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Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso – La Recensione della nuova, bizzarra, proposta Rai

Vincenzo Malinconico è un avvocato d’insuccesso. Un outsider. Una persona pacata, rispettosa, comune e amorevole, in cui il pubblico Rai si è rivisto. Con una formula bizzarra, ma efficace, a metà tra la rottura della quarta parete e la pièce teatrale, in prima serata su Rai 1 e in streaming su RaiPlay, dal 20 ottobre al 10 novembre, è andata in onda la commedia drammatica diretta da Alessandro Angelini e tratta dai romanzi di Diego De Silva (Non avevo capito niente, Mia suocera beve e Divorziare con stile). A prestare il corpo e la voce, direttamente da Imma Tataranni – Sostituto procuratore, è l’attore Massimiliano Gallo, il quale è senza dubbio il motivo del successo della nuova proposta della rete ammiraglia. Gallo, con l’immancabile valigetta stretta al petto, ha unito lo Charlot di Charlie Chaplin con il Fantozzi di Paolo Villaggio, per un risultato buffo, ma sincero e credibile. Malinconico, di nome e di fatto, ci ha portato nel limbo della giustizia italiana, dove gli avvocati stanno in piedi e urlano tra la confusione generale. Un limbo polveroso, fatto di scartoffie, burocrazia e incomprensioni. Tra i tanti tentativi di portare l’innovazione nella fiction generalista, Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso sembra essere l’esperimento più riuscito perché sa unire la tradizione alla modernità, De Filippo alla commedia all’italiana, la malinconia alla tragedia un po’ grottesca. Il risultato è una fiction accessibile e trasversale che riesce davvero a intrattenere un pubblico intergenerazionale. È estrosa, versatile e ha trovato una cifra narrativa semplice e briosa, che riesce a divertire e intrattenere tutta la famiglia. La fiction ha conquistato il pubblico, sebbene non abbia raggiunto i numeri di Doc – Nelle tue mani o Don Matteo. Tuttavia, con una media che sfiora i 4 milioni di spettatori, ogni giovedì ha stracciato la concorrenza.

Siamo tutti un po’ Vincenzo Malinconico, l’avvocato d’insuccesso di Rai 1

Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso (640x360)
Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso (640×360)

Finalmente arriva su Rai 1 una famiglia reale. Vincenzo Malinconico è divorziato, ma ogni mercoledì fa sesso con l’ex moglie, Nives (Teresa Saponangelo), la quale tradisce suo marito con l’ex marito. Vincenzo però è invaghito di Alessandra Persiano (Denise Capezza), l’avvocatessa più in gamba e più corteggiata del tribunale. Una volta a settimana, Vincenzo si incontra con la figlia adottiva, Alagia Malinconico (Chiara Celotto), per mangiare hamburger e patatine fritte di nascosto dalla dittatura salutista della mamma, Nives. Il suo rapporto con “Vince'” è forse la sottotrama più riuscita e più affettuosa di Rai 1. Anche il rapporto con l’altro figlio, Alfredo Malinconico (Francesco Cavallo) – aspirante documentarista – è capace di riportarci con i piedi per terra.

Alfredo è omosessuale e Vincenzo, che è comunque un uomo all’antica, non lo ostacola, lo supporta pur ammettendo di faticare ad abituarsi all’idea. Poi c’è Assunta (Lina Sastri), la ex suocera moderna con la quale Vincenzo ha un rapporto sincero di amicizia, mettendo così fine all’immagine stereotipata dalla “suocera vipera”. L’amico di sventure è Benny La Calamita (Luca Gallone), un collega sfaticato che è costretto dal padre (di successo) a fare un lavoro che non ama. Con Espedito Lenza (Giovanni Ludeno), invece, Vincenzo condivide uno studio – tristissimo – in affitto, invaso da un cane esagitato. Infine c’è il personaggio più particolare della produzione, l’uomo in giallo Amodio Tricarico (Francesco Di Leva). Camorrista ciclo munito, segue l’avvocato da quando Vincenzo ha assunto la difesa del camorrista Domenico Fantasia, detto “Mimì ‘o burzon”. Insomma, un ensemble di personaggi dal potenziale macchiettistico, ma stranamente realistico. Certamente è insolito per la tv generalista, invece, sebbene sia difficile da credere, funziona. Perché in fondo, in loro, ritroviamo ciascuno di noi, senza “trame teen forzate” o relazioni sentimentali melò da manuale.

