Black Mirror


Trama di Black Mirror
Descrizione

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“La scienza ci ha trasformato in cinici; l’avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto”. Charlie Chaplin, protagonista di uno dei momenti più alti della storia del cinema e di uno dei monologhi più intensi di sempre, ci aveva avvisato fin dal lontano 1940, ma non gli abbiamo dato retta. Per fortuna non è l’unico che fa di tutto per dirci qualcosa in questo senso. Ci sta provando, per esempio, anche Charlie Brooker, la mente visionaria che nel 2011 ha dato vita a Black Mirror.
Prodotta prima da Channel 4 e poi (dopo le prime due stagioni) da Netflix, Black Mirror è un’opera straordinaria capace di affrontare con genialità e una buona dose di inquietudine il nostro rapporto con la tecnologia.
Una relazione complessa e pericolosa, foriera di una deriva che potrebbe essere inarrestabile. Black Mirror alberga in ogni nostro incubo perché è impossibile non rivedere nelle nostre vite alcune delle dinamiche narrate antologicamente. Da questo punto di vista, Black Mirror svolge una funzione catartica. Esaspera le nostre tensioni più profonde per scioglierle sullo schermo, così ce ne liberiamo.
Ogni episodio è una pugnalata al cuore che ci lascia, apparentemente, senza speranza. Ogni storia è un dramma da vivere con intensità e dal quale imparare qualcosa. Black Mirror è bello perché non giudica: osserva, lucidamente. E lo fa senza risparmiare nessuno, rendendoci protagonisti di una psicosi collettiva che sembra essere senza uscita. Ma è realmente così? No. Charlie Brooker parla con noi e condivide le sue ansie per lanciare un monito. Un’estrema ciambella di salvataggio. L’ultima spiaggia, prima di perdere davvero tutto. Soprattutto l’umanità. Smarrita tra le notifiche di uno smartphone che non si spegne mai. E rischia di spegnerci, riducendoci in frantumi.
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