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Rick and Morty – La recensione della quinta stagione, in calo ma non deludente

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Rick and Morty 5.

Dopo un’attesa di circa un anno, Rick and Morty è tornata con la sua quinta stagione. Dopo la rivelazione finale del capitolo precedente, gli spettatori si sono chiesti quali sarebbero state le nuove avventure dei protagonisti e quali altre idee folli Dan Harmon ci avrebbe proposto. La quinta stagione non manca di catapultarci ancora una volta in pianeti e dimensioni stravaganti, ma allo stesso tempo risulta leggermente sottotono rispetto ai cicli di episodi precedenti (qui la classifica delle 10 battute più brillanti). Anche se nel corso delle stagioni ha avuto diverse puntate deboli (qui la classifica delle 5 peggiori), complessivamente lo show ha sempre saputo conquistare il pubblico con gli orrori e le meraviglie dei suoi infiniti universi, così come con i momenti toccanti che ci hanno mostrato l’umanità dei personaggi. Possiamo dire che Rick and Morty 5 continua su questa linea: il nuovo ciclo di episodi è infatti una montagna russa di emozioni e situazioni contrastanti, che vanno dal divertimento puro al cringe più imbarazzante, da diversi omaggi agli anime fino ad arrivare a grandi rivelazioni sui protagonisti.

Siamo dunque di fronte a una gamma espressiva che ha riconfermato Rick and Morty come uno dei migliori show di Adult Swim. Difatti, l’ultima stagione ha ricevuto degli ottimi rating, rafforzati da un doppio finale che ha saputo sfruttare tutti i punti forti della serie, rendendo la notizia della sesta e settima stagione ancora più piacevole. Ma per quanto la chiusura di Rick and Morty 5 sia stata eccezionale, non si può dire lo stesso di tutti gli altri episodi. Dopo un inizio scoppiettante, la stagione subisce infatti un declino a metà del suo percorso, riuscendo poi a risollevarsi solo in calcio d’angolo. Una svolta che forse alcuni si aspettavano considerato l’abbandono di alcuni degli scrittori storici dal team creato da Dan Harmon. Nel corso della stagione è infatti possibile notare un peggioramento nella scrittura in alcuni episodi, così come nella caratterizzazione dei protagonisti.

Uno degli aspetti negativi di Rick and Morty 5 sta proprio nel mancato approfondimento dei personaggi, che invece di subire un’evoluzione rimangono statici o addirittura retrocedono.

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Partiamo da Beth e Jerry: se in passato avevano avuto modo di brillare, mostrandoci lati d’ombra o semplicemente la loro stupidità, in questa stagione sono stati ridotti a semplici figure genitoriali. Personaggi di contorno che sono stati funzionali alle avventure dei protagonisti e privati dello spazio necessario per crescere, salvo rare eccezioni. Anche il personaggio di Summer ha subito un’involuzione, tanto da dimostrarsi forse il personaggio più insopportabile della stagione. Non solo è protagonista di alcuni momenti altamente cringe, ma è anche contraddistinta da un atteggiamento acido e crudele che non riesce a suscitare la stessa ilarità del geniale cinismo del nonno. Parlando di Rick, possiamo dire con certezza che questa stagione è stata fondamentale per comprendere meglio questo personaggio dall’ego smisurato, così come per assistere alla crescita di Morty.

I due protagonisti titolari sono infatti quelli che più di tutti sono riusciti a fare dei passi avanti, anche se in maniera diversa.

Nonostante in certi frangenti si mostri immaturo e impietoso, attraverso la scoperta del passato di Rick (la morte della sua famiglia, l’amicizia con Birdperson e la creazione della Cittadella), abbiamo avuto modo di comprendere meglio la sua personalità e motivazioni. Inoltre, l’ammissione di quanto la sua relazione con Morty sia tossica ha costituito un momento di svolta nel suo percorso che, seppur deviato da un’avventura in compagnia di due corvi, lo porterà a capire quanto la collaborazione con il nipote sia preferibile alle manipolazioni. Allo stesso tempo, Morty è stato esplorato in tutte le sue sfumature, dalla sua natura più mite e ragionevole fino a quella più violenta e imprevedibile. Già dal primo episodio vediamo infatti quanto Morty non sia poi così diverso dal nonno: nonostante lo critichi il più delle volte, lui stesso si ritrova ad agire con impulsività e follia, così come a non poter fare a meno di quella partnership dalla quale dichiara sempre voler fuggire.