Bizzarro sì, ma realistico

Massimiliano Gallo e Luca Gallone
Luca Gallone e Massimiliano Gallo

Vincenzo Malinconico vive a Salerno è “semi-disoccupato, semi-divorziato, semi-felice, ma soprattutto avvocato d’insuccesso”. Con una certa disnomia e tendenza a invertire le parole, l’avvocato non raggiunge mai la piena sufficienza. La sua testa è tra le nuvole e riesce a dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Una cosa, però, riesce a farla bene: “filosofeggiare”. Non scappa dalle sue miserie, le affronta a occhi chiusi, con aria rassegnata. Nel corso degli 8 episodi da 50 minuti ciascuno lo troviamo a spolverare il Manuale di diritto penale per difendere un becchino di camorra oppure per far luce sull’omicidio brutale di Brooke (sì, proprio quella di Beautiful) Fantasia, con la quale aveva stretto un rapporto paterno, protettivo e molto tenero. La sua testa è piena di pensieri, ma sempre fuori tema. Eppure, sebbene neanche lui riesca a spiegarselo, piace alle donne proprio per la sua insicurezza. Ma nei suoi voli di fantasia non è solo. A fargli compagnia c’è Mister Fantasy in persona, cioè il conduttore, Carlo Massarini, del celebre programma musicale degli anni Ottanta, Mister Fantasy – Musica da vedere. E così, dopo 40 anni, il conduttore torna a vestire i bianchi panni del suo alter ego musicale.

Carlo Massarini, Mister Fantasy - Vincenzo Malinconico
Carlo Massarini, Mister Fantasy – Vincenzo Malinconico

La struttura della fiction è insolita per il primo canale. Segue un andamento tutto suo, molto orizzontale, si avvale in modo intelligente del dialetto e si libera del solito “un caso a puntata”. Il giallo c’è, ma come sottofondo per raccontare una storia dal sapore tradizionale e da una prospettiva totalmente nuova. Si respira la familiarità tanto cara a Rai 1, ma ha il sapore del disagio e delle pile di carta che intasano gli uffici pubblici. A inseguire Malinconico c’è la misteriosa mano ritrovata dal cane di Fantasia e la morte sospetta di Brooke. L’avvocato d’insuccesso riceve perfino il suo quarto d’ora di celebrità, partecipando alla trasmissione Porta a porta di Bruno Vespa. Nel corso delle puntate si parla di divorzio, di coppie omosessuali e multietniche, di paternità biologica e adottiva, di diritti, di violenza di genere e di abusi, ma con una leggerezza e una naturalezza sorprendente per la tv generalista. Un’apertura al presente, senza retorica e con la consapevolezza di essere ancora ancorati al passato. Non si avvertono forzature. Tutto scorre con quell’allegria un po’ tragica, un po’ burlona che caratterizza gli italiani.

Vincenzo Malinconico è una manovra sicura.

fiction Rai 1
Fiction Rai 1

All’apparenza, infatti, sembra la classica fiction procedurale all’italiana. Invece nelle maglie della trama si nascondono non pochi elementi di modernità. C’è la noia di un lavoro che non si ama e di una professione che il protagonista vorrebbe fosse diversa, ma che non ha le capacità di cambiare. Vince’ fatica ad adattarsi, subisce gli eventi, ma è una persona buona. È un puro che avanza con timore, un giorno alla volta. Si lascia trasportare della corrente, un’esclamazione inopportuna alla volta. Massimiliano Gallo ha saputo dare vita a un outsider, un incompreso, un dimesso. Una sorta di antieroe che nemmeno ci prova a fare l’eroe. La malinconia fa pare del suo DNA e forse ci affascina perché ha qualcosa di familiare.

Finalmente, su Rai 1 è arrivata una fiction semplice che non parla di famiglie tradizionali o d’improbabili professionisti di successo. Una fiction nostrana che non prova a imitare la serialità internazionale e che, per questo, risulta originale. Qualcosa con cui distrarsi senza impegno. Con cui intrattenersi piacevolmente per ritrovare qualcuno che ci somiglia più di quanto vorremmo. Vincenzo è immerso, come tutti noi, in una realtà stanca, ostile e che sembra non offrire occasioni, che viene raccontata senza stereotipi né retorica. Vincenzo Malinconico può sembrare una macchietta. Invece è una maschera tragicomica e grottesca che serviva tanto alla serialità del servizio pubblico.

Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso può apparire una proposta improbabile. Invece è forse la cosa più vera che abbiamo visto ultimamente su Rai 1.