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7 ellissi temporali delle Serie Tv a cui non eravamo pronti

Quando si parla di “ellissi temporali” si intende una soppressione temporale, ovvero un espediente narrativo che opera un salto nel tempo in cui avvengono determinati accadimenti mai mostrati agli spettatori: come in House of the Dragon. L’ellissi temporale – o salto temporale che dir si voglia – è quindi un vero e proprio taglio, più o meno consistente, all’interno della storia televisiva e cinematografica che si sta raccontando. Il più delle volte viene utilizzato alla pari di un colpo di scena, per sorprendere lo spettatore e ravvivare la narrazione. Altre volte, il suo scopo è quello di alleggerire il racconto, soprattutto quando si è di fronte a storie molto lunghe e complesse che non possono essere riportate come sulla pagina scritta.

House of the Dragon è uno degli ultimi e più eclatanti esempi di ellissi temporali, ma ci sono altre serie tv che, nel corso degli anni, ci hanno stupidi con questo meccanismo narrativo.

1) House of the Dragon

House of the Dragon (640×360)

Ambientata anni prima della nascita di Daenerys Targaryen, House of the Dragon si concentra in quel periodo d’oro della dinasta, quando la casata Targaryen aveva ormai raggiunto il proprio apice e tutto ciò che poteva seguire era dunque una rovinosa caduta. Prendendo dunque spunto da una sezione del volume Fire & Blood, scritto da George R. R. Martin, la serie tv HBO si apre con l’ascesa al trono di Viserys I, un sovrano giusto e buono ma forse fin troppo debole per affrontare la spinosa situazione che gli si para presto davanti.

Utilizzando molto l’escamotage del salto temporale, House of the Dragon ci mostra quindi il regno di Viserys tra luci e ombre.

Il rapporto con il fratello Daemon, con la seconda moglie Alicent Hightower e con la figlia ed erede al trono Rhaenyra. Se già tra i primi cinque episodi dello show HBO intercorrono delle piccole ellissi temporali, è, però, con il sesto che assistiamo allo stacco più netto. La puntata dello scorso weekend ci porta dieci anni in avanti mostrandoci vecchi personaggi con volti differenti e nuovi personaggi tutti da esplorare. Una scelta un po’ avventata, forse, che impedisce allo spettatore di comprendere appieno determinate meccaniche e motivazioni psicologiche ma la storia da raccontare è tanta e la Danza non è neppure iniziata.

2) Fringe

House of the Dragon
Fringe (640×427)

Chi ha visto Fringe, ricorderà sicuramente quella chiara sensazione di smarrimento e confusione all’inizio della quinta stagione. Il finale della quarta si concludeva in modo tale da far presagire un grande cambiamento in arrivo ma non della portata che sarà poi effettiva. L’ultima stagione si apre, infatti, con un salto temporale in avanti di ben 21 anni e la bambina si cui era incinta Olivia adesso è una donna fatta e finita.

Henrietta, la figlia di Ovilia e Peter, fa parte di un gruppo ribelle che costituisce l’unica resistenza contro gli Osservatori, adesso i veri cattivi della storia. In questi 21 anni di storia off screen, gli Osservatori hanno preso il potere, assoggettando l’umanità e trasformandosi in very big bad della stagione senza una motivazione chiarissima. Questo elemento, unito alla presenza di un nuovo personaggio principale di cui non sappiamo nulla che sembra dobbiamo farci piacere a ogni costo – Henrietta appunto – non sono piaciuti alla maggior parte dei fan. La quinta e ultima stagione ha portato a una spaccatura all’interno del fandom, complice il finale non apprezzato da tutti.

3) The Crown

The Crown (640×360)

Così come in House of the Dragon, anche The Crown ci mostra i suoi protagonisti in diverse fasi della loro vita.

Incentrata sulla vita della regina Elizabeth II, la serie tv targata Netflix non si limita a raccontare dei fatti più noti ma a portare in scena gioie, dolori, relazioni e dinamiche della famiglia reale più famosa al mondo. Dove la prima e la seconda stagione di The Crown, dunque, si incentrano sui primi anni di regno di Elizabeth e sul matrimonio con Philip, la terza e la quarta pone sulla scacchiera altri due personaggi fondamentali: Diana e Charles.

Nel corso della serie tv i salti temporali sono parecchi, anche all’interno delle singole stagioni. Nella prima, per esempio, si va dal 1947 – anno d’incoronazione di Elizabeth – al 1956 passando per i difficili primi anni di regno, i due mandati di Winston Churchill e molto altro. I cambiamenti più repentini avvengono, però, ogni due stagioni. La terza e la quarta ci introducono a un cast completamente diverso per coprire il periodo che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta, ovvero fino alle dimissioni di Margaret Thatcher.

