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9 Serie Tv che ero pronta a distruggere ma mi hanno lasciata a bocca aperta

E’ inutile nasconderlo: pur essendo nel 2022, pregiudizi di diversa natura continuano ancora a traghettare le nostre abitudini, soprattutto quando si parla di prodotti audiovisivi. Siamo spesso convinti di sapere già che cosa voler guardare, e vogliamo che i titoli alla quale ci approcciamo rispettino quanto effettivamente ci aspettiamo. Col tempo crediamo di aver formato un nostro personalissimo gusto che orienta le scelte di consumo di ciascuno, ragione per la quale ci professiamo appassionati di podcast oscuri sui serial killer o di caotici reality show sulla ristrutturazione di immobili. Ciò nonostante, di quando in quando proviamo addirittura a uscire da una confort zone fruitiva, che sia per il consiglio di un amico fidato, l’esposizione mediale di una serie tv, o per la mera curiosità risvegliata da un qualche contenuto. Giunti a una certa esperienza di visione costruita negli anni, ci barrichiamo con particolare frequenza in un solido pregiudizio contro le serie tv. I teen drama, in particolare, sono spesso vittime di troppi stereotipi. Nonostante il panorama seriale abbia donato titoli di genere rivoluzionari che nel tempo ci hanno formati e emozionati, complice anche il target di riferimento, siamo spesso portati erroneamente a pensare che il livello qualitativo di queste trame possa essere inferiore. Ebbene, quanto è bello continuare a stupirsi. Ultimamente, teen drama come Non Ho Mai… o Skam Italia mi hanno lasciata a bocca aperta come pochi, nonostante mi aspettassi qualcosa di totalmente differente e fossi pronta a sparlarne con chiunque.

Pronta ad affossare nelle parole di una chiacchiera tra amici alcuni titoli degli ultimi anni, ci sono stati alcuni casi in cui sono stata piacevolmente sorpresa. La dura nota di serie tv come The White Lotus ha adempiuto a una funzione complessa: farmi ricredere e abbattere ogni mia ingenua aspettativa. Volevo distruggerle, e invece sono state queste serie tv ad abbattere le mie spavalde convinzioni.

Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Fakes, Sax Lives of College Girls, Skam Italia, The White Lotus, Cruel Summer, Non Ho Mai…, Curon, Zoey’s Extraordinary Playlist, Looking for Alaska.

1) Fakes

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Fakes (640×347)

Nell’attesa di un teen drama qualunque, leggero, abbastanza comune e in linea con quanto già proposto dalla tedesca Come Vendere Droga Online (in fretta), Fakes di Netflix si è rivelata una stimolate scoperta. Il punto focale e di forza della serie tv sta nel quesito che attraversa la sua storia: chi sta dicendo la verità. Fakes propone un plot frenetico e irriverente in cui le due adolescenti protagoniste sono state appena arrestate per aver creato un business di successo di falsificazione di documenti di identità per minorenni, permettendo loro di comprare alcool e compiere reati di diverso tipo. In ogni episodio viene proposto a ritroso il punto di vista di entrambe le falsarie, la cui prospettiva non è mai pienamente veritiera in quanto dettata dal proprio personalissimo punto di vista. Capire da che parte stia la verità è interessante e rende la serie tv molto accattivante nella capacità di colorire una storia altrimenti basilare. I guai adolescenziali in cui le diversissime Becca e Zoe si cacciano, il cliffhanger conclusivo della prima stagione, e l’episodio incentrato sul compagno di crimini Tryst valgono tutta la visione di una serie tv che nella sua semplicità mi ha stupita nel trovare una propria chiave narrativa efficace e identitaria.

