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Snowpiercer 2×02, la Recensione – Un pericolo in agguato e una speranza da coltivare

Un pericolo in agguato e una speranza da coltivare. Questo è ciò che la 2×02 di Snowpiercer, tornata su Netflix con una nuova stagione distribuita a cadenza settimanale, regala ai passeggeri del treno e agli spettatori che assistono al loro viaggio.

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Lo Snowpiercer alle prese con un nuovo mistero

Le vicende si aprono con una notizia sconvolgente: una ex fondista è stata brutalmente mutilata. È Bess che lo comunica a Layton ed è lei che riceve l’incarico di investigare sulle circostanze dell’aggressione. In un primo momento l’ex frenatrice si mostra riluttante di fronte al compito, ma alla fine lo accetta: fare chiarezza su quanto accaduto è indispensabile per preservare gli equilibri dello Snowpiercer e conservare i frutti che la rivoluzione ha dato.

Nello scorso episodio l’incursione nel treno di Wilford ha portato alla cattura di Kevin McMannil, il capo dell’accoglienza. Ora lo troviamo al cospetto di Layton e Roche, pronto per essere interrogato. Kevin sembra deciso a non proferire parola, ma davanti all’offerta di cibo con cui viene tentato si convince a parlare. Rivela che il gigante che ha respinto l’attacco degli uomini dello Snowpiercer è un uomo potenziato con innesti tecnologici e pelle sintetica e che il numero dei passeggeri di Wilford è di circa 100.

Il cedimento gli costerà estremamente caro.

Joseph Wilford: il lato oscuro del padre dello Snowpiercer

Dopo lo scambio che riporta gli ostaggi a bordo dei rispettivi treni, il signor Wilford accoglie Kevin nella Big Alice. Malgrado si dimostri ospitale e benevolo nei suoi confronti, tanto da fargli preparare un bagno caldo con cui ristorarsi, il suo vero scopo non è quello di dargli il bentornato. Wilford non tiene ai membri dell’accoglienza, come Ruth e lo stesso Kevin avevano erroneamente creduto, ma solo ed esclusivamente al proprio potere. Con il suo comportamento Kevin ne ha minato le basi e non per la prima volta. Per questo motivo, dopo averlo indotto a confessare le sue colpe, Wilford gli consegna una lametta e lo spinge al suicidio.

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Il ritorno del CW7: una nuova speranza per lo Snowpiercer

Melanie (Jennifer Connelly) condivide con Ben e Javi la scoperta fatta tramite la neve raccolta all’esterno. L’analisi condotta dagli Headwood nel loro laboratorio ha rivelato nel campione la presenza di solfato di ammonio di origine vulcanica: si tratta di CW7, la sostanza utilizzata per invertire il surriscaldamento globale nella sciagurata operazione che ha provocato la glaciazione della Terra. Il fatto che il CW7 stia ricadendo può voler dire una cosa sola: le temperature stanno salendo.

Un inaspettato ritorno sullo Snowpiercer

Quello che segue è il primo grande colpo di scena della stagione: Josie è viva. A farcelo scoprire è Zarah, che la trova ricoverata con gravissime ustioni su tutto il corpo. Preoccupata dalla possibilità che Josie possa intromettersi tra lei e Layton, Zarah manomette il sacchetto della trasfusione per ucciderla. In preda al senso di colpa, torna in infermeria per staccare l’ago dal braccio di Josie e salvarla.

Le indagini di Bess proseguono con l’interrogatorio del pastore Logan, un religioso che predica la pace e l’unità tra i passeggeri del treno. Nel suo discorso, Logan fa notare a Bess la tendenza che alcuni hanno a piegare la propria fede alle esigenze del momento. Bess ne ricava il sospetto che i seguaci di Wilford siano già sullo Snowpiercer e stiano cospirando per destabilizzarlo.

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Layton decide di invitare Wilford sullo Snowpiercer. Secondo Melanie è una mossa azzardata, ma Layton sa che il confronto con il creatore del treno non potrà essere rimandato all’infinito e ritiene che la scoperta del CW7 sia il giusto pretesto per organizzarlo. Wilford viene accolto in trionfo. LJ Folger, che sogna di riacquistare il proprio status una volta che l’uomo sarà salito al comando, lo avvicina per farsi notare e rendergli omaggio.

Melanie getta subito le carte in tavola, annunciando che la Terra potrebbe tornare abitabile molto prima del previsto. Wilford prova a screditare la sua teoria, ma quando gli Headwood la avvalorano non gli resta che unirsi all’entusiasmo generale e accettare la pace, in modo che le forze possano concentrarsi sulla pista della ricolonizzazione. Sarà proprio Melanie ad occuparsene, recandosi in una stazione nascosta tra le montagne da cui saranno captati i segnali della presenza di eventuali zone calde da ripopolare.

Nel gesto che Wilford compie verso la folla in festa – indice, medio e anulare sollevati a formare quella che sembra una “W” – Bess scorge un possibile collegamento con la mutilazione che la fondista ha subito. I fatti le danno ragione: ad essere tagliati sono stati proprio pollice e mignolo.

Dopo due episodi, lo Snowpiercer viaggia a velocità ancora sostenuta

Quello di questa settimana è un altro episodio attendista che ha la pecca di risultare complessivamente piatto, vuoi per l’assenza dei momenti di tensione che avevano dato ritmo alla première, vuoi perché non va molto oltre i presupposti da essa gettati. L’apporto più importante è rappresentato dalla piega che la storia del signor Wilford assume. Se la scorsa settimana ci era stato presentato come un uomo assetato di potere, adesso la sua figura acquista tratti più estremi ed inquietanti, legati ad aspetti che rimandano a un macabro culto con la sua schiera di adepti più che ad una leadership con la sua legione di sottoposti.

Josie, fondaia al servizio della causa rivoluzionaria nonché compagna di Layton, era stata catturata e torturata nel corso della sua missione da infiltrata. Prima di essere interrogata da Melanie aveva chiesto a Bess di ghiacciarle una mano per potersi liberare delle manette che la tenevano incatenata e attaccare così la ex voce del treno. Lo scontro tra le due donne si era concluso con la fuga di Melanie e Josie in balio di un getto ghiacciato che sembrava destinato a ucciderla. Persino Layton credeva che fosse morta, eppure le cose sono andate diversamente.

Con ogni probabilità il ritorno di Josie impatterà sul rapporto tra Layton e Zarah —  le avvisaglie da triangolo ci sono tutte e non sono decisamente entusiasmanti — e coinvolgerà le potenzialità dell’altra tecnologia sviluppata sul treno di Wilford, che come si è visto, è in grado di opporre rimedi miracolosamente efficaci alle grandi ustioni provocate dal congelamento.

Se queste ipotesi si riveleranno esatte lo scopriremo soltanto lungo il corso del viaggio.

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