Euphoria o 13 Reasons why.

Summertime cast - Netflix Italia

Ma ecco il colpo di scena. Questo prodotto così bistrattato in patria raccoglie un notevole consenso all’estero.

A sorpresa possiamo dire che fuori dai nostri confini Summertime piace, anzi piace tantissimo. Per citare letteralmente il Decider, magazine del New York Post :Summertime è una limonata fresca in una giornata caldissima”. Non è incredibile come loro si bevano in un sorso solo quello che a noi non è piaciuto per niente? Beh a ben vedere no, non è così strano. Noi, da italiani, vediamo molti più difetti in questa produzione, rispetto a quelli di cui potrebbe accorgersi qualcuno che vive all’estero. Non ci sono metri di paragone, non ci si accorge di una recitazione stentata, dell’improbabilità delle storie raccontate. Non ci sono dialoghi senza accento e senza colore né luoghi comuni sull’adolescenza. Chi non vive in Italia non può sapere la realtà dei nostri adolescenti, ma è ben felice di vederne una versione non solo edulcorata, ma soprattutto bella intrisa di italianità.

Nell’immaginario collettivo l’italiano è simpatico, gioviale, canta sempre, mangia molto ed è, come posso dire, innamorato dell’amore. Ha una grande famiglia complicata e generalmente è di bell’aspetto. Si potrebbe aprire una parentesi sulla criminalità, altro tema che all’estero attira spesso l’attenzione in chiave seriale e che è forse stato il punto di partenza per noi italiani nel farci notare nel mondo delle serie tv, ma direi che con Summertime ha poco a che vedere. Invece tutti, ma proprio tutti gli altri aspetti sono serviti lì, come dice un famoso tormentone estivo, sotto al sole di Riccione. Il pubblico straniero ha trovato leggera e spensierata l’estate italiana e si è divertito a guardarla, in questa che in fondo è una serie molto estiva e molto italiana.

E sinceramente non c’è niente di male. Sarebbe davvero sciocco pensare che guardare una serie incentrata sugli amori estivi di un gruppo di adolescenti ci elevi nel pensiero e nell’etica morale. Va presa per quello che è: un discreto prodotto di intrattenimento in cui ci sono dei ragazzi allegri, belli, spensierati, innamorati e in vacanza. Ci sono delle canzoni orecchiabili, dei baci rubati e delle piadine, e allora? Non è bella per questo l’estate? Non abbiamo bisogno di affrancarci qualche volta dallo stress e dalle nostre routine per ricordarci di quando stavamo in infradito e con un ghiacciolo in mano? Sopratutto perché, aspetto decisamente da non sottovalutare, la prima stagione di Summertime esce nella primavera 2020, momento in cui non solo l’Italia, ma tutto il mondo si è ritrovato improvvisamente tappato in casa. Si crea quindi l’illusione di un’estate libera e spensierata come quelle che c’erano “prima”, come quelle che si vedono nelle pubblicità dei gelati. È stato forse questo bisogno di evasione che l’ha fatta così tanto apprezzare, sopratutto all’estero.

Summertime avrà certamente i suoi difetti, ma è perfetta se si vuole passare una domenica pomeriggio sul divano, facendo finta che manchi ancora tantissimo al lunedì.

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