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7 Serie Tv che non sono affatto le trashate che molti pensavano

Le frontiere del trash sono infinite e multiforme: esiste il trash puro e totale, il trash teen alla Pretty Little Liars che ha trovato un degnissimo erede in Riverdale, così come troviamo il trash romance di Bridgerton, il trash folle de La Casa di Carta e tantissime altre sfumature che avrebbero bisogno di un articolo a parte. Ad alcuni spettatori il trash piace, altri lo evitano come la peste e altri ancora lo tollerano solo in certa misura. Succede, però, a volte, di essere fin troppo frettolosi a etichettare una serie tv come trash. Sarà colpa del trailer, sarà colpa delle immagini promozionali o di un passaparola che non rende giustizia, ma in alcuni casi se andiamo un attimo più a fondo ci dobbiamo ricredere: alcune produzioni odorano di trash – come Young Rock, ad esempio – ma si rivelano essere tutt’altro. Proviamo allora a scardinare qualche pregiudizio che alcune di queste serie si sono portate spesso dietro e chissà, magari deciderete di dare qualche chance a qualcuna di esse.

1) Young Rock

young rock

2031. Uno Dwayne JohnsonThe Rock – sessantenne si è candidato per la presidenza degli Stati Uniti e attraversa il continente per svolgere la sua campagna elettorale: è la premessa di Young Rock, sitcom statunitense creata da a Nahnatchka Khan e Jeff Chiang, basata sulla vita del famoso attore ed ex-wrestler, per NBC (in Italia disponibile su Sky Serie e NOW). Con un preludio del genere, la possibile deriva trash era in pericolosissimo agguato. Eppure, la corsa alle elezioni di The Rock viene utilizzata come ottimo espediente per far riflettere l’attore stesso su momenti ed episodi importanti del suo passato e raccontare quindi al pubblico la sua vita.

In Young Rock, infatti, il protagonista partecipa a vari programmi televisivi e durante le interviste rivela stralci della sua vita, divisi in particolare in tre periodi significativi: l‘infanzia, l’adolescenza e la giovinezza. La prima fase (Hawaii, 1982) si concentra principalmente sul mondo del wrestling e i suoi meccanismi, con vari cameo di wrestler dell’epoca; la seconda (Pennsylvania, 1987) affronta i problemi adolescenziali; la terza (anni Novanta), indaga su come il protagonista abbia reagito a un infortunio che gli ha impedito di vivere il sogno del football americano.

Insomma, Young Rock è un viaggio interessante nella vita di Dwayne Johnson lontano da quella venatura trash che la premessa poteva suggerire.

2) Z Nation

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Serie post-apocalittica statunitense prodotta da The Asylum, e avremmo già detto tutto. Chi conosce la casa di produzione sa che il suo nome è sempre sinonimo di – intenzionale – trashata pazzesca. Quando è stata annunciata Z Nation, i fan più fedeli di Asylum si sono riempiti di aspettative perché la casa di produzione aveva promesso un massiccio impiego di zombie lanciando in un certo senso frecciatine alla produzione di The Walking Dead, per l’assenza degli stessi (i prodotti Asylum sono spesso parodie di altre cose).

Inizialmente, Z Nation si è presentata proprio come ciò che si si era aspettati, con personaggi, trama ed effetti speciali più che assurdi. Andando avanti, però, ha cominciato a trattare tematiche profonde come l’amicizia, l’inclusività e il rapporto generazionale in un modo del tutto inatteso. Perciò certo, Z Nation resta un po’ trash, ma considerando gli standard a cui ci ha abituati la Asylum, non è per niente la trashata che ci si sarebbe potuti aspettare.

3) Dollface

Ci spostiamo nel mondo delle comedy con Dollface, una serie statunitense trasmessa dal 2019 su Hulu e disponibile in Italia dal marzo 2021 su Disney+ come Star Original. In questo caso sono due gli elementi che potrebbero ingannare in un primo momento, facendo scattare l’allarme trash. In primis, come nel caso di Young Rock, la premessa: Jules Wiley, la protagonista interpretata da Kat Dennings, vede spesso la sua immaginazione concretizzarsi in modi assurdi – un esempio è il suo spirito guida che prende le sembianze di una vecchia gatta parlante. Non c’è dubbio che un concept del genere avrebbe potuto far deragliare la trama e portarla nello sconfinato mondo del trah.

