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I revival delle Serie Tv sono sempre dannosi

“È verità universalmente riconosciuta che” una Serie Tv di grande successo a un certo punto dalla sua conclusione debba avere il suo revival.
“Revival”, ovvero rinascita, qualcosa che torna a essere attuale, vivo e d’interesse. Basti pensare a Prison Break. Ma questo deve valere per tutte le Serie Tv?

È una moda che ha preso piede sempre più prepotentemente nel panorama seriale odierno: ormai tutto è buono per essere rivitalizzato. Inutile dire che dietro ci sia soprattutto un fattore economico e d’interesse. Le idee nel mondo dell’intrattenimento scarseggiano. Non solo in Tv ma anche al cinema dove tra un sequel, un reboot e un remake un vero prodotto di qualità lo si può scovare solo in quel cinema d’autore tipicamente bohémien. I prodotti di un certo livello sono sempre più difficili da trovare, quelli eccellenti roba da via d’estinzione. La soluzione diventa quindi rispolverare vecchi cult per accalappiare il pubblico, puntare su qualcosa di certo e sicuro piuttosto che rischiare.

È una scelta che, per certi versi, si può considerare legittima. D’altronde i tempi dell’art pour l’art sono abbastanza conclusi! In fondo la necessità di assicurarsi un pubblico fedele è di primaria importanza, in tempi in cui Netflix e compagnia bella spadroneggiano. La legittimità di questa scelta sopperisce miseramente però di fronte alla perdita di qualità, e soprattutto novità, del panorama seriale.

Che poi ci sono revival e revival.

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Chiameremo i primi “i revival delle seconde occasioni”, tra questi abbiamo X-Files e Will & Grace. Sono quei revival che più propriamente riportano a vita nuova Serie Tv finite male o lasciate in sospeso. È un modo da parte del network di riallacciare un rapporto perduto con i fan puntando su prodotti comunque non di nicchia ma di un certo spessore. Ora questi revival nati con le migliori intenzioni rappresentano una piacevole passeggiata lungo il viale dei ricordi permettendo al network di assicurarsi buoni ascolti e a noi, fan di lunga data, di riabbracciare con gli occhi personaggi amati. Ben venga un revival delle seconde occasioni che permette così di rendere giustizia a uno show che magari non si è concluso nel migliore dei modi e che ha ancora qualcosa da raccontare.

Attenzione però a non scambiare le seconde occasioni con l’accanimento perché, a un certo punto, un addio è pur sempre necessario per conservare il ricordo migliore possibile.

Ecco quindi che il revival del primo tipo potrebbe nel peggiore dei casi trasformarsi in una continuazione forzata della Serie Tv. Una o più spiacevoli, non necessarie, stagioni. E di non necessarie nuove stagioni direi che ne abbiamo già abbastanza. Un esempio su tutti quella settima stagione di Once Upon a Time che ha rovinato un immaginario, forzato le cose e distrutto il bel ricordo della Serie Tv stessa.

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Il secondo tipo di revival è quello del “gallina vecchia fa buon brodo… o almeno così pensa lei”. Perché la gallina in questione, che a suo tempo ha regalato meravigliose uova d’oro, ora rischia di essere spremuta fino all’osso. In questo caso il revival è più vicino al reboot dato che la necessità di voler riproporre un successo telefilmico incontra l’esigenza di vestirlo a nuovo. È il caso di Streghe (criticato aspramente da un’ex protagonista) che tornerà quest’autunno con tre volti totalmente nuovi e molto più giovani, ma è anche il caso di Roswell e soprattutto di Lost.

Ora, voi ve lo riuscite a immaginare un revival/reboot di Lost?!

Come ho accennato prima il secondo tipo di revival è più un reboot, l’ostinata ricerca di un guadagno facile, che poi siamo proprio sicuri di questo? Il reboot rappresenta davvero quella certezza economica che molti network sono convinti che sia?

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Alla terza e ultima categoria appartengono i “revival-che-non-devono-essere-nominati”, ovvero quei revival che nessun telefilm addicted vorrebbe mai vedere. Sono i rifacimenti innominati di Serie Tv sacre e concluse da tempo che è bene che rimangano così. In questi casi non c’è nessun filo da riprendere, nessuna situazione irrisolta ma solo il sadico piacere di rovinare un ricordo perfetto. Nel terzo tipo rientrano revival di Serie Tv come Buffy (!!), Xena (!!!) e Prison Break (!!!!).

La mancanza di idee e l’uscita di Serie Tv che presentano trame molto simili tra loro può davvero giustificare l’ondata di reboot e revival che sta investendo il mondo seriale? Forse, invece, è più probabile che la pigrizia e l’ignavia si autoalimentino generando idee sempre più scarse e banali. A quel punto si preferisce guardare al passato, come appunto è stato fatto con Prison Break, piuttosto che rischiare sul futuro.

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