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This Is Us: l’amore sopravvive anche alla morte

Quando perdi qualcuno così improvvisamente, inaspettatamente, fa male. È diverso”. This Is Us ce lo ricorda in questo appuntamento speciale. Quando perdi qualcuno inaspettatamente non realizzi subito quanto accaduto, talmente irreale ti appare la cosa. Il cuore non può accettare quello che il cervello ha capito. E rimani lì, spaccato in due. Sai e contestualmente non sai cosa è successo. Non riesci a far tua quell’idea, non riesci a metabolizzarla. A renderla accettabile. Finché la rigetti puoi illuderti che non sia reale. Che non sia realmente accaduta. Sarebbe bello crogiolarsi per sempre in quell’illusione. In quel mondo tutto tuo in cui il sentimento è intatto, in cui l’amore non è spezzato. Sarebbe bello vivere una vita interiore in cui la brutalità della realtà non può toccarti. Ma il rifiuto non è la strada.

Perfino il nichilista Sartre in uno slancio improvviso si troverà ad affermare: “Non in un ipotetico rifugio scopriremo noi stessi: ma per la strada, per la città, in mezzo alla folla, cosa tra le cose, uomo tra gli uomini”. Non possiamo chiuderci, non possiamo rifiutare il mondo. Siamo noi stessi solo nel rapporto con l’altro, parti infinitesimali in un mondo che sembra girare senza curarsi di noi. Eppure, nei rapporti con gli altri troviamo un senso a noi stessi.

L’apertura non può che essere l’unica scelta possibile. Tutti i protagonisti di This Is Us lo capiscono.

Lentamente, contraddittoriamente, ma si confrontano con la necessità di vivere “per la strada”. La perdita di Jack è un dolore profondo. Sordo. La sua morte sancisce uno snodo fondamentale per le vite di ogni Pearson. “La sera in cui mio padre è morto ho pensato: siamo spacciati, non riusciremo a riprenderci mai più”, afferma Kate. E quel pensiero diventa concreto, diventa reale. Per molto tempo. Per anni. Tutti i membri della famiglia vivono nel ricordo, si chiudono in quel dolore sordo che cade goccia a goccia. Che li corrode dentro e li divora. Ognuno di loro sente il peso della colpa e dell’inadeguatezza. This Is Us

Ognuno deve costantemente confrontarsi con un modello inarrivabile, con quel padre e marito che si getta tra le fiamme per salvare tutti. Per salvare perfino i ricordi. Lo sguardo di ammirazione del giovane Randall è quello di un figlio che si rivolge al suo eroe. Un figlio che dovrà crescere senza il suo modello, senza qualcuno che lo difenda e gli impartisca gli insegnamenti di cui ha bisogno. In Randall si accentuerà così l’ossessione per la perfezione. La determinazione del padre, quella di cui parla Kate in riferimento alla finestra costantemente aggiustata, si trasformerà in compulsione, smania per il successo. E ogni fallimento corrisponderà per lui a una crisi, violenta e incontrollata. Psicotica.

È la stessa inadeguatezza che colpisce Kevin.

In lui c’è il peso del Numero Uno, del primogenito, del figlio che rende orgoglioso il padre per una partita di football. L’infortunio coincide con la paura che quel padre che tanto lo ammirava possa non volergli più bene. Che anche lui, come Rebecca, inizi a rivolgersi e interessarsi più ai fratelli e alle loro problematicità. La morte di Jack diventa il momento del dolore ma anche un carico che inizia a gravare su di lui. Il disagio della colpa per non essersi riconciliato col genitore. Per non essere stato lì. E la necessità di prendere il suo posto, di diventare il modello di riferimento per i suoi fratelli.

Non riuscirà in questo, Kevin. Fallirà. Perché non ha la forza del padre, non ha raggiunto la maturità. È rimasto senza il suo mentore troppo presto. Non si rialzerà più. Anzi, cadrà nel vizio del bere, si autodistruggerà rovinando anche la sua relazione con l’amata Sophie. Perché non si sente all’altezza di quell’amore, del compimento di quell’amore che è diventare padre. Non riesce a badare a se stesso, come potrebbe essere una guida per un bambino?

Anche Kate vive col peso della colpa.

