Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » SERIE TV » Per l’ultima volta: le ultime 7 scene delle Serie Tv nella vita di 7 leggendari attori

Per l’ultima volta: le ultime 7 scene delle Serie Tv nella vita di 7 leggendari attori

Scrivere di finali, discutere e commentare le ultime scene di film che abbiamo amato, di Serie Tv a cui siamo profondamente legati porta sempre con sé quel senso di saudade che sigilla e custodisce in modo intimo i nostri ricordi. Un nostalgico anelito verso la presenza di qualcosa, una scena, o qualcuno, un personaggio caro, un amore, che abbiamo lasciato andare. E sentire che ci manca è un po’ come averlo. Quante volte poi capita che i nostri amici, con cui condividiamo quotidianità e passioni, ci scrivano su whatsapp l’ultima news apparsa sui social sulla morte di un artista, un attore o un’attrice che insieme abbiamo amato e che improvvisamente ci lascia. E per tutta risposta noi d’istinto, sconvolti, neghiamo: “No ma che dici! Impossibile”. Nel caso di attori leggendari massimamente legati ai loro personaggi, spesso aggiungiamo, con emoji disperate, l’invocazione al ruolo che ci ha conquistato: “No… Tony Soprano, è morto?!” nel caso di James Gandolfini, oppure “Dylan”, “Nat” per chi ricorda Beverly Hills.

È così che grandi nomi dell’arte, del cinema e della televisione, se ne vanno. Chi nel rumore, chi nel silenzio, chi nell’invasione mediatica, chi provando a salvaguardare la riservatezza a cui ciascuno ha diritto nel momento della fine. Quello che a noi resta è l’eredità culturale, il lascito più significativo risiede nei ruoli che hanno interpretato e nelle storie che ci faranno sempre compagnia, alle quali ci aggrapperemo quando la saudade richiederà un tuffo nei ricordi.

Le scene finali diventano dunque ancora più forti dal punto di vista emotivo, più memorabili quando sappiamo che sono le ultime in cui i nostri beniamini hanno recitato.

Proviamo a ricordarne sette, a partire proprio da quel protagonista in cui arte e vita si fondono in modo indissolubile: James Gandolfini alias Tony Soprano.

1. James Gandolfini

James Pandolfini
James Gandolfini – 1.050×590

Era il principio d’estate 2013 quando James Gandolfini, in vacanza in Italia, trascorre la sua ultima serata a Roma, in un ristorante di Trastevere e, come nella grande abbuffata, consuma il suo luculliano final meal, accompagnandolo – come si legge sulla cronaca del tempo – con una media di 8 drinks. Nella notte un infarto lo colpirà.

Se già la scena finale di “The Sopranos” era considerata una perla che ha fatto storia nella produzione d’eccellenza di HBO, essa ha acquistato, dopo la morte di James Gandolfini, ancora più valore, dolore, memoria, sogno, rimpianto. Quello che avviene, sulle note di Don’t Stop Believin’, sembra una profezia, quando Tony ordina i migliori onion rings del New Jersey, e anche il suggello di una vita leggendaria, oltre i limiti, vissuta sempre in bilico, che in un attimo decide di girare il suo ultimo, splendido take. E poi, è subito buio.

2. Ray Liotta

Ray Liotta – 1.200×800

Forse meno impetuosa di quella di James Gandolfini – si legge che si sia spento nel sonno -e più imprevedibile – dato che si trovava, in salute, sul set di Dangerous Watersla recente morte di Ray Liotta. Come recente è il suo ultimo ruolo in Black Bird, la miniserie AppleTv diffusa a partire da luglio 2022. Un volto forte del cinema che tutti ricordiamo dal capolavoro di Scorsese “Quei bravi ragazzi” sino all’ultimo “I molti santi del New Jersey” il sequel cinematografico de I Sopranos di Alan Taylor.

Vedere Black Bird, serie già in sé agghiacciante, post-mortem di Ray Liotta fa un effetto ancora più straziante, tra tenerezza e sgomento. Le ultime scene mostrano Liotta nei panni di un padre anziano affettuoso e protettivo, decorato ex-poliziotto lontano dal caratterismo gangster degli anni ’90, anzi fragile, sopravvissuto a un ictus e devoto nell’aiutare il figlio Jimmy a scontare la sua terribile pena detentiva. Un padre che ha commesso molti errori ma che trova nelle parole del figlio, che a se stesso dice “sii coraggioso perché you are the son of Big Jim Keen“, la conferma della sua forza. La prova orgogliosa di essere stato nella sua vita un uomo ammirevole, un poliziotto degno di stima, disposto a sacrificare la vita per la giustizia.

Un ruolo drammatico in Black Bird che esalta l’espressività, lo sguardo e gli occhi intensi e penetranti, di ghiaccio di Liotta e tocca il cuore, accendendo il senso della perdita di questo grande attore che avrebbe avuto ancora molte storie da raccontare.

