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7 Serie Tv in cui ho detestato (quasi) ogni singolo personaggio

Che urto a volte i personaggi delle Serie Tv, amici. E non sto parlando soltanto di Ted Mosby o Dawson Leery, i protagonisti più detestati di sempre dalla maggior parte del pubblico. Sto parlando di quelle Serie Tv in cui, tolte due o tre figure, i protagonisti non sono altro che un misto di fastidio, lamentele e caos, e non sempre in modo affascinante. In Succession, ad esempio, tutti i personaggi sono dei possibili villain assetati dalla sete di sangue, ma sono magnetici, ti estasiano con la loro ossessiva ambizione, con il loro modo sporco di giocare e vincere la partita. Ma questo non è ciò che ho provato di fronte ad alcuni personaggi che per quanto mi riguarda è una gran fortuna siano soltanto oggetto di fantasie. Non potrei mai condividere una stanza con loro, neanche se fosse talmente ampia da vederci comunque lontani. Impossibile. Ognuno di questi fa parte di una Serie Tv in cui sono riuscita a provare qualcosa di positivo soltanto per due o tre personaggi, per il resto l’unica cosa che ho provato è stata soltanto fastidio e diffidenza. Totale diffidenza. Insomma amici, detta in breve: li detestavo. Davvero.

Ci sono Serie Tv in cui ho detestato davvero (quasi) ogni singolo personaggio: ecco quali

1) Sex Education

Sex Education
Sex Education (640×360)

La mia pazienza nei confronti dei protagonisti di Sex Education era già stata messa a dura prova, ma con la quarta stagione è arrivata del tutto a capolinea. Tolti i meravigliosi Adam, Aimee e Ruby, Sex Education in questa stagione finale mi ha dimostrato del tutto quello che credevo: per un motivo o per un altro, non sopporto i suoi personaggi. Detesto l’altalenante e lamentoso carattere di Maeve, la pessima intraprendenza di Otis, la continua polemica sterile di Eric, lo sfuggente modo di porsi di Cal. Queste erano cose che avevo già appurato, ma il peggio è giunto con l’arrivo dei nuovi personaggi. Ognuno di loro era per me più che evitabile. Non mi davano niente, non mi spiegavano niente. Non empatizzavo con loro. Le loro storie, nonostante il potenziale, sono rimaste per me fini a se stesse, completamente vittime di personaggi che non hanno saputo valorizzarle. Insomma, potevo farne a meno. Avevo già tanti altri personaggi da detestare, non avevo bisogno di averne altri 10.

2) La Caduta della casa degli Usher

La caduta della casa degli Usher
La Caduta della casa degli Usher (640×360)

La Caduta della casa degli Usher è il nuovo gioiellino Netflix creato dal regista dell’orrore Mike Flanagan. Con una storia complessa tanto quanto affascinante, la serie presenta dei personaggi assetati di potere e mossi soltanto delle loro ambizioni. Nessuno di loro è interessato alle dinamiche familiari, non a quelle emotive almeno. L’unica cosa che gli sta a cuore ha a che vedere con la fama, il successo, il controllo, i soldi. Nonostante i continui lutti, la famiglia Usher non cede mai alla vulnerabilità pensando soltanto a sistemarsi il trucco per il funerale del fratello, a nascondere ciò che potrebbe compromettere la loro posizione sociale. Nessuna mancanza, nessun momento di debolezza, nessun senso di colpa. Soltanto il potere. Nello stesso modo, la famiglia Usher porta avanti la casa farmaceutica che, negli anni, ha ucciso più di 50.000 persone. Ma anche in questo caso non sussiste alcuna forma di riflessione. I personaggi de La Caduta della casa degli Usher non conoscono infatti alcuna forma di empatia o sentimento. Disconoscono tutto quello che ha a che fare con l’umanità e, anche se dai tratti affascinanti, non ho potuto fare a meno di detestarli.

3) Élite

Élite (640×360)

Sarà che, anche se cambiano di stagione in stagione, sembrano sempre l’uno la copia dell’altro, sarà perché sono pieni di stereotipi fastidiosi, sarà perché camminano sempre come se dovessero andare a conquistare il mondo, ma se questa fosse una classifica inevitabilmente Élite occuperebbe per me il primo posto. I protagonisti della Serie Tv spagnola sono simili a delle zanzare da cui non riesci mai a liberarti. Sai che, anche se non le vedi per un po’, sono destinate a tornare, esattamente come i personaggi di questa produzione che torna ogni volta con un rinnovo di cui tutti ci chiediamo la motivazione. Non ho ancora chiara la ragione per cui questi adolescenti vivano la propria vita un quarto di polemica alla volta, ma sono certa di non voler indagare oltre. Mi basta quello che so contro la mia volontà. Mi bastano i loro dialoghi vuoti, così sterili e sempre egocentrici. Ovunque voi siate, io spero di non arrivare mai fin lì. E se dovessi farlo, cambiare strada sarà l’unica scelta possibile.

