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5 monologhi delle Serie Tv che sono diventati un manifesto

Uno degli aspetti più importanti di una serie tv è sicuramente la qualità dei dialoghi e dei monologhi. Questi ultimi, in particolare, sono uno strumento fondamentale per dare più profondità alla serie e per caratterizzare in maniera più incisiva un personaggio. Ma ci sono monologhi delle serie tv che sono andati ben oltre, diventando un vero e proprio manifesto, incidendosi in maniera indelebile nella mente degli spettatori.

Abbiamo stilato un elenco di 5 monologhi delle serie tv che sono diventati un manifesto, eccoli di seguito:

1) I Am The One Who Knocks – Breaking Bad

Breaking Bad monologhi delle serie tv
Walter White – Breaking Bad

Quando si parla di monologhi delle Serie Tv lo scambio di battute tra Walter e Skyler è la prima cosa che ci viene in mente.

Si tratta di uno dei momenti più importanti dell’intera serie, la definitiva presa di coscienza che il Walter White di un tempo si è completamente dissolto tra le ombre di Heisenberg. Di quel professore di chimica quieto e ordinario non è rimasto più niente. L’oscurità che aveva accumulato nello scantinato della sua anima viene a galla e fagocita tutto il resto.

La morte bussa alla porta del quotidiano e porta via con sè ogni timore, lasciando dietro di sè ambizione spietata e incontrollabile. Il pericolo non è più un elemento da rifuggire ma un’arma da imbracciare per costruire quell’impero del degrado con cui Vince Gilligan ama giocare.

Ma questo Skyler ancora non lo sa, o si illude di non saperlo. Una parte di lei inganna ancora se stessa del fatto che le cose possano tornare a una velata forma di normalità. Nel farlo, però, si ritrova faccia a faccia con il vero volto del marito, quello che aveva celato così sapientemente anche a se stesso.

” Who are you talking to right now? Who is it you think you see?”
“Con chi stai parlando ora? Chi pensi di vedere davanti a te?”

Walter mette da subito le carte in tavola, non è più chi lei pensa che sia. La vulnerabilità dell’essere umano ha lasciato il posto alla furia del criminale. Non è in pericolo, lui è il pericolo. E questo scambio di personalità non può che essere il manifesto di Breaking Bad e della penna di Vince Gilligan.

Un climax ascendente che ogni volta non smette di regalarci la pelle d’oca, uno dei monologhi delle Serie Tv che è un’opera d’arte prima e un vero e proprio pezzo di storia.

2) Il processo a Tyrion – Game of Thrones

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Game of Thrones ci ha regalato numerosi momenti di alta tensione, colpi di scena eclatanti e intrighi sanguinari. Ma uno dei momenti che più ci ha lasciato a bocca aperta è sicuramente l‘arringa di Tyrion nel processo a suo carico nella quarta stagione di Game of Thrones.

Uno dei monologhi delle serie tv più intensi ed emozionanti, che diventa manifesto di diversità ed emarginazione.

Tyrion non ha più nulla da perdere. Si trova dinanzi a quel popolo di traditori e di familiari che una dopo l’altro hanno piantato un pugnale nelle sue spalle.

Sono colpevole di un crimine più truce ed empio: essere un nano, la mia colpa è questa. Sono sotto processo per questo dal primo vagito che ho fatto.

Il folletto di Game of Thrones porta sulle spalle il peso di essere se stesso, la rabbia per essere ripudiato e tradito senza alcuna pietà. Ogni colpo è una nuova ferita sulla sua pelle, ma nessuno di questi colpi riesce a piegare Tyrion.

3) L’Anarchia secondo Emma Goldman – Sons of Anarchy

Sons of Anarchy monologhi delle serie tv
Sons of Anarchy

Come si può condensare in un singolo monologo il fulcro di una delle serie tv più spettacolari e amate della storia? Beh, la risposta a questa domanda si cela nel quarto episodio della prima stagione di Sons of Anarchy.

Anarchia significa liberazione della mente umana dal dominio della religione, liberazione del corpo umano dal dominio della proprietà, liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo.

L’anarchia si lega indissolubilmente al concetto di libertà. La ribellione al sistema e la ricerca di un diverso ordine delle cose è uno dei valori fondamentali dei Sons of Anarchy. Ma cosa significa ribellarsi al sistema? La libertà è un qualcosa di concretamente raggiungibile o una mera utopia?

L’unica libertà che l’uomo desidera è la libertà di stare bene.

Dietro giacche di pelle e motociclette, i Sons of Anarchy rincorrono una libertà che si tinge di morte e di una diversa forma di schiavitù. La violenza scava nelle anime dei Sons of Anarchy, condannati a una vita in bilico tra l’amore e la consapevolezza di non saper amare. L’anarchia diventa anarchia di sentimenti, la libertà diventa un sacrificio in schiavitù. L’uomo che vuole una libertà anarchica in giacche di pelle logore, è come Achille che insegue la sua tartaruga e in quel paradosso si perde e annega.

4) Lebenslangerschicksalsschatz – How I Met Your Mother

how I met your mother

Noi siamo indubbiamente gli artefici della nostra vita, eppure talvolta è un intreccio di casualità a trascinarci in luoghi e situazioni a cui altrimenti non avremmo mai pensato. How I Met Your Mother è una serie che gioca tantissimo sulla commistione tra volontarietà e caso. Tra una risata e un’altra, la serie si propone di analizzare la ricerca dell’amore e le sue svariate sfaccettature.

E non serve essere degli inguaribili romanticoni per lasciarsi coinvolgere dal bellissimo e famosissimo monologo di Klaus alla banchina di Farhampton. Ma se avete bisogno di un po’ di romanticismo, qui trovate i 5 episodi più romantici di How I Met Your Mother.

Klaus esplica a Ted la differenza tra il beinaheleidenschaftsgegenstand, ossia quella cosa che si avvicina all’amore senza però assumerne la forma, e il lebenslangerschicksalsschatz: il regalo del destino di una vita. È una questione di istanti, l’anima che si smuove e si agita in un tumulto inspiegabile. Il lebenslangerschicksalsschatz, infatti, non è qualcosa che si costruisce o si acquisisce con il passare del tempo, ma una sensazione che ti attraversa istantantaneamente.

5) La Locura – Boris

Se parliamo di monologhi delle serie tv che sono diventati un vero e proprio manifesto, non possiamo esimerci dall’includere Boris e, in particolare, il monologo sulla locura.

Boris in sè è una serie tv che a tinte satiriche dipinge un ritratto molto realistico del nostro Paese. Tra le risate e il grottesco, Boris ci fotografa come italiani. Ma uno dei momenti più alti dell’intera serie è il monologo dello sceneggiatore. Si parla di futuro, Occhi del Cuore rappresenta ormai il passato. Ma qual è il futuro per un italiano medio?

È la solita vecchia minestra ricoperta di glitters e paillettes. È il politicamente corretto che si finge all’avanguardia, con quel pizzico di pazzia che è come miele sull’orlo del bicchiere per rendere meno amara la medicina (come diceva il saggio Lucrezio molto tempo fa).

La locura è il manifesto culturale di un’Italia che sguazza nella sua mediocrità e si anestetizza per evitare di prendere coscienza della realtà. “Un Paese di musichette, mentre fuori c’è la morte“.

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