2) The Sex Lives of College Girls

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Sex Lives of College Girls (640×419)

Quando si tratta di teen drama al femminile, è molto alto il rischio di imbattersi in un prodotto che minimizzi problemi e romanticizzi quanto di più errato. Contrariamente a quanto banalmente atteso, The Sex Lives of College Girls non è la classica storia fatta solo di sorellanza, festini e vita adolescenziale. La serie tv è un’ottima soluzione contemporanea alla necessità di commedie romantiche, grazie agli ottimi spunti riflessivi proposti in maniera più o meno esplicita in una trama densa anche dei soliti drammi di giovani donne. Le quattro protagoniste sono un perfetto esempio di scrittura solida di personaggi. Non sono necessarie azioni o dinamiche eclatanti, la base strutturale che caratterizza ciascuna delle quattro figure dà già la giusta vena a The Sex Lives of College Girls che si impone in silenzio tra i titoli più eccentrici e strutturati del genere degli ultimi anni.

3) Skam Italia

skam italia
Skam Italia (640×336)

Essendo fan della serie tv di origine norvegese da cui il remake italiano prende esplicitamente spunto, avevo diverse paure e molti pregiudizi nei confronti del teen drama di punta di Netflix Italia. Temevo lo snaturamento di un titolo che ho tanto avuto modo di apprezzare. Ma, pur ricalcando molto la trama originale, Skam Italia è un prodotto valido e necessario, soprattutto in un contesto nazionale odierno che ha ancora molto su cui lavorare. Le storie stagionali di Skam Italia emozionano per la delicatezza proposta, la fragilità esposta e per il coraggio di parlare di una parte del Paese ancora troppo poco inascoltata. Dopo quattro stagioni, Skam Italia ha anche dimostrato la sua capacità creativa, mettendo in scena la prima produzione inedita, non poggiante dunque sulle trame norvegesi. Con il quinto capitolo, il teen drama di Ludovico Bessegato mi ha permesso finalmente di vedere il vero cuore di un titolo che è capace anche di osare in autonomo.

4) The White Lotus

the white lotus
The White Lotus (640×370)

The White Lotus è la proposta HBO a una tendenza particolarmente diffusasi negli ultimi anni e di cui il celebre Parassite di Bong Joon-ho è stato solo un apripista. Assieme a titoli come Acapulco e Nine Perfect Strangers, molti sono i contenuti che hanno scelto di proporre storie su individui ricchi inetti e sovvertiti. E in un’offerta di genere così recentemente florida, l’eterno scontro tra moralità e benestare economico trova in The White Lotus il suo teatro d’azione tra i più incisivi. La serie tv in questione si rivela assurda, provocatoria e imprevedibile al punto da essere a mani basse tra gli show più memorabili dello scorso anno. Con una seconda stagione dall’uscita imminente, The White Lotus è una dark comedy è eccentrica, controversa, spietata nel modo sincero di ricordarci come gira il mondo, soprattutto quello di chi è privilegiato.

5) Cruel Summer

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Cruel Summer (640×364)

Una serie tv che fonde il teen drama al crime e giallo in una ambientazione anni Novanta risente sicuramente di molte aspettative, positive o negative che siano. Nel caso di Cruel Summer, i vari flashback e le duali prospettive della storia rendono difficile l’individuazione chiara e univoca delle colpe che restano ancora parzialmente celate dopo la sola prima stagione. Col finale a sorpresa del primo capitolo, i personaggi principali della serie tv assumono un’aura nuova e oscura che consente di comprenderli più in profondità. Anche in questo caso il tema della verità e della sua effettiva collocazione è ricorrente. Quell’infame di Jeanette Turner non è totalmente innocente, ma questo è chiaro sin dal primo episodio di un teen drama capace di intrigare con un mistero anche psicologico intrigante e coinvolgente. Un guilty pleasure inatteso ma che ho scoperto con molto piacere.

