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Shrinking 2×05: tra sincerità, tradimenti e sensi di colpa – La recensione

Una scena della 2x05 di Shrinking
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Con l’arrivo del mercoledì, anche questa settimana Apple TV+ ha rilasciato un nuovo episodio di Shrinking, l’acclamata dramedy creata da Bill Lawrence, Jason Segel e Brett Goldstein. La serie, che esplora le vicende dell’eccentrico psicanalista Jimmy Laird e delle persone che ruotano attorno alla sua vita, continua a regalarci ironia e introspezione, affrontando con un tono leggero e brillante i drammi e le complessità della vita quotidiana. Questa settimana, la nuova puntata dal titolo Periodo di sincerità prosegue sulle orme dei precedenti episodi (qui la recensione dei primi due episodi), ma sarà riuscita a mantenere il livello qualitativo a cui ci ha finora abituato? Per scoprirlo, vi invitiamo a leggere la nostra recensione con spoiler di Shrinking 2×05, in cui analizzeremo i momenti più salienti e le tematiche più interessanti toccate da questa bellissima dramedy.

iniziamo con il dire questo: Shrinking 2×05 costituisce l’ennesimo episodio ben riuscito di una serie che ci ha deluso solo raramente.

Harrison Ford in una scena della 2x05 di Shrinking
Credits: Apple Tv+

Grazie anche alle meravigliosi performance dei suoi talentuosi attori e a una scrittura che ama giocare di parallelismo e contrapposizioni, la puntata riesce ancora una volta a catturarci con storie appassionanti, facendoci al contempi riflettere sul peso delle nostre parole e delle nostre scelte. Ogni personaggio sembra infatti farci da specchio, costringendoci a confrontarci con le nostre fragilità e i nostri demoni interiori. Ma andiamo con ordine.

Sincerità: amica o nemica?

Fin dai suoi esordi, questa fantastica serie si è posta l’obiettivo di raccontare gli esseri umani a tutto tondo. I loro peccati e le loro paure senza filtri di alcun tipo. Con Shrinking 2×05, la serie decide quindi di confrontarsi faccia a faccia con il tema della sincerità a tutti i consti. Lo fa portando i propri personaggi a un confronto faccia a faccia con la verità. Una verità solitamente percepita come liberatoria e purificatrice, ma che nasconde parecchie insidie spesso taciute. L’episodio si approccia all’argomento con piglio più realistico: la verità può infatti ferire, mettendo a nudo le parti peggiori di noi stessi e degli altri.

La verità spesso non sempre porta alla comprensione o alla guarigione. Anzi, a volte apre ferite che faticano a rimarginarsi.

Questo lo sa bene Alice, che si ritrova a perdere l’affetto e la stima della migliore amica, ma anche a vedersi allontanata da Liz, per lei punto di riferimento dalla morte di sua madre. Il gesto di onestà di Connor non offre infatti né pace né chiarezza; al contrario, non fa altro che distruggere. Anche l’ingenua sincerità di Jimmy, che dice a Derek che Liz ha incontrato un suo ex, non fa che causare danni, minando la sicurezza di Derek.

Alice e Liz in una scena di della seconda stagione di Shrinking
Credits: Apple Tv+

Perchè non è vero che la verità è sempre un bene. La sincerità, se non accompagnata dalla sensibilità, può diventare un’arma pericolosa. Un’arma che Liz, in seguito, decide di impugnare consapevolmente contro Jimmy in un violento sfogo verbale in cui la donna incolpa lo psicoterapeuta di essere la causa ultima di tutte le proprie disgrazie. Un uomo che definisce “imperdonabile” sotto ogni punto di vista. Una verità che, tuttavia, non tutti sono in grado di accettare, come capita al padre di Sean.