E poi c’è Shay Mitchell, a cui si vuole tanto bene, ma che oltre a essere stata protagonista in uno dei capostipiti del trash quale Pretty Little Liars, non si è mai tirata indietro da copioni di film e serie altrettanto bizzarri. Ma non è il caso di Dollface, una serie molto originale che ripercorre la crescita personale della protagonista e racconta in modo efficace il sentimento di precarietà e insoddisfazione che può colpire le generazioni più giovani.

4) Desperate Housewives

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Casalinghe disperate: basta come concept per far annusare l’odore del trash? Decisamente. Ma la serie, poi, è davvero una trashata? No. Desperate Housewives è una serie statunitense ideata da Marc Cherry, andata in onda tra il 2004 e il 2012 e, soprattutto, conosciutissima almeno per sentito dire. E in alcuni casi il problema è proprio questo per sentito dire, perché chi non conosce la serie in prima persona potrebbe effettivamente pensare che si tratti di qualcosa di super trash.

In realtà, la serie è realizzata con grande cura e si distingue per diversi elementi di originalità. Innanzitutto, l’abilità di mescolare generi molto diversi tra loro come il dramma, la commedia, la satira, la soap opera e il giallo. Poi, non meno importante, la capacità di intrecciare nel tessuto narrativo diverse tematiche universali, affrontate sia con grande serietà sia con una pungente ironia. Nel corso degli anni, il valore della serie è anche stato riconosciuto attraverso numerosi premi, tra cui tre Golden Globe.

5) Non ho mai…

young rock

Non ho mai… è approdata su Netflix per la prima volta nel 2020 e ha conquistato un’ottima fetta di spettatori, tant’è che la serie è stata rinnovata per una terza stagione ancor prima dell’uscita della seconda nel settembre del 2021. Tuttavia, da lontano la serie rischia di assumere le sembianze di un teen drama come tanti, pieno di stereotipi e banalità. Addentrandoci nel mondo di Devi, però, ci accorgiamo di una situazione differente.

La produzione Netflix ha il pregio di raccontare con un linguaggio originale l’età adolescenziale e l’incontro-scontro tra diverse culture in modo fresco e brillante (oltre a trattare tematiche quali il lutto, l’omosessualità, il rapporto genitori-figli, l’amicizia…). Quando Non ho mai… utilizza dei cliché, lo fa in modo consapevole e funzionale alla trama o al messaggio che vuole trasmettere. Nel mare di teen drama che affolla la televisione degli ultimi anni, questa serie si rende perfettamente riconoscibile e unica.

6) High School Musical: The Musical – The Series

High School Musical

Ammettiamolo: spin-off, remake e revival ci fanno sempre un po’ paura. Anche quando le premesse sembrano buone, il timore che la situazione prenda un risvolto trash è sempre in agguato. Con una produzione Disney Original alle spalle, come la trilogia di film High School Musical, il rischio sembrava ancor più elevato. Non toccateci Troy e Gabriella!

La serie che vede Olivia Rodrigo nei panni della protagonista Nini Salazar-Roberts, per fortuna, ha però spazzato ogni paura. Uno degli aspetti interessanti è senz’altro la volontà del creatore, Tim Federle, di scegliere come attori dei veri adolescenti – mentre spesso vengono scelti attori più grandi per interpretare studenti. Questo ha contribuito a rendere la trama più credibile. Inoltre, la serie tocca tematiche come l’omosessualità, l’omogenitorialità e il divorzio in maniera molto autentica. E, naturalmente, la musica resta la grande protagonista.

7) Outer Banks

Young Rock

Anche Outer Banks viene spesso etichettata frettolosamente come la serie teen piena di trashate e nulla più. Del resto, con un gruppo di ragazzini al centro delle vicende, l’estate e le feste sulla spiaggia il sospetto ci mette poco a farsi largo. E in alcuni casi certo, Outer Banks ha qualche momento trash, però ha anche tutt’altro.

Se pensiamo al genere di questa produzione, ad esempio, riferirci solo al teen drama sarebbe assai riduttivo. Outer Banks è in tutto e per tutto un racconto di avventura e mistero, con ricerche, codici da svelare e vecchi segreti sepolti da riportare in superficie. Tra i temi affrontati, poi, troviamo anche quelli più complicati come la violenza domestica di un padre su un figlio, la difficoltà di trovare un lavoro per i giovani e la lotta tra classe sociali. Siamo ben lontani da quei teen drama che pongono le loro fondamenta su una base di party infiniti, fiumi di alcol, droghe e scappatelle.

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