Per quanto riguarda gli episodi veri e propri, Rick and Morty 5 ha mostrato sia punti di forza che debolezze.

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Fra i migliori della stagione possiamo citare il primo, il secondo e il terzo, per poi passare all’ottima triade composta dagli ultimi tre episodi. Mort Dinner Rick Andre mette subito tanta carne al fuoco, riuscendo però a mantenere sempre un’ottimo equilibrio. In particolare, la dinamica dei viaggi di Morty fra il suo universo e quello alternativo in cui provoca un’escalation di incidenti diventando nemico giurato del suo popolo ha reso l’episodio memorabile. E che dire dell’introduzione di Mr. Nimbus, Re dell’Oceano e nemesi di Rick? Un personaggio secondario che ci ha mostrato ancora una volta quanto queste brevi comparse in Rick and Morty (sapevate che Daniel Radcliffe avrebbe dovuto partecipare al live-action?) possano lasciare il segno. Pur non portando niente di nuovo alla trama, Mortyplicity è un episodio godibilissimo, che gioca sul caos generato dalla battaglia all’ultimo sangue fra le copie della famiglia Smith (mentre quella originale, completamente ignara, affronta un’avventura nello spazio). Con A Rickconvenient Mort viene introdotta per la seconda volta nella stagione un personaggio secondario interessante: Planetina, una supereroina ispirata a Capitan Planet che ha il compito di salvare il pianeta dai disastri ambientali. Attraverso l’introduzione della ragazza, l’episodio ha potuto esplorare il personaggio di Morty, che mostra con forza i propri sentimenti così come le sue fragilità di adolescente. Nonostante abbia esplorato l’universo e si sia ritrovato ad affrontare le situazioni più assurde, alla fine dei conti il protagonista è un quindicenne come tanti altri che ama e sbaglia. E che soprattutto soffre intensamente quando il suo cuore viene spezzato per la prima volta.

Gli episodi centrali sanno intrattenere, sfruttando i punti di forza dei personaggi che già conosciamo (Jerry in Amortycan Grickfitti), riproponendo personalità che erano già comparse in passato (il Presidente degli Stati Uniti in Rick & Morty’s Thanksploitation Spectacular) e omaggiando gli anime con l’introduzione dei GoTron in GoTron Jerrysis Rickvangelion. Siamo dunque di fronte a delle puntate piacevoli che hanno saputo giocare su tematiche interessanti, ma che allo stesso tempo si sono perse in momenti facilmente dimenticabili. Non si può dire lo stesso del quarto episodio, forse il peggiore di Rick and Morty 5 e dell’intera serie. Rickdependence Spray rimane infatti impresso nella mente degli spettatori, ma per tutti i motivi sbagliati: è infatti un susseguirsi di situazioni assurde e sconcertanti, sostenute da una scrittura debole in cui sessismo e volgarità gratuita fanno da padroni. Incapace di essere brillante o divertente, questo episodio ha generato numerose perplessità, partendo dalla premessa iniziale fino ad arrivare alla creazione dell’orripilante “incest baby”.

Fortunatamente, Rick and Morty 5 ha optato per una chiusura degna di questo nome, proponendoci tre episodi finali che hanno saputo lasciare il segno.

