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Sotto l’abito, tutto

Tutti vorremmo essere Harvey Specter. Tutti vorremmo somigliare o anche solo avere nelle nostre vite un Harvey Specter, il carismatico e inarrestabile protagonista di Suits. Perché se ci ha lasciato una cosa lo show sugli elegantissimi legali di New York City è che “un Harvey” nelle nostre vite ci risolverebbe molte cose.

Quello che più ci resta impresso dell’avvocato interpretato da Gabriel Macht, al di là dei suoi sontuosi completi firmati, delle battutine accattivanti, dei ghigni d’intesa scambiati di continuo con il suo pupillo Mike e degli escamotage brillanti con cui risolve i casi più intricati, è l’aura da supereroe che porta in scena.

Non è un caso infatti che l’avvocato si diverta spesso a paragonarsi all’eroe mascherato di Gotham City. Accostamento che può sembrare pretestuoso per chi non segue Suits.

I fan di Suits hanno visto spesso Harvey salvare innocenti da guai soffocanti e punire i colpevoli regalandoci quel senso di giustizia che solo gli eroi sanno trasmetterci. E la sua attitudine a opporsi con determinazione alla ingiustizie non è l’unica cosa che lo accomuna a Bruce Wayne.

Come il miliardario della DC Comics ad esempio anche lui indossa una divisa.

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I completi di Harvey, indossati con il suo inarrivabile carisma, lo hanno consegnato di diritto a quella parte dell’immaginario collettivo che racchiude gli uomini meglio vestiti del pianeta.

Chiunque può indossare un completo ed essere elegante ma non come Harvey. Perché su di lui doppiopetto e cravatta diventano un costume.

Sono iconici tanto quanto le sue battute taglienti e le sue strategie legali. Dopotutto – come Batman – anche Harvey ha le sue armi.

La sua tenacia, la sua astuzia e la sua competenza sono ciò che gli permette di incastrare i cattivi, ma le sue risorse non si fermano alla sua dimestichezza legale che gli ha permesso al pari del Cavaliere Oscuro di crearsi una nomea leggendaria in città. Come ogni eroe che si rispetti Harvey ha a disposizione armi e trucchetti ma anche un luogo sicuro in cui studiare le sue mosse prima di scendere in guerra. La sua Batcaverna, lo studio Pearson Hardman, è il luogo dove Harvey è diventato ciò che è. Dove si è fatto le ossa affrontando criminali fuori e dentro quello studio, misurando la sua forza di volta in volta.

Sulla sua Lexus sfreccia per New York come Bruce sulla sua Batmobile, a volte per stanare impostori altre per conquistare qualcosa e qualcuno. Perché ovviamente uno come Harvey non sa resistere a una preda difficile da conquistare.

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L’amore per uomini complessi come lui non può essere una cosa semplice.

Che si tratti di avversarie determinate come Scottie, il cui sentimento verrà sempre offuscato dalla rivalità e dal successo, o di Donna, la vera anima gemella costantemente travestita da migliore amica. Per i nostri due supereroi l’amore e le sue regole saranno sempre difficili da rispettare.

A questo gioco questo Harvey non sa giocare, dal momento che la prima regola di base per vincere davvero impone di esporsi al prossimo disarmati e lui funziona bene se le sue fragilità le mette da parte e se tiene ben stretto tra le mani il controllo del suo mondo.

Ci vorrà molto tempo e una giocatrice stoica e abile quanto lui come Donna per portare il nostro eroe urbano a vincere la partita.

E se l’amore per uomini come lui è un terreno scivoloso su cui destreggiarsi, l’amicizia al contrario è un campo in cui sa emergere come un vero top player.

Ogni eroe necessita di una spalla e di una nemesi e il nostro protagonista non fa eccezione.

Mike Ross ci è stato presentato fin da subito come il pupillo del nostro Harvey. Il suo braccio destro, la sua recluta, il suo Robin insomma, da allenare e guidare. L’erede a cui lasciare il posto quando anche il suo tempo sarà giunto.

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Il fratello minore che lo costringe a mettersi in discussione e a ridefinire il suo concetto di squadra.

Poi abbiamo anche Louis, il cui rapporto con Harvey è sicuramente il più stimolante di tutto lo show. Il nemico che pur osteggiandolo lo ha guardato più di chiunque altro come un simbolo a cui ispirarsi. Riconoscendo in lui l’eroe che anch’egli vorrebbe essere.

E infine, sempre come Bruce, anche Harvey ha il suo mentore. Una figura apparentemente marginale che in realtà appare sempre quando il nostro eroe brancola nel dubbio o sta per commettere un errore.

Jessica come Alfred ha visto crescere il suo ragazzo e ha scommesso su di lui e sul suo piano quando in molti non lo avrebbero fatto.

Poche volte il piccolo schermo ci ha regalato personaggi carismatici come Harvey, capaci di entusiasmarci e sedurci senza avere la smaccata intenzione di farlo. E quello che sappiamo per certo, ora che lo show dopo nove stagioni è giunto al capolinea, è che non ne rivedremo così facilmente in giro.

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