4) Euphoria

Hunter Schafer
Euphoria (640×360)

In modo sicuramente più affascinante di Elite, anche se non ci vuole molto, Euphoria presenta dei personaggi che probabilmente non vorremmo mai incontrare nella vita reale. Tolti Fezco e Lexi, i protagonisti della Serie Tv HBO diretta da Sam Levinson non sono altro che un branco di adolescenti urlanti con gli ormoni a palla. Jules, nonostante provi a vincere la sfida miglior personaggio enigmatico, mi ha stancato con i suoi trucchetti volubili già dalla prima puntata della prima stagione, mentre tutto il resto ha almeno aspettato la seconda stagione. Tra un Nate ossessivo e possessivo e una Kat talmente codarda da inventarsi una malattia per lasciare un ragazzo, i protagonisti di Euphoria mi hanno infastidito come ben pochi personaggi. Per alcuni ho provato inizialmente sentimenti contrastanti, ma con il tempo non ho più avuto dubbi: li detestavo perché avevano fatto di tutto per far sì che fosse questo il loro destino. Davvero, mai come in questo caso ce l’ho messa tutta per non provare fastidio nei loro riguardi, ma certe cose erano più grandi di questa mia volontà. Ci abbiamo provato, amici.

5) La Casa de Papel

la casa de papel
La Casa de Papel (640×360)

Parlare di personaggi detestabili implica parlare di Tokyo e io, amici, non faccio eccezione alla regola. Ma permettetemi di dire che abbiamo perso troppo tempo a parlare di quanto fosse insopportabile lei insieme al nostro amico Arturito da dimenticare che neanche gli altri non fossero esattamente un carnevale di Rio. E a proposito di Rio, anche lui si aggiunge alla lista di personaggi che preferirei non vedere neanche con il binocolo. Lui, Denver, perfino Nairobi – perdonatemi, so che molti provavano stima nei suoi confronti – e Stoccolma che, tra un’indagine e l’altra, ha preferito concedersi del tutto alla vita da criminale seguendo un folle gruppo di manigoldi. Io ci ho provato, davvero. Ho pensato agli antieroi, alla bellezza delle contraddizioni, al fascino, ma non ce l’ho fatta. Nessuno di loro per me per me corrispondeva a questi aggettivi positivi. Mi sembravano soltanto un banda di criminali e basta, senza alcun tipo di idealizzazione possibile. Li ho visti vuoti, ben lontani da quel concetto di antieroe che da tempo mi affascina. Non era questo il caso, neanche lontanamente. Ahimé.

6) Emily in Paris

Emily in Paris (640×360)

Poteva essere una comedy godibile, una di quelle che vuoi guardare quando vuoi liberare la testa dalla pesantezza, e invece il mio esperimento con Emily è presto fallito. Emily in Paris mi ha fatto perdere la pazienza più e più volte con dei personaggi viziati, superficiali e ripetitivi. Partendo dalla protagonista Emily fino arrivare ai suoi 10 o 20 interessi amorosi. Tra di loro non se ne salva neanche uno, ma la cosa non mi fa insospettire: d’altronde hanno scelto di stare con una ragazza composta dal 70% di cliché. Si crede profonda e indipendente, ma in realtà è soltanto viziata e superficiale. Crede che ricominciare da sola dall’altro capo del mondo possa renderla speciale, ma il vuoto che ha dentro parla per lei sin dalla prima puntata. Incapace di stare da sola, si attacca a qualsiasi persona capace di mostrarle un minimo interesse per poi lasciarla per il solito ragazzo che, tra una cosa e l’altra, allontana e avvicina nel giro di un solo secondo. Io sono piena amici, non ce la posso fare più.

7) The Idol

The Idol (640×360)

Lui è un manipolatore con il codino, lei una manipolatrice vestita da vittima. Lui un uomo che cerca di appriopriarsi dei successi altrui, lei una continua cantilena fatta di bugie e trasgressioni folli. Vorrei dire che mi basta così, che per il resto The Idol si salva, ma non posso farlo. Esiste infatti soltanto una cosa più insopportabile dei due protagonisti, e sono gli amici di lui. Scrocconi fino al midollo, si accampano nella villa di Jocelyn creandosi una realtà alternativa che sembra quasi una setta. Bevono, cantano e organizzano cene con i soldi altrui, ma quando è il momento di mettere un freno alla follia dell’amico sembrano non esistere. Va tutto bene, d’altronde, fino a quando gli conviene. In The Idol nessuno riesce a salvarsi dal proprio destino che, almeno per quanto mi riguarda, non ha altra prospettiva che finire in liste come queste. E’ già qualcosa, no? Bene o male, basta che se ne parli.

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