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Band of Brothers, l’insostenibile peso della memoria

Dall’incontro di due menti brillanti e ingombranti quali Hanks e Spielberg c’era anche da aspettarselo, ma con il piccolo capolavoro di nome Band of Brothers (2001), si è riusciti ad andare oltre. Il connubio tra i due mostri sacri è proseguito, dopo quell’eterna pellicola di nome “Saving Private Ryan“, quando il cinema ha la C maiuscola, per intenderci. Matrimonio di idee proseguito anche nella recentissima opera “Il ponte delle Spie” (2015), che racconta invece della Guerra Fredda tra le due superpotenze mondiali.

Band of Brothers non è una serie, ma un docu-film\miniserie di sole 10 puntate sulla seconda guerra mondiale, basato sul libro di S. Ambrose.

Un’opera cinematografica che riscrive il concetto di qualità, una produzione imponente, una regia magistrale, in pratica : l’opera che nessuno dovrebbe perdere (e chiunque l’abbia persa deve espiare le proprie colpe). Golden Globe-Miglior Miniserie 2002 e 6 Emmy Award su 20 nomination, perchè se è vero che i numeri non raccontano sempre la verità, è ancor più vero che raramente mentono !!!

band of brothers

Il focus è centralizzato su una Compagnia della 101a Divisione Aviotrasportata, ovvero la Easy Company. Compagnia decisiva nelle sorti della guerra in operazioni quali il D-Day, l’operazione Market Garden sui cieli olandesi, nel corso della rapida e difficile battaglia di Carentan, fino ad arrivare all’ultimo baluardo difensivo delle forze d’élite naziste ovvero il famoso “Nido delle Aquile“… in sintesi tra le pagine più decisive, brutali e note del secondo conflitto mondiale.

La costruzione della puntata è analoga, l’incipit è caratterizzato dalla breve intervista ai veri reduci di guerra con i loro volti sofferti e la profonda lucidità del loro racconto che lascia il segno, inevitabilmente. c’è una continua opposizione di due personaggi il maggiore Richard Winters ed il capitano Herbert Sobel: il primo non dà alcuna importanza alla gerarchia, alle medaglie e tutto il resto, mentre il secondo continua ad abusare del proprio potere e sottolineare la proprio superiorità. Il capitano è il classico raccomandato viziato, il maggiore invece è il fratello che tutti vorrebbero in battaglia. H.Sobel è colpevole nel dimenticarsi che esiste anche una discesa nelle gerarchie militari, tutto cambia infatti quando subentra il disonore, scaturito da sue menzogne e abusi di potere e ora la scala gerarchica può cambiare.

Il picco drammatico in Band of Brothers, si raggiunge paradossalmente a guerra quasi conclusa, con l’amara e tragica scoperta del campo di concentramento. Qui viene a crearsi un ossimoro di immagini, tra la mole dei soldati americani e l’inverosimile magrezza degli ebrei detenuti, i corpi ben equipaggiati dei soldati e i corpi consumati delle vittime. Quando la brutalità più meschina incontra l’innocenza.

Scoppia la commovente voglia dei superstiti di abbracciare, stringere e baciare i soldati americani, semplici sconosciuti ma che rappresentano una nuova e debolissima luce, dopo giorni, mesi ed anni di oscurità. Questa rappresenta una delle scene più forti e crude della storia del cinema, qualche perseguitato può finalmente iniziare ad alzare la testa verso il cielo, che è sempre stato sulle loro teste; ma guardare il cielo ed essere chiusi tra i cancelli dell’orrore era prima qualcosa di impossibile e privo di senso. C’è anche l’impossibilità di altri “superstiti” nel poter alzare lo sguardo, perchè l’orrore e le crudeltà vissute non danno ancora spazio ad idee di libertà e pace. Scene emotivamente cariche e dense di emozioni.

band of brothersOgni soldato in qualche modo si sente decisivo per il suo gruppo, per la sua missione, per le sorti di qualche evento in generale ed il grande concetto dell’addestramento è proprio questo. Allenarsi, migliorare e credere nella forza del compagno al proprio fianco, perché in guerra, da soli non si vince nulla, e soprattutto non si è nulla. In netta antitesi, è ad esempio il pensiero di Kubrick, che con uno dei suoi migliori film, ossia quel masterpiece di nome “Full Metal Jacket” ha analizzato invece il fattore negativo ed estremo di un tipo di addestramento frenetico e rapidissimo per necessità; descrivendo la casualità e l’assurdo sviluppo della nevrotica e strana guerra in Vietnam. Il pensiero di S.Kubrick viaggia su un doppio binario: raccontare il più realisticamente possibile l’orrore del Vietnam e mettere in risalto le situazioni tragi-comiche dei soldati.

Chi era convinto di essere nel giusto, chi provava estasi nell’ascoltare il suono del mitra e chi era già stato compromesso psicologicamente dall’addestramento. Tutto assurdo, folle e quasi paradossale, eppure reale al massimo.band of brothersBand of Brothers spiega cos’è il dolore della guerra, tema su cui si è scritto, si scrive e si scriverà per sempre e vuole far capire come gruppi di sconosciuti e ragazzi dal carattere diverso, disposti per caso sullo scacchiere della guerra, possano diventare non occasionali conoscenti, e neanche semplici amici… ma veri e propri fratelli. Il tema dominante è proprio questo ed il titolo lo rimarca alla perfezione.

All’interno dell’opera è ben sviluppata la psicologia di ogni singolo personaggio nel rapportarsi con il gruppo tra maggiori, comandanti e sergenti. Quando si parla di guerra, la riflessione su un dilemma esistenziale si fa strada in tutte le nostre coscienze. Perché l’uomo riesce a legare più nella tragedia che nella felicità e in che modo il soffrire per qualcosa ci nobilita di più che l’amarla.

Piccole curiosità : nella serie recitano Tom Hardy, Daniel Lewis(Homeland), Michael Cudlitz (Abraham,TwD), David Schwimmer (Friends) e Donnie Wahlberg. Il costo della produzione supera i 100 milioni di dollari, cifre terrorizzanti. Nell’opera recita anche il figlio di T. Hanks, Colin, che è veramente un grande attore. Senza aver pregiudizio alcuno di presunte raccomandazioni paterne, si può dire che Colin Hanks è un signor attore, che poi ha preso parte a serie top quali : Fargo e Dexter.

Enrico V parlando ai suoi uomini pronunciò queste parole “Da oggi, fino alla fine del mondo, noi che siamo qui verremo ricordati. Noi pochi fortunati, noi banda di fratelli. Perché colui che oggi è con me e versa il suo sangue sul campo, colui è mio fratello”

La frase pronunciata dal veterano Lipton è la sintesi e l’incontro dei pensieri più sinceri e puri sull’essere dei veri fratelli. La frase è presa da uno dei drammi storici più noti di W. Shakespeare, l’Enrico V. L’unica piccola consolazione della guerra (tragica o pura che sia) è che comunque vada, sia i reduci e i caduti e sia i feriti e i mutilati saranno sempre ricordati.

Band of Brothers rimarca un concetto semplice, ben noto e comune, ma al contempo profondo come poche cose. Degli amici o conoscenti ci si può ricordare spesso, poco, in certi casi, o molto… ma ad un Fratello, vivo o caduto, si penserà per sempre.