Un altro tema centrale dell’episodio è il senso di colpa, quel peso silenzioso che i personaggi portano dentro di sé e che li guida nelle loro azioni, spesso in modo inconsapevole. Paul è l’incarnazione di questo tormento: il tradimento compiuto anni prima ai danni della sua ex moglie è infatti una ferita che non si è mai realmente rimarginata e che lo perseguita tuttora. È proprio questo senso di colpa, questa viscerale vergona, che lo ha trattenuto dall’avere una relazione più stretta con la figlia, una rinuncia che ancora oggi continua a torturarlo. Paul vive infatti nella convinzione di aver perso il diritto di essere amato, di essere perdonato e per questo gioca sempre in difesa.

Shrinking 2×05 riesce a raccontare il senso di colpa come una forza che, anziché spronare verso la redenzione, diventa una prigione emotiva, uno scudo dietro cui i personaggi si nascondono per sfuggire a un vero confronto.

Anche la sorella di Gaby, un tempo tossicodipendente, porta sulle sue spalle un peso che agli altri pare essere invisibile, ma che per anni l’ha spinta a farsi carico delle responsabilità all’interno della famiglia, ma che ora vorrebbe condividere. Gaby, d’altro canto, sembra aver approfittato di questo senso di colpa per alleggerire il proprio fardello. La donna si è infatti liberata per anni dalle proprie responsabilità e non si è presa davvero a cuore la cura della madre, mentre conduceva una vita privilegiata.

Una scena della 2x05 di Shrinking
Credits: Apple Tv+

Come contrappeso al senso di colpa, l’episodio introduce il tema del perdono.

Tuttavia, la puntata lo fa senza cedere alla facile retorica del “perdono istantaneo”. Perdonare è un atto che richiede tempo, empatia e una profonda accettazione del passato. La ex moglie di Paul confessa di averlo perdonato da tempo, ma questa rivelazione non cancella i rimpianti e i silenzi accumulati negli anni. È un momento che porta sollievo, sì, ma anche amarezza: il tempo perduto non può essere restituito, e ogni perdono è un ricordo di ciò che non può più essere cambiato. Shrinking 2×05 ci mostra, infatti, attraverso questi personaggi, che il perdono non è mai una linea retta, ma un cammino tortuoso verso una vetta che si raggiunge a piccoli passi.

L’apice dell’episodio, tuttavia, lo abbiamo solo nel finale, nella parabola discendente di Sean, il cui percorso verso la pace interiore sembra sprofondare nuovamente in un buio abisso. Il tanto atteso e temuto confronto con il padre arriva. Purtroppo, però, esso non si risolve in lacrime di commozione e abbracci, ma in silenzi, incomprensioni e atteggiamenti giudicanti. L’ennesimo litigio spinge ancor auna volta Sean oltre il limite. Il padre, incapace di comprendere la vulnerabilità del figlio e i progressi da lui compiuti, finisce ancora una volta per allontanarlo, attribuendo alla terapia la colpa che si rifiuta di accettare su di sé.

Una bottiglia di birra di troppo diventa la scintilla che appicca un terribile incendio.

La ricaduta di Sean nel tunnel della violenza è un pugno allo stomaco. Una rappresentazione brutale della solitudine interiore e della sofferenza che accompagna chi non trova un modo sano per esprimere il proprio dolore. Un momento che riporta Shrinking a un tono drammatico e quasi tragico, mostrandoci come, in alcuni casi, l’assenza di comprensione reciproca porti inevitabilmente al fallimento.

In definitiva, Shrinking 2×05 costituisce un ottimo episodio, ben scritto e recitato e dal grande impatto emotivo, che ci ricorda quanto sia difficile vivere onestamente e fare pace con le nostre colpe. Shrinking offre un ritratto impietoso ma realistico delle reazioni umane, accompagnandoci in un viaggio tra emozioni che raramente vengono così ben rappresentate sul piccolo schermo.

Mentre le luci si spengono su Sean, abbandonato nel suo dolore, lo spettatore resta con un senso di vuoto e malinconia, consapevole che, talvolta, i sentimenti non curano le nostre ferite, ma le rendono solo più sopportabili.

Comunque, non temete, Shrinking avrà una terza stagione.