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Rick, Morty e Albert Camus: un’avventura alla ricerca di significato

ATTENZIONE: potrebbero esserci spoiler su Rick and Morty.

Rick, mi presteresti la sparaporte? Come sarebbe a dire che l’ha presa Morty?
Okay, non fa niente, ho trovato le chiavi della navicella, devo andare a fare due chiacchiere con i tuoi creatori, Dan Harmon e Justin Roiland. Lo so che non ti interessano i te di altre dimensioni perché sei il Rick più Rick eccetera, ma credo che l’originale sia vissuto nella mia realtà e vorrei chiedere loro la conferma.
Per essere uno a cui non importa di niente mi sembri abbastanza curioso.
Il suo nome era Albert Camus e ha vinto il premio Nobel per la letteratura.
Secondo me è lui il Rick più Rick di tutti. Tu pensa, non ha nemmeno bisogno di chiamarsi Rick per esserlo.
Ah, così vuoi verificare di persona? Bene, allora fa qualcosa in stile Elmett Brown alla navicella e andiamo. Comunque è meglio se lasci guidare me, Rick, sei palesemente ubriaco.

Ci credo che rientri tra i 9 genitori più tossici delle Serie TV.

Rick and Morty
Rick and Morty (1024×576)

Le serie Tv d’animazione sono realtà ben lontane dai cartoni animati.
Nonostante ormai abbiano ricevuto un largo riconoscimento, noi fan del genere ancora ci troviamo a spiegare che no, non è roba per bambini e no, non esistono solo i Simpson, American Dad e i Griffin.
Le serie animate possono anche avere trama orizzontale e sono il mezzo perfetto per esplorare un mondo interiore che ha bisogno di colore per esprimersi al meglio, anche quando cerca di raccontare le sensazioni più oscure dell’animo umano.
Rick and Morty, quando si tratta di andare a fondo, riesce a trasporre una vasta letteratura filosofica in chiave fantascientifica e offre allo spettatore argomenti di spessore conditi da un’ironia tagliente.
Si possono leggere tra le righe le dottrine di pensiero più disparate, tuttavia c’è un concetto filosofico che fa da cornice all’intera narrazione e si traduce in un vero e proprio stato d’animo diffuso nei migliori episodi della serie: l’assurdismo di Albert Camus.

Rick and Morty e l’assenza di significato

In Febbre d’amore n°9, uno degli episodi più rappresentativi dello show, abbiamo un esempio lampante della natura assurda dell’esistenza umana che di per sé è priva di ogni significato.

Rick and Morty
Rick and Morty (2014×580)

Morty chiede a Rick di preparare per lui un filtro d’amore che gli permetta di conquistare Jessica. Il nonno allora lo avverte con una delle 10 citazioni della serie da usare se vuoi sembrare intelligente:

Mi spiace deluderti, ma quello che chiamano amore è solo una reazione chimica che fa accoppiare gli animali. Colpisce duro, Morty, e poi lentamente si spegne e ti incastra in un matrimonio fallito. Lo ha fatto con me, lo farà con i tuoi, rompi il cerchio Morty, vai oltre, concentrati sulla scienza

Chiaramente il ragazzo è coinvolto nelle dinamiche di un adolescente infatuato e, senza pensare troppo alle possibili conseguenze, usa la sostanza preparata da Rick sulla ragazza.
Un’epidemia di raffreddore si mette tra lui e i suoi propositi, il virus fa da veicolo al siero facendo innamorare tutti ossessivamente di Morty.
Rick cerca allora di porre rimedio alla situazione finendo con il peggiorarla. L’antidoto creato fa diventare l’intera popolazione mondiale gigantesche mantidi religiose deformi.
A questo punto i due sono costretti a migrare in un’altra dimensione in cui i Rick e Morty locali sono appena deceduti per un’esplosione in garage.
Seppellendo in giardino il corpo del suo doppelganger e prendendone il posto all’insaputa del resto della famiglia, escluso Rick, Morty si trova a fissare negli occhi il vuoto esistenziale.
La vita gli appare come una ripetizione senza fine di fatiche insensate.

Rick and Morty
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Niente di nuovo: il mito di Sisifo

Molto prima che la scienza contribuisse a svuotare l’esistenza di senso con il freddo razionalismo, che troviamo incarnato in Rick, molti si sono sentiti come Morty riflettendo sul fine ultimo del vivere quotidiano dinnanzi all’inevitabile morte.
Già nell’antica Grecia, attraverso le leggende, venivano raccontati sentimenti di questo tipo e Albert Camus sceglie di raccontare l’assurdo prendendo in prestito il mito di Sisifo.

Sisifo era un uomo saggio e furbo che riuscì, secondo il racconto, a ingannare la morte e gli dèi in diverse occasioni. Per questo motivo Zeus decise di punirlo condannandolo a spingere un’enorme pietra su per una montagna, senza mai raggiungerne la vetta.
Il macigno, troppo pesante, finiva con l’investire Sisifo e tornare a valle, costringendolo a ricominciare da capo in un loop senza fine.
Il grande sforzo dell’uomo non può nulla contro lo status quo delle cose.

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Cercando di guadagnare un senso nell’amore romantico, Morty finisce con il sottoporre se stesso e Rick alla mercé del caos per poi tornare al punto di partenza. Mentre lottiamo e soffriamo, l’universo resta a guardare indifferente e insensibile alla nostra ricerca di un significato.
Mentre alcuni pensatori trovano consolazione nella fede, Camus propone, come Rick, di accettare l’assurdo a cui siamo condannati.

La costruzione di un insensato senso personale

Questo universo, ormai senza padrone, non appare (a Sisifo) sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo.

Il mito di Sisifo, Albert Camus

Albert Camus propone, infine, di immaginare che Sisifo possa trovare nella fatica del sollevamento di quel masso una felicità personale che nemmeno gli dèi possono togliergli. L’insensatezza va accettata per poterla superare e vivere davvero.
Una conclusione alla quale arriverà anche Morty.

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Nessuno esiste di proposito, nessuno appartiene a nessun luogo, tutti moriranno. Vieni a guardare la tv?

Morty Smith, Vite alternative

Persino Rick Sanchez: antieroe, vittima, carnefice e uomo più intelligente della galassia, non può trovare nessun antidoto all’assurdo universale e per questo sceglie di dare un senso alla sua esistenza con un’apparentemente insensata serie di avventure autoconclusive con Morty. Esse costituiscono il suo personale senso e quindi l’unica via per la felicità percorribile.