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Da The New Pope a L’Amica Geniale, passando per ZeroZeroZero: gli italiani (quando vogliono) lo fanno meglio

Italians do it better. Se lo portava scritto sulla maglietta Madonna nel video della sua bellissima Papa Don’t Preach, e ancora oggi molti americani ne sono convinti. Insomma, noi italiani, nonostante mille difetti, sembriamo avere alcuni pregi irresistibili riconosciuti in tutto il mondo. E questo concetto che gli italici, quando vogliono, lo fanno meglio degli altri, vale per tutti i campi. Non pensiamo solo all’arte, alla letteratura, alla medicina o alla scienza, ma nel piccolo, anche alle produzioni per piccolo schermo. Spesso tendiamo a non essere lucidi nell’analizzare le nostre abilità, evidenziamo troppo i nostri difetti ed esaltiamo troppo poco i nostri pregi. Per questo, oggi vogliamo raccontarvi tutto quello di buono che abbiamo fatto e che faremo nel mondo delle serie tv. Per farlo vi parliamo di tre esempi significativi: ZeroZeroZero, The New Pope e L’Amica Geniale.

Prima di iniziare a spiegarvi perché noi italiani siamo stati, siamo e saremo bravi nel produrre serie tv, bisogna fare un salto in dietro nel tempo. Bisogna tornare agli albori del piccolo schermo, quando già da allora, riuscivamo a creare prodotti di una qualità incredibile.

Da Ungaretti a Camilleri, la storia gloriosa della serialità Made in Italy

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Siamo alla fine degli anni ’60, precisamente nel ’68. Anno di rivolta e protesta, anno in cui la tv trasmette ancora in bianco e nero. Capace di esaltare ancora di più la bellezza di uno sceneggiato come Odissea, Le avventure di Ulisse, diretto da Franco Rossi, Piero Schivazappa e Mario Bava. La produzione è di enorme qualità, ma quello che innalza la fiction è l’introduzione di una dei più grandi poeti della letteratura italiana: Giuseppe Ungaretti. Ogni puntata era preceduta da una mezz’ora in cui il poeta leggeva alcuni versi del poema con una intensità e una partecipazione degni del miglior attore moderno. Ungaretti non si limita a leggere, ma recita le parti dei personaggi, si immedesima, trasforma la sua voce e le sue espressioni a seconda del soggetto che va in scena. Insomma, già agli albori della serialità eravamo protagonisti indiscussi.

Ma se andiamo avanti negli anni possiamo trovare molti altri casi di eccellenze italiane. Due su tutte, le ineguagliabili Avventure di Pinocchio di Comencini e il più recente Commissario Montalbano. Il primo è uno sceneggiato malinconico, triste e con forte tinte sociali che ha stravolto e colpito milioni di italiani con le sue sei puntate nel 1972. Una produzione rivoluzionaria e geniale, che ancora oggi potremmo definire attuale. Il secondo lo conosciamo tutti, il commissario di Andrea Camilleri. Lo scrittore, con le sue introduzioni agli episodi, ci ha ricordato quelle di Ungaretti e in più va detto che uno dei meriti della serie Montalbano è, oltre l’essere realizzata davvero bene, quello di saperci raccontare un mondo immenso racchiuso in un piccolo paese. Dopo aver fatto questo piccolo excursus per contestualizzare il nostro articolo, è il momento di parlare del presente.

Le serie tv italiane, tra qualità e quantità

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Come dicevamo poco sopra, bisogna cercare di essere lucidi e oggettivi quando parliamo di serialità italiana. La verità è questa: se decidiamo di produrre una serie tv e di produrla bene, pochi dei nostri vicini europei sono al nostro livello. Forse addirittura nessuno. Se togliamo infatti gli straordinari prodotti inglesi, vediamo che sono ben pochi quelli che possono competere con le migliori serie italiane. La Francia è quasi assente, della Germania si salva quel gioiello di Dark e poco più, in Spagna non ne parliamo. O meglio, parliamone dicendo che, sebbene La Casa de Papel (qui parliamo dei 5 personaggi più odiosi) e affiliate siano seguitissime, non possono essere accostate, qualitativamente, alle nostre serie tv di cartello. Qual è dunque il nostro problema? Spesso preferiamo la qualità alla quantità.

Le serie tv nazionali hanno una impronta forte e marcata quando si ricerca la prima, mentre quando preferiamo il far numero, tendiamo a sfociare nella banalità. Dobbiamo anche ammettere che una grande spinta alle produzioni italiane è arrivata da Netflix e soprattutto da Sky, pensiamo alla recentissima Diavoli. Ma anche Mamma Rai ha aiutato molto, serie tv come Coliandro, Rocco Schiavone e Il Cacciatore sono prodotti di nicchia da non sottovalutare. La tv di stato ha sviluppato molte collaborazioni internazionali, basti pensare al successo de I Medici e soprattutto di quel piccolo gioiello che è L’Amica Geniale. Questa è una delle serie che ci sta rendendo assoluti protagonisti del 2020, insieme a The New Pope e ZeroZeroZero. Ma cerchiamo di capire il motivo.

L’Amica Geniale, ZeroZeroZero e The New Pope, tre prodotti diversi con un unico denominatore: l’Italia.

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Abbiamo parlato delle produzioni Rai che hanno preceduto quella ispirata ai libri di Elena Ferrante, da Montalbano ai Medici, ma quello che ha fatto L’Amica Geniale sembra essere ineguagliabile. E lo ha fatto sia dal punto di vista qualitativo, perché è fatta in maniera impeccabile, che quantitativo, perché il suo successo è stato planetario. Ma non c’è solo la produzione Rai a renderci orgogliosi e a tenere alta la bandiera italiana nella serialità. ZeroZeroZero ha riscosso un enorme plauso da critica e pubblico, la serie tv di Stefano Sollima è uno straordinario ritratto oscuro a tinte crime del mondo del narcotraffico. Chiudiamo poi con quella che, a parere nostro, è forse la migliore produzione italiana di sempre: The New (e pure The Young) Pope. Nulla da togliere a serie storiche e bellissime come Romanzo Criminale o Gomorra, ma quella di Sorrentino è una perla rarissima, uno straordinario film a puntate. Poche volte bisognerebbe scomodare la parola capolavoro, ma questa è una di quelle.

Regia, montaggio, sceneggiatura, attori e fotografia. Tutto incredibilmente perfetto. Non finiremo mai di ringraziare un regista come Sorrentino per essersi prestato al mondo seriale, né smetteremo mai di ringraziare Sky Atlantic per averci dato la possibilità di guardarla (qui vi parliamo di una possibile terza stagione). Insomma, la verità è che noi italiani quando vogliamo siamo davvero capaci a realizzare cose belle. E in più, quello che ci differenzia dal resto del mondo seriale è il saper distinguerci, il riuscire a dare un marchio di fabbrica tutto italiano. Le serie che vi abbiamo provato a raccontare oggi sono tutte mainstream, ma nel contempo hanno quel velo invisibile che riesce a renderle prodotti riconoscibili e riconosciuti. Forse è questo il nostro talento, esportare l’italianità rendendola fruibile al mondo nella maniera più semplice. E con semplice non intendiamo superficiale, ma talmente perfetta da essere comprensibile per tutti. Un po’ come noi, che anche se non sappiamo bene una lingua, riusciamo sempre in qualche modo a farci capire. Del resto, siamo italiani.

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