Dopo due leggende come James Gandolfini e Ray Liotta, il triste epilogo della giovane attrice, stella di Glee, in un finale che non dimenticheremo.

3. Naya Rivera

James Gandolfini e Naya Rivera attori leggendari
Naya Rivera – 1.200×800

Trentatré anni, annegata nel Lago Piru in California nel 2020, salvando il suo bambino di 4 anni, per noi è e resterà sempre Santana Lopez. Attrice talentuosa che ha indossato un personaggio riuscendo a farlo evolvere verso direzioni inedite e compiute. Santana non è solo una sensuale cheerleader latina con una bella voce, ma un volto carismatico che cambia dalla prima all’ultima stagione di Glee mostrando la bellezza della diversità e configurandosi come testimonianza di una felice rappresentazione del mondo LGBTQ+ in un tempo in cui in TV non era scontato inscenarlo.

Ricorderemo per sempre le scene dell’ultima stagione e la puntata 6×08 con il matrimonio tra Santana e Brittany che conclude la loro storyline: dal divertente wedding dress shopping sino al momento in cui avviene il bacio – rimasto nel cuore della comunità LGBTQ+ di quegli anni – in abiti da sposa prima della cerimonia. Qualcosa che non si dovrebbe fare secondo riti e tradizioni, ma che Santana fa lo stesso, convincendo Brittany, con l’idea che nessuna superstizione potrà alterare o cambiare l’amore che c’è tra loro, tra l’una, Santana, che mostra il suo lato più dolce, e l’altra, Brittany, che la completa con la sua intelligenza emotiva. Una scena memorabile nella storia della serialità degli anni 2000.

4. John Ritter

James Gandolfini e John Ritter attori leggendari
John Ritter – 900×506

Amatissimo e prolifico attore, volto noto della televisione americana sin dai tempi di Tre cuori in affitto (1977-1984) la sit-com trasmessa da ABC ispirata alla britannica “Un uomo in casa”. John Ritter ci lascia nel 2003 e rientra tra quegli attori di film e Serie Tv tragicamente morti sul set. Un malore, con conseguente infarto da cui non è riuscito a riprendersi, lo ha colto sul set di 8 semplici regole che, con la sua morte, dalla seconda stagione, cambia il plot facendo morire anche il suo protagonista, Paul Hennessy, papà di Bridget, Kerry e Rory. Una puntata speciale “Addio” fa da tributo e congedo all’attore, trasformando le successive in una comedy dai toni più seri, con al centro le relazioni familiari allargate e il tema della perdita, dopo la morte del padre Paul/John.

La serie non terrà tuttavia a lungo e si concluderà con la terza stagione. Indipendentemente dalla presenza di Ritter, troncata dal malore, resta nella memoria collettiva l’episodio in due parti “Goodbye” che ha straziato i fan. La coincidenza, infatti, della morte nella realtà e nella finzione ha reso questo momento della serie tremendamente intenso: scompaiono le risate registrate e le lacrime del cast, della famiglia di Paul che ne piange il lutto e dovrà affrontare un futuro nell’assenza, sembrano tutt’altro che recitate.

5. Luke Perry

Luke Perry – 593×443

Quanto ne abbiamo parlato da quando è successo, era il 2019, e quanto ancora non smettiamo di ricordarlo, tra foto d’epoca e reel che lo riportano in luce non solo per i millennial che sono cresciuti con i suoi poster e hanno condiviso il suo disagio esistenziale ma anche per le nuove generazioni che hanno modo di conoscere un’icona.

Parliamo di Luke Perry che, oltre a essere stato un attore eclettico che ha spaziato tra cinema, doppiaggio e televisione, più di ogni cosa è stato Dylan McKay, l’alter ego bello e tormentato di Brandon Walsh: amico sincero, adolescente più grande della sua età perché costretto a crescere, vissuto immerso in situazioni difficili, un padre in carcere, le droghe, l’alcol, le corse troppo veloci sulla Porche lungo le coste californiane di Beverly Hills. Il surf, gli amori, prima Brenda, poi Kelly. Ma soprattutto le inquietudini esistenziali, lo spleen. Un James Dean degli anni ’90. Bello, intelligente, colto, dannato.

Come idolo dei teenager tra i 90 e i 2000 non possiamo che ricordarlo nelle ultime scene della decima stagione di Beverly Hills 90210 in cui Luke Perry ha recitato sin dall’inizio, per un totale di 199 episodi. Finalmente, negli ultimi episodi, Dylan e Kelly si ritrovano, non si fuggono più e il bacio, in occasione del matrimonio di Donna e David, è per il fan di tutto il mondo l’agognato coronamento di questa grande storia d’amore, dopo dieci anni di sofferenze e speranze.