Se non fosse stato per lei e per il suo cane il padre non sarebbe mai tornato dentro. Non sarebbe mai morto. Kate come i suoi fratelli aveva bisogno di quel padre. Del suo sguardo, dell’espressione di ammirazione quando cantava. Grazie a lui per un momento, per un istante appena, poteva vedersi diversa: poteva scoprirsi bella. Così “per vent’anni ho sempre avuto l’autostima sotto i piedi”. Eppure, qualcosa cambia. Cambia in ognuno dei protagonisti di This Is Us.This Is Us

C’è qualcosa che li restituisce alla vita, che li fa aprire al mondo. Questo qualcosa per Kate è Toby, quell’ “omaccione dal cuore enorme”. “Ogni volta che sono stata male non mi ha mai abbandonato, tutte le volte che è successo. Mi ha fatto credere in me”. Grazie a quel sentimento Kate ritrova se stessa. Quello sguardo d’amore e d’ammirazione dal padre si trasferisce a Toby. Attraverso i suoi occhi la donna riscopre il suo valore. Ritrova la forza che credeva di non avere.

Così anche Randall nel sentimento per Beth e per le sue figlie canalizza il suo bisogno di perfezione.

In quella famiglia trova il pieno compimento di sé. Perché “la mia vita ha fatto un salto. […] E mi sono accorto che non avevo neanche bisogno di sforzarmi. Sarei stato il papà migliore del mondo perché amavo così tanto quella bambina che non avevo altra scelta”. La perfezione sta nell’amare. Nella naturalezza di un sentimento che ti salva e ti restituisce alla vita. Al mondo. Ti schiude gli altri, al prossimo. Un’apertura che si manifesta nella disponibilità ad accogliere chi ha bisogno. L’affidamento diventa espressione dell’amore. Anche Tess lo capirà: in quell’amore che si manifesta nel donarsi vedrà il più pieno compimento delle sue aspirazioni. Diventerà assistente sociale, riattualizzerà un gesto di bontà che ha radici profonde, che si lega all’adozione del piccolo Randall da parte di Jack e Rebecca.

L’amore si trasferisce così di generazione in generazione, moltiplicandosi e arricchendosi di significati. Non muore mai, l’amore. Jack rivive costantemente in quel sentimento, nella bontà di sua moglie e dei suoi figli che si incarna di volta in volta in ogni gesto d’affetto. This Is Us non smette di calcare la mano su questo punto, di mostrare quanto la riconquista di se stessi passi dalla forza di rialzarsi e andare “per la strada, per la città, in mezzo alla folla, cosa tra le cose, uomo tra gli uomini”.

Anche Kevin sembra gradualmente capirlo, sembra riuscire finalmente a liberarsi del suo peso, della sua angoscia.

Parla col padre, ha una catarsi. Si svuota delle sue debolezze, esce dalla chiusura del suo “mondo interiore”. “Fosse l’ultima cosa che faccio ma ti renderò fiero di me”, afferma il ragazzo. È rinnovato nella sua decisione, nella sua convinzione. E anche se la strada è lunga il primo passo è stato compiuto. Non vive più nel rifiuto, nella negazione. Per anni ha tenuto a distanza ogni discorso sul padre, ogni riferimento, ogni apertura perfino con l’amata sorella. Ora, finalmente, getta tutto fuori. Può iniziare così un nuovo percorso.This Is Us

L’episodio più intimo e drammatico di This Is Us è anche quello più carico di speranza. Un grido, anzi, un sottile sussurro affidato a un gesto, una carezza, una scelta. Si percepisce lungo tutto l’arco della puntata la distanza tra i personaggi che lentamente viene a ricomporsi. Il legame tra Rebecca e Kevin, il rapporto tra Randall e Tess e quello tra Kate e Toby.

Ogni riavvicinamento è segnato dal contatto. Rebecca stringe a sé i suoi figli, Kate abbraccia e balla con Toby, Randall e Beth si affiancano a Deja. E di nuovo Randall sarà a fianco dell’adulta Tess e le rivolgerà lo stesso sguardo che Jack aveva rivolto a Kate. Ammirazione. Soddisfazione. Perché l’amore è sopravvissuto e la bontà di Jack non è andata sprecata. È in ogni occhiata, in ogni abbraccio, in ogni apertura che i bellissimi, contradditori, drammatici protagonisti di This Is Us ci restituiscono episodio dopo episodio.

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