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Abbiamo sempre meno tempo per innamorarci delle nuove Serie Tv?

Ricordate quando per vedere dei nuovi episodi della serie tv che seguivamo dovevamo necessariamente aspettare una settimana? Quando le piattaforme streaming non esistevano e l’unico modo per non perderci nemmeno una puntata era piazzarci dinnanzi alla televisione a un orario prestabilito?

Netflix, Infinity, Amazon Prime Video e tutte le altre piattaforme hanno letteralmente rivoluzionato il modo di vivere di noi serializzati. Adesso abbiamo a disposizione un’innumerevole quantità di serie tv, sit-com, documentari e film. Fino a qualche anno fa, invece, non avevamo molto potere decisionale.

Nonostante tutto ciò vada apparentemente a nostro favore, però, dobbiamo ammettere che l’attesa era parte integrante della visione di una nuova serie tv.

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Netflix, per esempio, ha l’abitudine di rilasciare interi pacchetti di puntate in un’unica giornata. Avere a disposizione una manciata di episodi è fantastico, lo sappiamo bene, ma tutto ciò rischia di farci perdere la “magia”. Evita la possibilità di fare mille supposizioni su cosa sarebbe accaduto nella puntata che sarebbe andata in onda dopo una settimana.

Ci ritrovavamo spesso a parlare delle possibili evoluzioni della trama con i nostri amici che, come noi, morivano dalla curiosità. Oggi tutto ciò non succede più. Adesso ci ritroviamo a vedere intere stagioni in un giorno solo, perdendo tutta la suspense che dovrebbe caratterizzare una serie tv.

Pensiamo, a tal proposito, ad alcuni telefilm che hanno fatto la storia della serialità. Primo tra tutti, ovviamente, c’è Lost.

Se noi non avessimo aspettato settimane, mesi e anni interi per sapere quale epilogo avrebbe avuto la storia dei naufraghi avremmo davvero apprezzato così tanto questa serie? Se avessimo avuto a disposizione tutto e subito il nostro amore per Lost sarebbe stato il medesimo?

La storia dei sopravvissuti non è, tuttavia, l’unica che può essere citata trattando un argomento come questo. Ci basterebbe pensare a Buffy l’Ammazzavampiri, Smallville, Scrubs, Friends e tante altre serie tv che sono andate avanti per anni.

Oggi possiamo decidere noi quando e dove guardare i nostri telefilm preferiti. Mentre siamo sull’autobus, dopo pranzo, la sera prima di addormentarci o addirittura di notte: tutto è a nostra disposizione, sempre. Solo qualche anno fa toccava attendere le 15:00 o le 19:00 per guardare un episodio.

Ricordo che a casa mia, quando andava in onda Una mamma per amica, tutto si bloccava per 45 minuti. Io, mia sorella e mia madre interrompevamo ciò che stavamo facendo per metterci davanti allo schermo a vedere cosa sarebbe accaduto alle ragazze Gilmore. Allo stesso modo ricordo l’appuntamento fisso del mercoledì sera, in prima serata, per vedere Streghe.

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C’è da dire che, ovviamente, anche adesso possiamo organizzarci per guardare le serie tv con i nostri amici o i nostri familiari. Basterebbe essere tutti d’accordo per incontrarsi in serata e lasciare che le piattaforme streaming facciano il loro lavoro. Ma quante volte vi è capitato di infrangere le regole e guardare un episodio da soli, perché eravate troppo curiosi di sapere cosa sarebbe successo dopo l’ultima puntata? O, nel peggiore dei casi, quante volte è stato qualcun altro a non aspettare voi per andare avanti insieme?

Anche guardare le serie tv da soli è bello, noi addicted lo sappiamo bene. Nessuna distrazione, nessun vocìo inutile e fastidioso e, soprattutto, nessuno spoiler. Ma attendere tutti insieme era un’altra storia.

A proposito di spoiler: ricordate quando questa parola non esisteva? Quando le anticipazioni non erano possibili, perché nessuno sapeva realmente cosa sarebbe accaduto ai nostri personaggi preferiti? Adesso, invece, gli spoiler sono il peggior nemico di noi serializzati. Ci capita di imbatterci in anticipazioni costantemente: nei gruppi su Facebook, nelle conversazioni con i nostri amici, persino nei trailer che guardiamo su YouTube.

Per concludere potremmo dire che sì, avere a disposizione tutto e subito è bello: affermare il contrario sarebbe da ipocriti. Ma dovremmo ammettere anche che quel sentimento di attesa collettiva, in fondo, ci manca un po’.

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