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Abbiamo incontrato Brian De Palma e Valeria Golino alla Mostra del cinema di Venezia

La 76esima Mostra del cinema di Venezia (dove è stato presentato anche The New Pope) ha appena aperto le porte alle sue star e si prepara a vivere il primo weekend, tradizionalmente il più ricco di film, anteprime e stelle internazionali. Anche noi di Hall of Series abbiamo dato il nostro contributo, in un campo non propriamente consono alla nostra natura ma che sentiamo sempre fraterno, il cinema.

Siamo stati infatti invitati a un evento organizzato da Mastercard, che ha riunito quattro personalità del cinema di ieri e di oggi. Valeria Golino, attrice ora regista, Rossy De Palma, musa di Almodovar e icona della moda, Nadine Labaki, regista libanese prima donna araba a essere premiata a Cannes e infine il grande maestro Brian De Palma.

L’evento, con la sua esplicita dichiarazione di intenti “See life though a different lens”, ha raccolto di fronte a un pubblico selezionato quattro registi e personalità del cinema per discutere del loro lavoro, della fascinazione che il grande schermo ha significato per loro fin da bambini e per fare una previsione riguardo il futuro del cinema nelle generazioni future.

Un impegno non semplice, per queste quattro personalità del cinema, che hanno avuto però il vantaggio di essere tra loro fortemente eterogenee.

Rossy De Palma: la sua energia positiva e la sua personalità estroversa e spumeggiante hanno fatto presa sul pubblico, trasformando l’attrice prediletta da Almodovar per il suo viso particolare e la sua espressività latina in una diva d’altri tempi. Valeria Golino si è dimostrata a sorpresa la più intransigente degli ospiti nei riguardi della libertà di azione del cinema: “Il cinema non è democratico, il cinema è fascista” la sua dichiarazione più sentita, che ha divertito e insieme entusiasmato la platea.

Nadine Labaki, con la sua sensibilità e la sua empatia di donna cresciuta in un contesto di guerra, ha rappresentato quella frangia di cinema impegnato, che non scende a compromessi e cerca davvero di cambiare la realtà. L’esempio più bello ce lo dice lei parlando di come sia cambiato il destino del protagonista di un suo film, da bambino in un paese in guerra a rifugiato in Norvegia, dove ha potuto studiare e vivere la sua infanzia.

Naturalmente Brian De Palma ha catalizzato l’attenzione del pubblico, rapito dal maestro del cinema che, a dispetto dell’età avanzata, mostra una prontezza di spirito e un’energia invidiabili. Dall’infanzia come figlio di un medico (“ciò mi ha abituato a vedere sangue fin da piccolo”) alla maturità come regista di capolavori, De Palma è una miniera di storia che siamo contenti di aver potuto appena scalfire.

Riconosciuto a livello globale per il suo contributo all’innovazione del linguaggio cinematografico, la presenza di De Palma è stata centrale per delineare il punto di vista prediletto del cinema. Che deve essere sempre, e qui il richiamo al nome dell’evento diventa forte, quello di colui che è inquadrato. Una influenza che, per stessa ammissione del regista, viene dal maestro Hitchcock, di cui ha lodato in particolare la scena di azione in Intrigo internazionale. La centralità del protagonista nel cinema di De Palma si nota sempre, e lui stesso ne ha parlato prendendo in esame una delle scene più indimenticabili dei suoi primi film: la scena della doccia in Carrie, in cui ritrae decine di ragazze nude.

Una sensibilità, quella del regista, non rivolta esclusivamente ai suoi indimenticabili gangster, ma capace di ritrarre con delicatezza anche l’animo femminile. Tema che nel lavoro delle tre ospiti donne si fa cruciale. Qui si fa strada l’attivismo intransigente di Valeria Golino: “Non mi dà fastidio quando mi dicono che si vede che un mio film è stato girato da una donna. Mi danno fastidio i premi alle registe donne. Non devono esistere queste categorie”.

La visione del mondo di queste quattro personalità del cinema, dunque, pur passando attraverso la lente obbligata della macchina da presa ha il pregio di tentare sempre un ancoraggio con la realtà. E infatti è proprio sul futuro che si è conclusa la masterclass: De Palma si dice fiducioso riguardo le possibilità dei registi moderni, pur con le molte insidie portate dall’espansione dei servizi di streaming.

La cosa che ci ha fatto più piacere constatare in questo evento (a parte l’emozione di vedere Mr. De Palma di persona) è come tutti e quattro abbiano interagito tra loro in modo armonioso, senza divismi o atteggiamenti di superiorità. Da intervista quadrupla, l’evento è diventato un naturale fluire di coscienze personali su una tematica che a tutti, noi series addicted in primis, sta a cuore: il futuro del racconto per immagini.

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