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5 Serie Tv in cui Netflix non ha creduto abbastanza

A volte dobbiamo proprio riconoscere che certe serie sembrano nate per morire. E non perché non siano accattivanti o non riscuotano abbastanza successo. Ma perché sembra che sia Netflix stessa, che le produce, ad aver stabilito a priori che non ce l’avrebbero fatta. In pratica, non ci ha creduto abbastanza. E non importa quanto invece gli spettatori abbiano lottato per rinnovi e degne conclusioni: il dado era ormai tratto. La frustrazione si acuisce poi quando vediamo rinnovati prodotti per nulla originali e molto dozzinali. Queste 5 serie tv sono stata brutalmente cancellate da Netflix nonostante avessero tutte le carte in regola per diventare dei nuovi colossi della serialità, per le tematiche trattate o per l’alta qualità, e lo hanno dimostrato, in alcuni casi, anche con una stagione da pochi episodi. Ecco perché ci impegniamo noi a valorizzarle e a promuoverle.

1) Sense8

serie tv netflix cancellate

Vedere Sense8 tra le serie tv Netflix cancellate non smetterà mai di bruciare.

Dopo sole due stagioni, il sito di streaming ha deciso di porre fine al viaggio dei nostri otto supereroi delle emozioni ed è stata solo una campagna scatenata da parte dei fan che ha consentito il sopraggiungere di un compromesso: un film che potesse almeno dare una conclusione (molto frettolosa) alle trama lasciate in sospeso. La motivazione additata è che la serie era troppo dispendiosa: le riprese, svoltesi dal Kenya fino all’Islanda, richiedevano un budget troppo alto. Evidentemente il gioco non valeva la candela. Eppure, sono tantissimi i fan di Sense8: milioni di persone sono rimaste toccate dalla profonda, coinvolgente, sentimentale storia raccontata. Com’è accaduto un po’ ai protagonisti, siamo stati uniti da qualcosa, vicini nonostante la distanza, accomunati da ciò che ciascun personaggio ci ha insegnato.

Sense8 pone l’accento su un sentimento che al giorno d’oggi, ma forse da sempre, è stato dimenticato: l’empatia. È questo il fulcro della storia, delle vicende. La capacità di connettersi con gli altri, di condividere, aprendosi e mostrandosi vulnerabili nel momento della gioia e del dolore e di saper riconoscere quelle sensazioni quando le provano gli altri. Conoscersi conoscendo gli altri, comprenderli comprendendo noi stessi.

2) Spinning Out

A Spinning Out non è stato dato neanche un mese di tempo: è una di quelle serie tv che Netflix ha cancellato così velocemente che non ha avuto quasi il tempo di essere messa in catalogo. La delusione dei fan di Spinning Out ha raggiunto vette altissime. Un prodotto davvero valido, commovente, motivazionale e soprattutto realistico e autentico. Neanche una critica negativa, anzi, gli spettatori hanno l’hanno coperta di elogi al punto che nonostante la cancellazione molti hanno deciso di recuperarla.

La serie ha trattato con cura il tema del bipolarismo, cosa tutt’altro che scontata. Ed è riuscita a farlo senza scadere nel banale e senza idealizzare o romanticizzare questo disturbo, rischio in cui si incappa spesso. Mostrando non solo i disagi che possono riscontrare le persone che ne soffrono, ma anche cosa provano e come affrontano la vita i familiari vicini. Ma l’abilità di Spinning Out è che non si concentra solo su questo, c’è molto altro dietro il bipolarismo: è un’inno alla vita e al coraggio di lottare. È un viaggio alla scoperta di sé e alla ricerca della forza per combattere i propri demoni.

3) The OA

serie tv netflix cancellate

Se non avete visto The OA vi consiglio di farlo: sono due le stagioni che Netflix ci ha concesso per deliziarci con questo capolavoro, prima di eliminarla brutalmente. È vero, potremmo dire che per certi versi questa non è una serie semplice. È lenta, poliedrica, si articola su più livelli di comprensione, come se ogni volta che la si guarda si scendesse più giù e poi ancora più a fondo, scoprendo sempre nuove interpretazioni e nuovi significati. The OA gioca molto con le percezioni, con i sensi e con la nostra capacità di connetterci al nostro io interiore, a volte riflesso di quello degli altri.

Ma la cosa più affascinante è che non sappiamo davvero se quello che la protagonista Prairie racconta (e non racconta) su di lei e sulla sia vita sia reale o se, come hanno ipotizzato alcuni, sia una farneticazione di una donna che soffre di disturbo post-traumatico. Ma noi scegliamo in qualche modo di crederle, di seguirla in questo viaggio dentro la sua testa e dentro la nostra anima, alla ricerca di un modo per comprendere o per uscire dalla nostra prigione mentale.

Rimaniamo ancora con il dubbio su quale sia effettivamente la conclusione per questo viaggio sensoriale che abbiamo iniziato con la protagonista. Ma forse, Brit Marling ci ha fatto capire come deve finire.

4) Mindhunter

mindhunter

Altra perla che rientra tra le serie tv Netflix cancellate: Mindhunter.

Questa incanta, colpisce e lascia veramente tramortiti, con una strana sensazione di inquietudine e di curiosità. E lo fa incontrando volti noti della storia: Charles Manson, Ed Kemper, Richard Speck per citarne alcuni. La particolarità di questo thriller è che pone l’accento sul comportamento, sull’analisi psicologica dei cosiddetti serial killer. E pian piano si profila una scomoda verità: l’assassino siamo noi, è dentro di noi. Questa è l’amara verità che ci viene mostrata, in un percorso a volte tortuoso e forse non sempre emozionate come la caccia all’assassino di molti gialli. È un appostamento lento, un tentativo di entrare nella mente del colpevole e di comprenderlo, accorgendosi in questo lento viaggio scomodo, che il male fa parte dell’uomo. E l’uomo è frutto della società in cui vive.

Come era già accaduto con Sense8, nonostante il successo della serie, Netflix preferisce rinunciare perché Mindhunter “costa troppo”. Ma a differenza della precedente cancellazione, lascia la porta socchiusa, ipotizzando un ritorno tra qualche anno, sospendendo momentaneamente la produzione. Tuttavia, dal momento che il regista ha anche rivelato come sarebbe finita la terza stagione, le possibilità di un effettivo ritorno sono piuttosto scarse.

5) I Am Not Okay With This

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I Am Not Okay With This è una serie sicuramente sopra le righe. Non è stato immediato entrare nell’atmosfera giusta e gli episodi, lo ammettiamo, ci hanno messo un po’ per ingranare. Eppure, dopo un finale assolutamente sconvolgente e inaspettato, possiamo dire che ci aveva abbastanza incuriosito e conquistato. Era sicuramente una prima stagione introduttiva, che serviva a mettere lo spettatore a proprio agio e ad accompagnarlo pian piano nella vita di Sydney, facendoci scoprire non solo i suoi poteri incontrollati, ma anche e soprattutto la sua vita, i suoi quotidiani disagi.

Anzi, possiamo dire che l’originalità della serie sta proprio nell’usare il paranormale per sottolineare invece la normalità. Tanto che ci viene un dubbio: quello che Sydney vive sta accadendo davvero o è solo un modo di processare emozioni per troppo tempo rimaste inascoltate?

Netflix ha deciso di troncare tutto sul nascere, chiudendo i battenti e lasciandoci con mille domande in testa. Purtroppo, pare che in questo caso, gran parte della colpa sia stata dovuta alla pandemia del COVID che ha reso le cose difficili per gli scrittori e gli sceneggiatori che si sono trovati a dover riformulare anche il budget.

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