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Rickternal Friendshine of the Spotless Mort è un salto nel passato di Rick che, nel tentativo di trovare la mente di Birdperson e riportarlo in vita, ripercorre la storia della loro amicizia. Nonostante l’assenza di Morty, l’episodio è incredibilmente accattivante grazie alla solida struttura narrativa e la giusta dose d’emozione che ci ha mostrato tanto la forza quanto la fragilità di Sanchez. Vedere come i due amici si sono trovati, avvicinati e poi allontanati ha ricontestualizzato tutto ciò che avevamo visto in passato, dimostrandoci anche quanto il tipico atteggiamento cinico e distaccato del protagonista sia una facciata, uno scudo per proteggersi dal dolore delle proprie perdite e le delusioni generate dalla sue scelte.

Questa realtà ci viene riconfermata poi nel doppio finale, che ancora una volta separa i nostri protagonisti. Una mossa che poteva generare preoccupazione, considerando che il meglio dello show avviene quando i due sono insieme. Fortunatamente, la loro separazione è stata gestita molto bene, e anzi è stata necessaria sia per mostrarci le sfumature dei personaggi che per arrivare al cuore del finale. Forgetting Sarick Mortshall e Rickmurai Jack risultano così una forte conclusione di una stagione un po’ debole, creando un futuro interessante per la serie e allo stesso tempo elaborando il suo passato. Dopo la malinconica storia d’amore fra Morty e Planetina e l’esplorazione del rapporto di Rick e Birdperson, gli episodi finali tornano a giocare con l’idea di dividere i protagonisti, evidenziando sia l’impegno di Rick nel far sentire geloso suo nipote che l’incapacità di Morty di prendere il comando senza Rick.

Tuttavia, il tempo passato su un pianeta gestito da corvi antropomorfi aiuteranno quest’ultimo a diventare più empatico, mostrando un lato più tenero del personaggio.

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Rick viene finalmente a patti con il rapporto abusivo che lo lega al nipote, realizzando quanto sia necessario allontanarsi da lui. Una realizzazione che ci porta anche a comprendere l’incapacità di Morty di lasciare andare il suo partner. Chiaramente questa separazione non ha lunga durata: finalmente riuniti, il nostro duo si avventura ancora una volta nella Cittadella, nella quale ritroviamo uno dei personaggi più interessanti della serie, Evil Morty. L’episodio finale dunque porta avanti una delle poche storyline orizzontali dello show, mostrandoci cosa sia successo al Presidente della Cittadella e rivelandoci l’origin story di Rick. Abbiamo infatti la definitiva conferma che la sua trasformazione in nonno nichilista è stato il risultato dell’omicidio della sua famiglia, uccisa da un Rick di un’altra dimensione. Un evento talmente traumatico da portarlo a viaggiare per l’universo per anni, durante i quali non troverà mai né l’assassino di Diane e Beth né la pace di cui aveva bisogno.

Se non altro, dopo aver seminato morte per lo spazio, alla fine il nostro Rick instaurerà una tregua con i Rick alternativi, creando la Cittadella e la Curva Finita Centrale, una porzione murata del multiverso che separa tutte le versioni di Rick l’una dall’altra e dal resto dell’universo. “Una culla infinita che tiene in braccio un bambino infinito“, come viene spiegato da Evil Morty, che riuscirà a distruggere la Curva sfuggendo una volta per tutte da infinite versioni del mondo in cui Rick è essenzialmente un dio. Siamo di fronte a una grande mossa da parte di Harmon, che con questa svolta potrebbe cambiare per sempre la direzione dello show. Con l’eliminazione di gran parte dei Rick si chiude infatti un capitolo importante della serie, che proprio grazie alla Cittadella e alla presenza di versioni alternative dei personaggi ci aveva regalato alcuni degli episodi migliori.

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Dunque, Rick and Morty 5 si è rivelata una stagione altalenante che, pur potendo contare su un reparto tecnico eccellente, purtroppo si è persa in episodi superflui e piuttosto deboli. Ma è altrettanto certo che il suo finale, forse il migliore realizzato finora, sia stato fondamentale per preparare un futuro intrigante per la serie, coinvolgendo il pubblico e lasciandolo eccitato per la stagione 6 e 7. Non ci resta dunque che sperare che i prossimi capitoli possano ripagare le aspettative generate da una stagione che forse poteva dare di più.

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