4. Judd Apatow – Love

Lontana dai cliché delle commedie romantiche tradizionali, Love (2016-2018) racconta in modo crudo, ironico e sincero la relazione tra Gus (Paul Rust) e Mickey (Gillian Jacobs), due anime spezzate che cercano, in modi spesso goffi e disfunzionali, di trovare un equilibrio tra l’idealizzazione dell’amore e la dura realtà delle relazioni. Judd Apatow, celebre per film come 40 anni vergine e Molto incinta, porta in Love il suo tocco inconfondibile: dialoghi brillanti, situazioni imbarazzanti ma autentiche, personaggi imperfetti e un realismo emotivo che rende tutto incredibilmente vicino allo spettatore. La regia e la scrittura di Apatow, danno vita a un racconto che alterna momenti di tenerezza a quelli di puro disagio, facendo emergere il lato più vulnerabile e imperfetto delle relazioni umane.
Oltre alla storia d’amore centrale, Love è anche un’analisi sottile della generazione dei trentenni di oggi: tra lavori precari, ansie esistenziali e il costante tentativo di definire cosa significhi veramente amare ed essere amati. La serie evita la retorica e abbraccia il caos delle emozioni, regalando uno sguardo disincantato ma profondamente empatico sulle relazioni.
5. Guillermo del Toro – Cabinet of curiosities

Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities, serie antologica di Netflix del 2022, è un viaggio nelle profondità dell’incubo, un’esplorazione della paura attraverso otto episodi autoconclusivi, ciascuno diretto da un regista diverso ma tutti sotto la guida visionaria di del Toro. Maestro del gotico e dell’horror fiabesco, Guillermo del Toro è il creatore, produttore e curatore della serie. Pur non dirigendo direttamente gli episodi, ha selezionato personalmente le storie e i registi, garantendo una coerenza stilistica e tematica. Il suo tocco è evidente nella cura dei dettagli, nelle atmosfere ricche di simbolismo e nelle creature inquietanti che popolano ogni episodio.
Cabinet of Curiosities non è solo una serie horror, ma un omaggio all’arte del racconto del terrore. Gli episodi spaziano dal gotico classico al body horror, dallo psicologico al cosmico, mantenendo sempre un’estetica raffinata e una narrazione evocativa. Le creature sono realizzate con effetti pratici e animatronica, evitando il digitale quando possibile, proprio come del Toro ama fare nei suoi film (qui la nostra recensione della serie).
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6. Steven Spielberg – Band of Brothers

Band of Brothers è la miniserie prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks nel 2001 per HBO, un monumentale affresco sulla Seconda Guerra Mondiale basato sul libro omonimo di Stephen E. Ambrose. Dopo aver diretto Salvate il soldato Ryan (1998), Steven Spielberg non voleva fermarsi al grande schermo. La sua passione per la Storia e il desiderio di raccontare con realismo il sacrificio dei soldati lo portarono a sviluppare Band of Brothers, questa volta in un formato più lungo e dettagliato. Pur non dirigendo direttamente gli episodi, il suo ruolo di produttore esecutivo, accanto a Tom Hanks, fu cruciale per la visione della serie (abbiamo parlato qui della regia spettacolare).
Band of Brothers è ancora oggi considerata una delle migliori serie mai realizzate. Il suo successo ha ispirato The Pacific (2010) e Masters of the Air (2024), continuando il lavoro di Spielberg e Hanks nel preservare la memoria storica della Seconda Guerra Mondiale. Più che una serie, Band of Brothers è un tributo al coraggio, al sacrificio e alla fratellanza, raccontato con la maestria di un cineasta che ha sempre saputo dare voce alla Storia con profondità e rispetto.