4) Riverdale

House of the Dragon
Riverdale (640×385)

A che punto è Riverdale? Una domanda alquanto complicata dato che, probabilmente, non lo sanno nemmeno quelli che ci lavorano. Riverdale è diventata una di quelle serie tv da vivere come una visita dal dentista, con l’aggravante che in realtà nessuno ci costringe a perdere ore della nostra vita guardando uno show senza capo né coda.

Ad ogni modo, per quelli di voi che non lo sapessero o per chi ancora oggi ha gli incubi pensandoci, nella quinta stagione della serie tv c’è un time jump di sette anni. Dopo essersi appena diplomati ritroviamo i nostri protagonisti sette anni nel futuro, ognuno con una vita molto diversa e più o meno realizzata. Archie ritorna a Riverdale, dopo essersi unito all’esercito, solo per ritrovare la propria cittadina ormai la copia sbiadita di quella che amava. Il protagonista decide allora di salvare la neo città fantasma e per farlo chiama a raccolta gli amici, ormai tutti distanti e alle prese con la propria vita: Betty è entrata nell FBI, Veronica fa la vita della riccona ed è sposata al viscido Chadwick, Jughead ha scritto un libro di successo. Se questa spiegazione vi sembra confusa, la colpa è del materiale di partenza. Il salto temporale in questione non serve praticamente a nulla, trascinando stancamente la trama dello show per altre due stagioni.

5) The 100

House of the Dragon
The 100 (640×427)

Uno show che ha utilizzato spesso il mezzo narrativo del salto temporale è stato, senza dubbio, The 100. La quinta stagione si svolge sei anni dopo l’apocalisse nucleare che ha distrutto la Terra e che ha diviso i nostri protagonisti. Il centro focale di questa stagione è “l’Eden”, ovvero l’unico luogo rimasto abitabile del pianeta ma, infine, anche questo piccolo paradiso viene distrutto costringendo i personaggi, tra cui Clarke e Bellamy, a lasciare la Terra con l’intenzione di tornare quando sarà di nuovo abitabile.

Trascorrono, però, 125 anni e al loro risveglio i sopravvissuti scoprono che la Terra non sarà mai più abitabile. La sesta stagione cambia radicalmente le carte in tavola, spostando il centro dell’azione su un nuovo pianeta tutto da scoprire. Una scelta tanto coraggiosa quanto furba dato che, arrivato alla sua sesta stagione, The 100 cominciava a stagnare nelle sue dinamiche. Il cambio di scenario permette quindi di svecchiare certi modus operandi e permette allo show di andare avanti per altri due anni prima del finale.

6) The Americans

House of the Dragon
The Americans (640×360)

Per la stagione finale, The Americans optò per un salto in avanti di tre anni trasportandoci nel 1987. Un anno storicamente decisivo, in cui avvenne il fatidico incontro tra il presidente degli Stati Uniti Reagan e Gorbaciov, segretario del Partito Comunista. Ed è fatidica anche la posizione, nettamente agli antipodi, in cui ritroviamo i Jennings. Se da un lato Philip è diventato un cittadino americano qualunque lavorando all’interno di una agenzia di viaggi, dall’altro Elizabeth continua a essere sotto copertura per il KGB.

Le visioni di vita opposte dei due coniugi si riflettono non solo nel rapporto tra loro stessi ma anche in quello con i figli, più o meno consapevoli della verità. In special modo è il ruolo della figlia Paige a catturare la nostra attenzione. Formalmente al college, in realtà la ragazza sta venendo addestrata a tutti gli effetti per diventare anche lei una spia russa con tutte le complicanze del caso. Un salto temporale dunque meno d’effetto, esteticamente parlando, ma profondamente intenso e importante per quanto riguarda l’evoluzione di questi personaggi.

7) The Walking Dead

House of the Dragon
The Walking Dead (640×360)

Basta un episodio per cambiare per sempre il destino di una serie tv. Come “Cosa c’è dopo”, in cui l’uscita di scena di Rick Grimes porta The Walking Dead su più ripidi e scoscesi pendii e, qualcuno potrebbe aggiungere, verso un declino senza freni. A rappresentare una cesura tra il vecchio e nuovo show ci pensano sei anni fittizi, dopo i quali troviamo una Judith Grimes, ormai cresciuta, ergersi a simbolo di speranza per i sopravvissuti.

In questi anni di salto temporale, le varie comunità sono cresciute ma continuano a perseguire interessi diversi. Lo stesso vale per diversi dei protagonisti, chiusi nel loro guscio individuale e ormai privi di un leader come Rick Grimes che li guidi e li tenga uniti.