4) I Feel Bad
Come già accennato, è un periodo nero per le nuove comedy. Mentre gli show di sempre volgono al termine, appare pesante e ancora incolmabile il vuoto che è destinato a prodursi. I Feel Bad, come i suoi compagni di viaggio Happy Together e The Neighborhood, è una serie tutt’altro che indimenticabile. Ruota attorno alla vita di Emet, una donna che cerca di conciliare tutti i suoi impegni di madre, moglie e donna in carriera.
La serie è impregnata di quell’ansia che dà il là alla crisi individuale della protagonista. Fosse solo questo, poco male. Purtroppo, però, oltre alla trattazione molto superficiale della questione (non siamo neanche vicini alla definizione di dramedy) anche l’aspetto comico risulta del tutto carente. Non si ride quando si dovrebbe e l’atmosfera è tutt’altro che piacevole. Non mancano mai giochi di parole ed espedienti a tema sessuale davvero scadenti.
Il risultato è un prodotto stabile verso il basso, incapace di elevarsi oltre i suoi standard di mediocrità. Un risultato non dissimile da quello di Happy Together, serie anch’essa rilasciata lo scorso mese, tutt’altro che iconica. Ma in un mare di mediocrità comunque meglio di nulla. Soprattutto se il confronto è con The Neighborhood in cui Max Greenfield (Schmidt in New Girl) non riesce a salvare una baracca fatta di dialoghi inconsistenti e caratterizzazioni ridicole. Tempi duri per una risata.
