I sogni ci rendono umani.
Salvano e fanno rinascere, come fossero nuove vite, sempre così originali e bellissime.
La prima volta che vedi Scrubs non puoi fare a meno di notare le due dimensioni su cui gioca la trama. Una è quella reale, a cui tutti i personaggi fanno riferimento. L’altra è propria di J.D. È una storia narrata con la voce del protagonista, descrive e racconta ogni singolo istante della sua vita, trasformando anche la cosa più seria e grave in una sorta di insegnamento che nel tempo J.D ricorderà e rimetterà in scena in uno dei suoi sogni a occhi aperti.
Entrare nel mondo di Scrubs e di conseguenza nella mente del protagonista permette a chiunque di sperimentare la dinamica del sogno. Non una banale e tradizionale realtà fantastica e illusoria, ma una vera e propria dimensione della realtà. Un universo parallelo che da J.D passa davanti agli occhi di ognuno di noi.
È questa una delle grandi novità di Scrubs, basta empatizzare con i personaggi per essere parte della loro storia. J.D. non fa altro che raccontarsi, introducendo lo spettatore, e chiunque sia curioso di entrare negli intrecci della sua vita, nel suo mondo geniale e anche un po’ nerd.
Grazie a questo dualismo tra i due piani di realtà, riusciamo a vedere la vita di ogni comparsa sotto una luce diversa, magari più bella, o magari semplicemente più umana e realistica. Non è difficile da qui arrivare a percepire anche se stessi come dei sognatori. In effetti J.D è solo l’estrema rappresentazione di ognuno di noi, prende in considerazione la goffagine e l’aspettativa.
Non è lontano da noi, e questa è un’ulteriore conferma del personaggio fatto su misura per ogni tipo di personalità, sorprende tutti e si adegua a ogni carattere.
Nel panorama seriale recente sempre più serie tendono a concentrarsi sull’aspetto umano, lasciando impalcature e caratterizzazioni dei personaggi troppo lontane dalla realtà, per evidenziare sempre di più la semplicità dell’essere umano, con le sue paure e i suoi punti di forza. Scrubs ha deciso di fare tutto questo molto tempo fa, dando spazio al personaggio che noi adesso guardiamo con affetto e devozione. È come se fosse uno di noi e allo stesso tempo un ragazzo che non potremmo mai essere. Ed è l’estremizzazione del suo personaggio che ci rende così vicini eppure così distanti. Al punto giusto da essere perfetti osservatori della sua vita pur rimanendo con i piedi per terra vivendo la nostra. Influenzandola anche un po’ con gli insegnamenti di J.D.
Appare quasi strano come un personaggio così fuori dal comune possa renderci consapevoli e terribilmente affascinati dal suo modo di concepire il mondo. Eppure non può esserci reazione differente, ci fa piangere con il sorriso e in un’impresa del genere in pochi protagonisti riescono, dal canto suo lui è l’uomo perfetto per la sua vita imperfetta, proprio come noi siamo perfetti per le nostre vite imperfette.
E a volte ritrovarsi a sognare a occhi aperti è così spontaneo che quasi fa paura. Alcune volte diventa un’ancora di salvezza, una conferma del fatto che siamo ancora capaci di poter aspirare a tanto e di poterci riuscire in fin dei conti.
J.D ha fatto in modo che ci sentissimo capaci di sognare, di farlo con eleganza e di non vergognarci. D’altronde è normale dissociarsi quando si è tristi o quando si è così felici da non poter resistere. Lui è un maestro, la sua lezione è stata insegnarci a prendere le cose con filosofia, e se proprio ci è impossibile, a fare in modo di poter andare avanti. Sulla nostra strada, e perché no, con i nostri sogni.
È bastata davvero una sola puntata per farci riconoscere questo personaggio come fuori da ogni schema e fuori da ogni logica. Ci siamo identificati in lui così tante volte da quella puntata che ormai sembra essere parte di una realtà parallela a cui ci rivolgiamo ogni tanto, quando ne abbiamo bisogno.
J.D è J.D, non può essere chiunque, può essere solo lui. Noi con il tempo siamo diventati spettatori e attori della sua trama, così come lui lo è diventato della nostra.