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10 Serie Tv in cui l’ambientazione ha fatto la differenza

Game of Thrones
game of thrones

La “morfologia di una fiaba” (come a Propp piacerebbe chiamarla) è un lavoro che, per quanto predefinito nella struttura, viene mosso inevitabilmente da estro e fantasia.
È questo il motivo per cui ogni singola particella di neve su manti infiniti di terre sconosciute, inesplorate a detta del narratore, non sfuggono mai al fascino di chi ne ha esperienza: per prerogativa, ciò che non esiste attrae come una novità che non scema mai perché non ne abbiamo mai realmente esperienza concreta, e vivere un surrogato di quell’esperienza resta sempre ugualmente appagante.
Se poi consideriamo che il mondo creato da Martin gode di quei minuziosi particolari che costruiscono una storia apparentemente infinita bilateralmente, che sembra non essere iniziata mai perché esistente da sempre e che sembra non finire mai perché ciclica, il quadro è completo ed indelebile.

 

American Horror Story – Murder House

Murder House - American Horror Story

La maestosa casa in stile vittoriano degli anni ’20 è stato uno degli scenari più suggestivi proposti da American Horror Story nel corso delle sei stagioni.
Così come con Asylum ed Hotel, l’ambientazione è stata il palco scenico onirico del punto incidente tra terreno ed ultraterreno, molto più che nelle altre stagioni.
Seppure meno impattante dal punto di vista visivo rispetto ad Hotel, e con un potere evocativo più blando rispetto a quello offerto con Asylum, la Murder House ha sicuramente assunto un valore simbolico più pronunciato: l’ambiente diventa un’entità quasi senziente, con criteri di accettazione e rifiuto ben definiti che regolano le vicissitudini di ospiti soggiogati alle sue regole, e dai quali assorbe linfa vitale.
Il concetto è quasi identico a quello esposto in Hotel, malgrado in quest’ultimo caso l’aspetto abbia un valore secondario: la Murder House sembra immortale, vivendo attraverso la morte di chi vi è stato residente.

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