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Il protagonismo della musica in Sons of Anarchy

4. Day is gone, sentimento e decadenza

Sons

Questa immagine di Sons of Anarchy doveva essere tributata. Quasi tutti i soggetti di questa foto sono caduti.

Vittime di macchinazioni, di ideali soppressi. Di menzogne, di sacrifici titanici o semplicemente di errori propri (unici a salvarsi, Tig e Chibs). Soggetti che si sono amati, strattonati, smarriti, odiati, confusi e trascinati vicendevolmente nel baratro. Sons of Anarchy è un immenso matrimonio nero, fatto da viziosa ed intrigante complicità. Alti e bassi, amore e odio, generosità e cattiveria, ragione e sentimento. Il finale del primo episodio spalanca le porte del cuore dello spettatore. Sons of Anarchy ha nettamente una marcia in più, sin dal primo momento.

“La luce è la coscienza del biondo e tormentato Jackson Teller, figlio del capostipite defunto dei Samcro, che nel finale del primo episodio riflette la sua anima, il suo disagio e i suoi stessi peccati, su di uno specchio. Gli evidenti lividi, impatto dei proiettili sul giubbotto antiproiettile della precedente sparatoria, sono un simbolo di dolore per la sua anima confusa prima che per il suo corpo. Un epilogo accompagnato dal timbro della voce di Bobby ‘Elvis’ Munson, che con l’uso della violenza ha ottenuto quella desiderata esibizione in stile Elvis Presley, in un pub squinternato. Sentimento e decadenza, questa è la prima cosa che ci lega al dramma di Sons of Anarchy”

“But its too late, to go back…
I can see the darkness, through the cracks”

Il testo di Day is gone conserva una carica poetica sterminata. Tutto sta per decadere e perdersi, tutto sta per svanire. Tutto sta per crollare. Restano solo la poesia ed il sentimento. Un testo e una melodia che riescono a donare un senso di imperitura e sincera malinconia.

5. Adam Raised a Cain, tradimento e memoria

La canzone di Bruce Springsteen inaugura l’ultimo episodio di Sons of Anarchy. Un pezzo monumentale.

Jax annulla il suo stesso nome e la sua memoria , unica consolazione possibile che vive nella morte, continuando dopo di essa. La scena sa di addio universale. Jax non vuole essere ricordato. Non vuole che i figli subiscano quel tormento esistenziale, compagnia astratta da sempre avvinghiata alla mente di Jackson. Addio al memoriale di John consegnatogli dal caro Piney. Addio alle foto di mamma Gemma e papà John. Addio alla foto dei capostipiti First Nine. Addio all’amato Opie. Addio all’unico vero amore della sua vita, Tara. Le pagine del diario di John che hanno bruciato la sua sporca coscienza, divengono ora cenere.

Il testo di Bruce Springsteen si riveste di una struggente spiritualità cristiana ‘Adamo allevò un Caino‘. Jax allontana suo figlio Abel(e) dal seme del male che si è insediato in Caino. Quel Caino (Clay) che uccise un fratello (John) macchiandosi del primo grande fratricidio della storia.

Addio ai sogni di anarchia e libertà sfociati in sangue e menzogne. Addio ad una vita adrenalinica coperta da malaffare e vigliaccherie. Addio alle persone care. Addio.

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