6) Non Ho Mai…

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Non Ho Mai… (640×378)

Il particolare pregiudizio che anticipa la qualunque visione di un teen drama ha preceduto anche l’approccio a Non Ho Mai…, nonostante sia creata dalla geniale mente dell’irriverente Mindy Kaling. Anche in questo caso, l’estroso carattere della comica statunitense si è confermato vincente, forse è proprio con Non Ho Mai… che la donna ha consolidato la sua abilità di sceneggiatrice già mostrata in titoli come The Mindy Project. Insospettabilmente, la dramedy adolescenziale di Netflix si afferma come un buon ritratto di una Generazione Z ancora molto complessa da rappresentare. Non Ho Mai… si è rivelata una serie tv attuale, sopra le righe e attenta al cambiamento. Inclusione, linguaggio woke e pop, irriverenza e battute anche al limite rendono il titolo una teen drama a cui è difficile rinunciare grazie anche alla sapiente alternanza con sequenze più introspettive che coinvolgono i personaggi, soprattutto relativamente al tema del lutto e dell’integrazione. In tutta la sovrabbondanza di show adolescenziali americanissimi presenti nel catalogo Netflix, Non Ho Mai… è in grado di emergere proprio per il suo essere contemporaneo ma attento alle esigenze dei più, passate e presenti.

7) Curon

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Curon (640×402)

In un Italia con pochi, pochissimi, prodotti di genere soprannaturale, pur essendo una serie tv ben lontana dall’essere perfetta, Curon si è dimostrata a mio parere un’interessante mossa in una direzione ancora poco proposta nel nostro Paese. Coi limiti del caso, è uno show coraggioso che sperimenta sulla capacità di creare suspance e tensione in un’Italia ancora prevalentemente dominata da commedie e teen drama. Ovviamente, anche qui una certa dose di ibridazione col genere adolescenziale è presente per addolcire l’acidità di una produzione Netflix che almeno nel plot tenta di strizzare l’occhio all’estero. Curon è senza dubbio una serie tv che avrebbe meritato approfondimento maggiore, sia produttivo che mediale in un contesto che si è fermato troppo presto. Errare per migliorare, ma comunque offrendo spunti che dovrebbero esser rilevati e sfruttati per intraprendere una direzione che nel nostro territorio produttivo è ancora poco esplorata. Curon non mi ha lasciata a bocca aperta, ma si è comunque rivelata un’interessante punto di partenza e di riflessione a oggi quasi creativamente indispensabile.

8) Zoey’s Extraordinary Playlist

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Zoey’s Extraordinary Playlist (640×418)

Dal concept di base difficile da comprendere e spiegare a parole, le confuse aspettative non sapevano nemmeno in che direzione incanalarsi. Ma già dalla prima coreografia (curata da Mandy Moore) è chiaro lo stile di Zoey’s Extraordinary Playlist di cui mi sono innamorata ancor prima che l’episodio pilota giungesse al termine per la grande forza empatica e per le favolose performance musicali che colorano di ironia ed emozione una serie tv che mi ha stupita in positivo. La storia di una sviluppatrice di software che scopre il potere di percepire gli stati d’animo e i pensieri altrui attraverso canzoni che vengono esibite di fronte ai suoi occhi è divertente e commuovente come i caldi e originali titoli NBC che l’hanno preceduta sullo stesso broadcaster. Proprio per questo, Zoey’s Extraordinary Playlist riesce a rimarcare ancora una volta la brillantezza creativa di uno dei palinsesti che più ha offerto al mondo delle sitcom di genere.

9) Looking for Alaska

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Looking for Alaska (640×403)

Le trasposizioni sono sempre rischiose. Opera letteraria cardine dell’adolescenza di molti, si è a lungo discusso sulla realizzazione di un adattamento audiovisivo di Looking for Alaska di John Green. Dopo diversi anni di sviluppo, e visto anche il discutibile film realizzato nel 2015 di un altro libro dello stesso autore (Città di Carta), la miniserie Hulu è un buon riadattamento seriale di un romanzo incisivo e ruvido. Con due volti promettenti del piccolo e grande schermo, Charlie Plummer e Kristine Froseth, il teen drama segue fedelmente l’opera originale e propone un racconto nostalgico e malinconico con la giusta dose di formazione adolescenziale. Le possibilità di rovinare tutto c’erano, eppure Looking for Alaska non mi ha delusa, condensando tutta la storia in un unico capitolo che restituisce brillantemente un ricordo passato che prende vita autonomamente senza far rimpiangere la letteratura che ha alle spalle.