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TWIN PEAKS, un personaggio alla volta: LA SIGNORA CEPPO

CHI È LA SIGNORA CEPPO?

Margaret Lanterman era un’insegnante di danza, ma ora è in pensione. Se ne gira per Twin Peaks con un ceppo in mano. Un ceppo. Sì. Intendo dire una porzione di albero. E sì, pare che questo ceppo le parli rivelandole delle grandi e criptiche verità sulla cittadina, ma anche sull’esistenza in generale. In alcune versioni della serie televisiva, a lei e al suo ceppo sono affidati dei monologhi introduttivi (vere e proprie chicche, ragazzi). Lei è la pizia del mondo di Twin Peaks. Creduta folle dai più, assolve la funzione che nell’antichità era propria della sacerdotessa di Apollo. È il tramite tra il trascendentale e l’umano: a lei gli oracoli.

Il legno ha un ruolo fondamentale in tutta la serie. Potrebbe essere quasi trattato alla stregua di un personaggio. In esso, infatti, possono essere contenuti gli spiriti umani (non a caso, quando muore Josie Packard – vedova Packard ed erede dell’omonima segheria – finisce intrappolata nelle pareti di legno del Great Northen Hotel). C’è chi avanza l’ipotesi che il ceppo di Margaret contenga lo spirito del defunto marito, perito in un incendio nel bosco della cittadina. Non a caso, Margaret teme il fuoco al punto tale da aver sbarrato il caminetto nella sua abitazione. Il fuoco è un altro elemento fondamentale di Twin Peaks (il titolo del prequel, Fuoco cammina con me è abbastanza emblematico). È la Signora Ceppo stessa a darci un’indicazione fondamentale sul ruolo di questo elemento nel mondo lynchiano: «Il fuoco è il diavolo celato come un codardo nel fumo». Quindi sì, quando pensate, riguardate o riguarderete Twin Peaks ricordatevi questa nozione fondamentale: IL FUOCO È IL DIAVOLO!

Qualche giorno prima della morte di Laura Palmer, Margaret l’aveva ammonita circa il suo imminente destino. Forse Laura non l’ha ascoltata, e allora la Signora Ceppo non è la Pizia, ma è Cassandra. Forse Laura, semplicemente, sa che al proprio destino non si scampa.

Sarà tra i primi cittadini di Twin Peaks ad avvicinare l’agente Dale Cooper, pronto ad investigare l’accaduto. Il ceppo, a suo dire, ha visto qualcosa nella notte dell’omicidio. Cooper (che, comunque sia, è anche – positivamente – un po’ fuori di melone) si fiderà della “matta del villaggio”. Così, l’agente e lo sceriffo (Harry Truman) si recheranno presso l’abitazione della Signora Lanterman per prendere la deposizione………. Del ceppo! Grazie a questa deposizione (ovviamente espressa tramite Margaret) si scoprirà chi quella notte era con Laura. Si tratta di Ronette Pulaski, Leo Johnson e Jacques Renault.

Nel penultimo episodio della seconda stagione (ventottesimo episodio, Miss Twin Peaks) Windom Earl (il cattivone con cui Cooper ha parecchi conti in sospeso) si traveste da Signora Ceppo per rapire Annie Blackburn (l’amata di Cooper). Sarà l’autentica Signora Ceppo a fornire all’agente il modo per entrare nella Loggia Nera: un vasetto d’olio.

Che mistero Signora Ceppo. Speriamo che Lynch trovi un modo per farla “vivere” nella terza stagione. Ma è un folle. Lo farà.

L’ANEDDOTO (o Di come nasce un personaggio): Lynch è Lynch e non c’è bisogno che ve lo spieghi. Il film è suo e ci mette tutti i conigli che vuole, potremmo chiosare citandolo. O meglio, il film è suo e ci mette tutti i pezzi di legno che vuole. Quando David e Catherine erano indaffarati per le riprese di Eraserhead lui ebbe una delle mille intuizioni che fecero di una normalissima serie tv, quel capolavoro insuperabile che è Twin Peaks. Le disse che quando la vedeva con gli occhiali, si immaginava sempre che lei stringesse un tronco tra le sue braccia e le promise che, un giorno, avrebbe realizzato una serie nella quale lei avrebbe interpretato una donna con un ceppo in mano. Era circa il 1977. Indovinate che serie ne sarebbe nata, poi…

LA FRASE: C’è una certa tristezza in questo mondo, poiché ignoriamo molte cose. Sì, ignoriamo molte belle cose. Cose come la verità. Pertanto, la tristezza della nostra ignoranza è molto reale. Le lacrime sono vere. Che cosa sono le lacrime? Ci sono persino piccoli condotti, i condotti lacrimali, per produrre queste lacrime, in caso di tristezza. Poi, il giorno in cui la tristezza ci colpisce, ci chiediamo: “Chissà se questa tristezza, che mi fa piangere, chissà se questa tristezza che mi spezza il cuore avrà mai fine?” La risposta, ovviamente, è sì. Un giorno, la tristezza avrà fine.

Elisa Belotti

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