Come attore degli anni più recenti ricordiamo Luke Perry nel bellissimo omaggio, in apertura della quarta stagione, di Riverdale dove ricopre il ruolo di Fred Andrews, padre di Archie. Bellissima la scena del funerale e molto delicata la straordinaria partecipazione di Shannen Doherty che in Beverly Hills era l’amata Brenda Walsh. Con una toccante soluzione narrativa, lei rappresenta la donna salvata da Fred nell’incidente stradale che lo vede morire, come eroe. I saluti commoventi durante la parata funeraria sono un vero, sentito tributo all’attore e al suo essere simbolo di una intera generazione e anche più, non solo americana, ma globale.

Dal mondo di Beverly Hills, un altro storico interprete italoamericano come James Gandolfini

6. Joe E. Tata

Joe E. Tata con Jason Priestley – 1280×720

Per tutti è Nat Bussichio, semplicemente Nat, il proprietario del Peach Pit, divisa verde con colletto e taschini rossi. Vi ricordate? E in seguito dell’After Dark, il locale notturno adiacente alla tavola calda, gestito da Nat in comproprietà con Dylan.

Il Peach Pit con la guida gentile, generosa e paterna di Nat è così impresso nella nostra memoria che nel 2019, in occasione dell’uscita del reboot BH90210, per alcuni giorni ha aperto al pubblico un locale simile all’originale del telefilm: stessa insegna, stesso juke box, stesso menù. Un’avventura vintage e sognante.

Nat è un caposaldo di Beverly Hills; seppur con un ruolo laterale, la sua presenza e la sua leadership regnano sia dentro che fuori dal set. Al momento della sua recente scomparsa, per Alzheimer, Ian Zering (Steve Sanders) ha dichiarato quanto forte fosse il legame della crew con l’attore, più grande di età e, per questo, insieme alla sua dolcezza e gentilezza d’animo, ancor più rispettato. Una figura paterna che così ci ha abituati sin dalle prime stagioni. Un padre per Dylan, uno zio per Brandon, un riferimento e un amico a cui rivolgersi in caso di bisogno, quando i genitori è meglio non metterli al corrente.

Lo ricordiamo per sempre a fianco dei ragazzi, autorevole ma comprensivo, fino all’ultima scena in cui è proprio lui, Nat, ad accompagnare Donna all’altare per sposare David. Se non è lui una figura paterna adottiva, chi lo è?

7. Robert Forster

Robert Forster – 495×333

Non solo Tarantino. Sono più di cento i film con Robert Forster, ma il suo ricordo più importante è certamente legato alla candidatura come miglior attore non protagonista al Premio Oscar 1998 per Jackie Brown.

Per noi appassionati di serie ritroviamo il noto attore nello spin-off di Twin Peaks (2017) dove ricopre il ruolo dello sceriffo Frank Truman. Con David Lynch, aveva già lavorato prendendo parte al cast di Mullholland Drive e, rimanendo nel cinema, ha vestito i panni di Ed Galbraith, il commerciante di aspirapolveri, in El Camino. Forster, fatalità, muore nel giorno in cui El Camino viene lanciato su Netflix (11 ottobre 2019). La sua presenza nell’universo di Breaking Bad è antecedente e vogliamo ricordarlo come Guest Star della penultima puntata della Serie Tv, Tutto torna (2013) insieme ai due giganti Walter White (Bryan Cranston) e Saul Goodman (Bob Odenkirk) che, grazie a lui possono nascondersi, cambiare identità e sparire nel nulla. Ed Galbraith, dietro il negozio di aspirapolveri, infatti gestisce un illegale programma testimoni. Bellissimo l’incipit quando Saul esce dalla macchina e, sorpreso, trovandosi in un realistico spaccio di aspirapolversi, con il suo irraggiungibile eloquio, dice a Ed:

È un vero negozio. Pensavo che Vacuum Cleaner Repair fosse un termine artistico.

Una puntata grandiosa che solo un volto come Forster poteva reggere e innalzare. Lo stesso Vince Gilligan lo ricorderà con parole dense di stima citandolo come sola figura possibile a ricoprire il ruolo di Ed, inizialmente chiamato genericalmente “Desappear” l’unico in grado di salvare due criminali del calibro di Walter e Saul, quindi Jessie. “Con Robert” afferma Gilligan “non riesco a pensare ad altri attori al suo livello. E lui lo faceva pure sembrare molto semplice“.

Robert Forster è protagonista del toccante ritorno in Better Call Saul, nel prologo dell’Ep. 1 della quinta stagione quando vediamo Jimmy/Saul/Gene temere per il proprio anonimato. Una telefonata, intenso momento recitativo tra Odenkirk e Forster, in bianco e nero; l’ultima apparizione dell’attore, girata durante le riprese de Il Camino, quasi come a non volerselo lasciar scappare e donata al pubblico, dopo il suo addio.