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Nella mente di John Wayne Gacy: il vero Pennywise di It

È giovedì, quindi torniamo a parlare di serial killer, in questo caso di uno tra i più inquietanti. Stephen King non l’ha mai ammesso apertamente, ma è inevitabile pensare che la storia di John Wayne Gacy abbia ispirato la sua opera più celebre: It.

Pennywise è solo una delle tante manifestazioni della creatura mutaforma di It, proprio come Pogo è solo una delle tante maschere indossate da John Wayne Gacy nel corso della sua famigerata vita.

Facciamo un passo indietro.

John Wayne Gacy nasce il 17 marzo del 1942 a Chicago da Stanley, veterano di guerra, e Marion, casalinga. Il ragazzo, cicciotello e timidissimo, è legato alle sorelle e alla madre, ma ha un pessimo rapporto con il padre alcolizzato e violento. I primi ricordi del padre sono le botte e le costanti umiliazioni: John non è mai bravo, bello o di successo, soprattutto in confronto alle sorelle.

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Ha un rapporto conflittuale col sesso, perché passa da essere il carnefice e il molestatore a subire in prima persona degli abusi. Pochi amici, un curriculum scolastico insoddisfacente, insicuro, vessato, inizia a soffrire di veri e propri blackout mentali. Finisce spesso all’ospedale, anche se il padre è convinto che finga per guadagnarsi la commiserazione delle persone.

Inizia a lavorare in un’impresa di pompe funebri ed è così dedito al lavoro che dorme nella stanza accanto alla sala delle imbalsamazioni. Una sera, attratto dal corpo di un giovane dentro alla bara, lo accarezza. Scioccato dal proprio comportamento decide di ritornare a casa dai genitori.

Diventa un commesso viaggiatore per un’impresa di calzature e si fidanza con Marlynn Myers e, dopo nove mesi, si sposa. Il suo matrimonio è un evento decisamente inaspettato, perché prima di esso ha avuto praticamente solo rapporti con uomini. Ma sono i primi anni ’60 e la rivoluzione sessuale è ancora lontana: l’omosessualità è un reato in molti Stati, un qualcosa di cui non si parla.

John fa carriera e, oltre a dedicarsi alla politica tra le file dei Democratici, diventa direttore di un ristorante della catena KFC.

John Wayne Gacy in South Park

In pochi anni ha un matrimonio felice, dei figli, una carriera avviata: la sua vita sembra perfetta. Ma la realtà sotto questo classico sogno americano è ben diversa: Gacy tradisce la moglie con varie prostitute e ha uno scantinato dove invita i dipendenti del ristorante, adolescenti e maschi, per farli bere e fargli delle avances sessuali. Quando rifiutano si lava la faccia sostenendo che l’imbarazzante comportamento è solo uno scherzo. Poi si spinge ancora più avanti e, col ricatto, obbliga alcuni di questi adolescenti a fare sesso con lui.

Alla faccia della famiglia perfetta.

Dopo aver convito un giovane a commettere un’aggressione, viene accusato di sodomia e finisce sotto esame psichiatrico. Gli viene diagnosticato un disordine da personalità antisociale (che implica sociopatia e psicopatia). Gacy è un pericolo per la società, ma è comunque in grado di subire un regolare processo. Finisce in galera, si dimostra un detenuto modello ed è in quel periodo che suo padre muore per cirrosi epatica. La notizia lo sconvolge.

Quando esce di prigione si riadatta molto in fretta alla vita perfetta che conduceva prima della detenzione: si dedica alla politica e al volontariato. È in questo periodo che nasce Pogo il Clown, attrazione per bambini malati e anima delle feste di quartiere.

Faccia bianca, ampio sorriso rassicurante, occhi truccati pesantemente di blu: dietro alla maschera indossata da Gacy emerge il suo istinto omicida, lo stesso che anima Pennywise di It.

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John Wayne Gacy – Stephen King si è ispirato a lui per creare Pennywise

La moglie non vede, o fa finta di non vedere, il viavai di giovani che fanno visita al marito o le riviste di pornografia gay che lascia costantemente per casa. Divorziano per mutuo accordo nel marzo del 1976 e, a partire da questo momento, non c’è più nessun freno che fermi il clown assassino.

È il sedicenne Timothy McCoy la sua prima vittima: il primo di una lunga serie di omicidi che appagano Gacy sia a livello mentale che fisico. Come Pennywise di It, Pogo uccide ragazzini che vengono attratti nella casa degli orrori con l’inganno.

That’s when I realized that death was the ultimate thrill.

In una specie di rituale, Gacy compie sempre le stesse azioni: attira adolescenti nella propria casa, li immobilizza, li stupra, li uccide e li seppellisce dove può, dove capita. Come è possibile che in un tranquillo vicinato nessuno si sia accorto di ciò che stava succedendo? C’era chi sentiva delle grida e dei pianti provenire da casa sua nel cuore della notte, ma, in fondo, John Wayne Gacy era un uomo tranquillo, una persona normale, un amichevole clown animatore di feste per bambini, insospettabile.

Ma i ragazzi che spariscono sono troppi e la polizia arriva a indagare su di lui che, dopo un lungo tira e molla, confessa. Ne ha uccisi tanti di ragazzi, non sa nemmeno lui quanti, dai venticinque ai trenta, ma forse molti di più. Alcuni sono stati seppelliti dentro e fuori casa sua. Ne ha gettati altri vicino al fiume Des Plaines.

Non si saprà mai con esattezza quante vite ha massacrato, il numero esatto è tutt’oggi un mistero.

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La giuria non ci mette più di due ore per condannarlo a morte e la sentenza viene eseguita il 10 maggio 1994. Ventisette vittime sono state identificate, sei rimangono senza nome, altre sparizioni e morti sono di certo opera sua.

Tutto questo orrore lascia qualcosa di positivo: viene cancellata l’attesa di 72 ore per segnalare la scomparsa di una persona con il Missing Child Recovery Act del 1984.

Impossibile rimanere indifferenti davanti alla storia di John Wayne Gacy e anche molte serie tv lo hanno citato spesso. Non solo la miniserie It del 1990, ma anche South Park, American Horror Story e Prison Break.

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