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Dobbiamo voler bene a Frank Gallagher?

I Gallagher sono una delle famiglie più famose nel panorama seriale degli ultimi anni, e sono sicuramente anche la più sballata. In Shameless come nella vita quotidiana il pesce puzza dalla testa, come insegnano i detti popolari. In questo caso la testa ha il nome di Frank Gallagher, conosciuto nel South Side di Chicago per i suoi comportamenti… osceni, in tutti i sensi.

Come si potrebbe descrivere quest’uomo in tre parole? Le prime che ci vengono in mente sono ubriacone, strafottente e immortale. Forse potrebbe sembrare superfluo spiegarle, sono abbastanza chiare, ma non diamo niente per scontato e a qualcuno potrebbe rischiararsi la memoria. Sì, perché strano ma vero Frank, con tutti i suoi difetti, è sempre un personaggio molto amato dagli spettatori della serie.

Partiamo dall’attributo “ubriacone”. In Shameless forse solo Liam non è mai stato ubriaco… ma nelle vene di Frank ormai non scorre più sangue, ma alcol!

Sappiamo tutti che sotto l’influsso dell’alcol si fanno azioni sconsiderate, si smarrisce la bussola morale (nel caso si avesse… una morale) e, soprattutto, si perdono i freni inibitori. Frank ne ha combinate di tutti i colori in nove stagioni di serie tv. Si è urinato addosso, si è nascosto nell’immondizia e nei wc chimici, ha causato risse, ha fatto sesso con una ragazzina. E queste sono solo le azioni compiute da un ubriaco. Pensiamo a tutto quello che ha invece fatto pur di ubriacarsi, in parole povere per ottenere denaro illecitamente.

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Il capofamiglia Gallagher non si è mai fatto scrupoli a truffare lo Stato, a rubare anche ai familiari, a farsi fare crediti infiniti al bar Alibi di Vic e Kev. Ha sfruttato diverse donne per ottenere vitto e alloggio, per essere un mantenuto e risucchiare i loro soldi per “andarli a bere”. Nell’ultima stagione ha addirittura partecipato a una gara con fine di marketing per guadagnare il ruolo di testimonial di una bevanda alcolica dalla tossicità elevatissima. Che fine avrebbero fatto quei soldi? Di certo non li avrebbe usati per i figli in arrivo. Di certo li avrebbe bevuti o li avrebbe trasformati in droga. Un “re Mida” dei poveracci.

Il secondo termine da noi scelto per definire Frank è “strafottente”.

Perché strafottente? Non servirebbe domandarselo. Chi segue Shameless, chi ha visto anche solo una puntata della serie, sa benissimo qual è il contesto in cui le vicende familiari dei protagonisti hanno luogo. Madre bipolare che abbandona la famiglia, padre ubriacone e assente. Assente, ma non troppo però. Alla fine, pensandoci, Frank non se n’è andato. Non ha fatto come Monica, che ha mollato tutto e ha tentato di rifarsi una vita (per quanto poi alla fine abbia fallito). Frank ha visto i figli crescere, cadere, rialzarsi. Li ha visti soffrire e gioire, arrabbiarsi e litigare tra di loro. Ma questo vedere nasconde un grave problema.

Frank ha avuto solo un ruolo da spettatore. Un padre responsabile di sei figli dovrebbe essere coinvolto in prima persona nella cura della famiglia, dovrebbe farsi in quattro per loro. Passare notti a lavoro, farne un altro la mattina. E invece no. Questo diventa il compito della primogenita e poi anche degli altri figli, a mano a mano che crescono. Alla fine la famiglia Gallagher è una famiglia decente, i ragazzi prendono tutti la loro strada, deviazioni incluse, ma sono persone fondamentalmente buone. Non grazie al padre, che li avrebbe venduti pur di avere qualcosa in cambio (come quasi accade una volta a causa di un debito).

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L’ultimo punto è quello più interessante, e che ci fa più rabbia in assoluto. Manco Shameless fosse il nuovo film prequel di Gomorra, ha anche lei un immortale. Frank.

Quest’uomo è stato inseguito da spacciatori che volevano ucciderlo, malmenato diverse volte, quasi gli è crollato un palazzo addosso… eppure è ancora vivo e vegeto. E se anche volessimo rivolgere l’attenzione non a cause di morte esterne, ma insite in lui, rimarremo insoddisfatti. Il più grande punto interrogativo di Shameless, per noi, sarà sempre il trapianto di fegato ottenuto da Frank. L’uomo dimostra più volte di essere un bevitore impenitente, di non aver alcun interesse a prendersi cura di se stesso, del vecchio fegato e addirittura del nuovo.

Eppure, banalmente, ogni volta subentra l’istinto di sopravvivenza. Frank non ha uno scopo nella vita, se non vivere senza alcuno scopo. Sembra un gioco di parole, ma se ci riflettete non lo è. Lui non subisce una trasformazione, non vuole vivere per cambiare la sua vita, per stare con la famiglia. Vuole vivere per bere, drogarsi e fare i suoi giochetti quotidiani. Vivere per sopravvivere. Tutto ciò è infinitamente triste.

Ci sono momenti in cui Frank sembra quasi un uomo decente, pare ami almeno un po’ i frutti dei suoi lombi, come spesso chiama i figli.

Quasi ringrazia Fiona nel finale di stagione, quando diciamo addio alla ragazza. Quasi, però. Perché Frank è ubriacone, strafottente, immortale e inconsapevole. Troppo egocentrico per empatizzare con gli altri e immune a qualsiasi redenzione. Per questo non possiamo perdonarlo, Per questo non possiamo volergli bene, nemmeno un po’. Possiamo compatirlo, guardarlo scuotendo la testa e chiedendoci come si fa a fare quella fine. Come si fa quando si guarda uno scarafaggio ribaltato sulla schiena. Lo troviamo disgustoso, inutile ma anche vivo, che lotta per la sua misera esistenza. Ed è il suo essere vivo che non ci permette di odiarlo, ma di certo nemmeno di volergli bene.

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