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2001: su Cartoon Network esce il cartone animato Samurai Jack, che racconta le avventure di un samurai intrappolato in un futuro distopico governato dal demone Aku.

Quando guardai il primo episodio, lo trovai bellissimo e spaventoso. Tutto sembrava doversi concludere proprio lì: l’eroe si era allenato, aveva affrontato il mostro per liberare il suo popolo e ora lo stava per sconfiggere. Ma il demone lo getta in un portale temporale: lontano dal suo mondo, verso il futuro. E da lì inizia veramente la storia. La tensione accumulata per tutto l’episodio si scioglie e ci spinge a continuare per scoprire se il protagonista ce la farà a uccidere Aku, il bidimensionale demone fiammeggiante che ha animato gli incubi della mia infanzia.

Le quattro stagioni, ideate e dirette da Genndy Tartakovsky, sono composte da una serie di episodi autoconclusivi che vedono il samurai alle prese con numerosi nemici e città da salvare. Lo stile grafico alterna l’attenzione precisa per il dettaglio al disegno caricaturale tipico dei cartoni degli anni Novanta.

Poi, d’improvviso, tutto si interrompe nel 2004, con un episodio che non ha niente di conclusivo: Jack salva un bambino da alcuni mostri e lo riporta dalla madre. Fine della storia. Ci rimaniamo tutti male.

Samurai Jack sembrava un prodotto destinato a morire prematuramente (come i cartoni di cui vi parliamo qui).

Non si hanno più notizie di Jack fino al 2015, anno in cui viene annunciato un revival della serie per darle una degna conclusione. Gli ultimi dieci episodi infatti escono il 20 maggio 2017 sul canale Adult Swim, con toni molto più maturi e dark dedicati a un pubblico che, a differenza di Jack, è cresciuto e cambiato dal 2001.

samurai jack

Fifty years have passed, but I do not age. Time has lost its effect on me. Yet the suffering continues. Aku’s grasp chokes the past, present, and future. Hope is lost. Got to get back – back to the past.

Sono passati molti anni dall’ultima volta in cui Jack si è scontrato con Aku e quel combattimento gli è costato molto: non solo ha perso l’unica occasione per tornare a casa, ma anche la sua spada è andata perduta. Senza di essa, non può più combattere contro il demone che gli ha rovinato la vita.

Un samurai senza la spada è un samurai senza orgoglio.

Nonostante tutto, continua a vagare per quelle terre senza speranza, salvando di tanto in tanto chi gli capita sul cammino. Ma i fantasmi del passato continuano a perseguitarlo: la sua famiglia, il suo popolo, i suoi antenati. Ha deluso tutti e li ha lasciati indietro. Le ombre dei grandi combattenti del passato lo invitano a compiere l’ultimo gesto estremo che salverà il suo onore: l’harakiri.

Ormai siamo molto lontani dal cartone che ha accompagnato la nostra infanzia. Qui le tinte sono più oscure, più mature, Jack ha una psicologia molto più complessa del personaggio bidimensionale che era stato: ha a che fare con i suoi rimpianti, è eroso dal senso di colpa per non aver fatto abbastanza. Non è più l’eroe che credeva di essere: ha perso la battaglia.

Ma la quinta stagione è un’occasione di rivalsa per il nostro samurai. Grazie all’incontro con Ashi, un’assassina dedita al culto di Aku, riuscirà a ritrovare se stesso e, così facendo, ritrova anche la spada. Adesso è pronto a mettere la parola fine allo scontro con Aku.

aku

Ma una storia iniziata male può finire solo peggio.

Nell’ultimo episodio vediamo finalmente l’ultimo scontro tra Aku e il samurai. Si scopre che Ashi è una delle figlie di Aku: la dolorosa verità le fa perdere il controllo e viene posseduta dai poteri latenti del padre, catturando così Jack.

Padre e figlia stanno per uccidere il samurai. Ma dall’esterno del castello del demone si sente il rombo di un esercito: tutte le creature e i popoli salvati da Jack nel corso di quegli anni vengono a salvare il samurai e a mettere fine alla tirannia di Aku. Inizia così la battaglia tra i due schieramenti.

samurai jack-ashi

Nella confusione Jack riesce a liberarsi e comincia a combattere contro Ashi, tentando in ogni modo di farla tornare in sé: infatti la ragazza sta lottando dentro per recuperare il controllo del suo corpo e della sua mente. Quando il samurai le confessa il suo amore, Ashi riesce a domare l’oscurità di Aku.

Rendendosi conto che ha gli stessi poteri del padre, la ragazza apre un portale temporale, trascinando Jack con sé. Il samurai ritorna esattamente un secondo dopo che è stato gettato nel varco temporale dall’Aku del passato, proprio dove lo avevamo lasciato molti anni prima, all’inizio della storia.

What?! You’re back already?

jack sconfigge aku

Finalmente Jack riesce a sconfiggere Aku e a liberare il mondo dalla sua piaga. Il presente è salvo e così anche il futuro. Il samurai e Ashi si abbracciano, finalmente liberi.

Qualche tempo dopo tutto è tornato alla normalità. Vengono festeggiate le nozze di Jack e Ashi e tutti i popoli della terra vengono invitati. Ma proprio quando Ashi sta per raggiungere Jack all’altare, gli rivolge un’espressione dolente e cade a terra. Il samurai accorre in suo aiuto, tenendola stretta tra le braccia. La sua amata gli rivela che quando ha sconfitto Aku, ha salvato il futuro, ma ha cancellato la sua esistenza: senza suo padre, lei non sarebbe mai nata. Così, secondo le leggi dei paradossi temporali, Ashi svanisce, lasciando soltanto le sue vesti tra le braccia di un Jack disperato.

Samurai Jack continua a essere sconfitto nella sua storia: dietro una morale ferrea si nasconde una storia di continue perdite. La spada, la sanità mentale, la famiglia e infine Ashi.

Nonostante sia l’eroe della vicenda, il samurai resterà un perdente fino alla fine, anche dopo aver sconfitto Aku. Il demone sembra aver maledetto la sua vita: è una battaglia che ha già vinto in partenza e continua a beffarsi della sfortuna del samurai.

Jack è cambiato, mentre il suo mondo è rimasto lo stesso di quando lo ha lasciato. Nessuno potrà mai capirlo e Ashi, l’unica che avrebbe potuto comprenderlo, non c’è più. Ha sofferto e faticato per restare da solo nella sua sofferenza. Ma il mondo è salvo grazie a lui e questo allevia in parte il dolore: è in pace. Nella foresta in cui si è rifugiato alla fine dell’episodio, sorride davanti al volo di una coccinella. Dopo anni di attesa, il capitolo della sua storia si è concluso con l’amaro in bocca, sia per lui che per noi.

Come racconta Tartakovsky, il finale di Samurai Jack doveva rispecchiare esattamente il senso della serie: la storia tragica di un samurai dedito al sacrificio per tutta la sua vita. Si tratta di una storia profondamente reale, dove si sente il tragico peso della vita.

Era stato pensato anche un finale alternativo dai creatori della serie, che però è stato subito scartato per non snaturare il senso della storia. Ra, Visnù e Odino compaiono in sogno a Jack e, per ringraziarlo di aver sconfitto Aku, lo ricompensano riportando in vita Ashi.

Non so voi, ma secondo me questo finale avrebbe fatto perdere la profondità della serie. Anche se dolorosa, la conclusione è stata degna dell’attesa.

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