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Sailor Moon Eternal – La recensione del film Netflix che non ha età

Sailor Moon è stata una parte importante dell’infanzia di tutti noi, soprattutto se nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Per questo motivo, quando abbiamo saputo dell’imminente uscita di un film su Netflix, ci siamo esaltati non poco.

Per riuscire a capirlo veramente è però necessario distaccarsi dalla serie che tutti abbiamo conosciuto, andata in onda su Rete4 e Canale5 tra il 1994 e il 1997, e avvicinarci invece alla su versione più recente: Sailor Moon Crystal. Questa serie tv si divide in tre stagioni e si presenta come molto più fedele al manga rispetto alla precedente. Non a caso le prime tre stagioni coprono i primi tre archi narrativi, mentre con questo film si vuole coprire il quarto arco.

Se pensate che il film Netflix Sailor Moon Eternal sia qualcosa dedicato esclusivamente a un pubblico di bambini e adolescenti, vi consiglio di ricredervi.

Anticipo che in questa recensione ci saranno diversi SPOILER, perciò vi suggerisco di vedere il film e poi di tornare qui per continuare la lettura. Se già conoscete Sailor Moon Crystal molto probabilmente la visione del film vi risulterà molto più facile, dal momento che si riparte esattamente da dove l’ultima puntata della terza stagione si era conclusa.

Recap velocissimo di ciò che era successo. Le guerriere sailor si erano trovate a fronteggiare la minaccia di Pharaoh 90, sconfitta poi grazie all’unione dei poteri delle varie combattenti e, soprattutto, grazie all’intervento di Sailor Saturn. Giunti poi al finale di puntata, si assisteva a un’eclissi totale di sole che sembrava portare con sé una nuova minaccia.

Sailor Moon

Ed è proprio dall’eclissi totale di sole che il film Sailor Moon Eternal decide di ripartire, mostrandoci esattamente cosa Usagi e Chibiusa hanno visto quando si sono voltate. Si tratterebbe di un unicorno, subito identificato come Pegasus e successivamente riconosciuto come Helios, protettore di Elysion, zona sacra che protegge il pianeta Terra e da cui ha origine il regno dorato. Quest’ultimo, come scopriremo nel corso del film, è anche la terra d’origine di Mamoru Chiba, ovvero Tuxedo Mask e poi Prince Endymion.

Questo film, diviso in due parti, segue la struttura che potrebbe avere una normale stagione dello stesso anime. Si comincia presentando il nuovo, grande pericolo, e successivamente si inseriscono le diverse sotto trame. In questo caso capiamo che la grande minaccia che le nostre super eroine dovranno affrontare altro non è che il Dead Moon Circus, organizzazione dietro la quale (come accade sempre nell’universo di Sailor Moon) è manovrata da un mostro di gran lunga più potente. Sullo sfondo, invece, si alternano le vite private delle guerriere e la loro crescita, il sentimento che si sviluppa tra Chibiusa ed Helios e la maledizione che colpisce Mamoru e, in un secondo momento, Usagi.

Per tutta la prima parte del film ci vengono introdotti i membri del Dead Moon Circus e capiamo anche quale sia il loro obiettivo: conquistare la Terra soggiogando la popolazione con l’incarnazione stessa dei loro incubi. Una situazione piuttosto brutale, ma che permette alle nostre protagoniste di ritrovare la forza dentro loro stesse. Con l’arrivo del Dead Moon Circus, infatti, una cortina ricoprirà la città di Juban, impedendo alle guerriere sailor di trasformarsi. Questo succede finché non finiscono per trovarsi in un momento critico, dopo il quale entrano in contatto con la loro guerriera interiore che trasmette un nuovo potere e la forza per ripartire.

Sailor Moon

Nella seconda parte del film assistiamo invece all’effettiva sconfitta del nemico, alle rivelazioni sulla sua provenienza e al ritorno di altri personaggi molto graditi: le guerriere sailor Uranus, Neptune, Pluto e Saturn. Come già successo nella terza stagione, il loro intervento si rivelerà indispensabile per la vittoria dei buoni, visto che canalizzeranno i loro poteri verso Sailor Moon, permettendole di accrescere notevolmente il potere del suo cristallo arrivando a un’ulteriore evoluzione della sua trasformazione. Lo so, sembra quasi una citazione a Dragon Ball, ma non è l’unica che troviamo all’interno del film.

Scopriamo infatti che la regina di Dead Moon Nehelenia, i cui sicari visti per tutta la prima parte del film sono l’Amazon Quartet, ha un antico conto in sospeso con il regno della Luna. Proprio come nel caso di Maleficent e de La Bella Addormentata, Nehelenia non venne invitata ai festeggiamenti per la nascita di Serenity, dunque scagliò su di lei una maledizione che la portasse a morire prima di salire al trono.

Da un punto di vista tecnico Sailor Moon Eternal è un film effettivamente ben gestito. La trama procede senza intoppi e riesce a catturare l’attenzione dello spettatore nella sua rete di mistero. Ammetto che ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentita fuori target, soprattutto quando viene messa in evidenza, nella prima parte del film, la gelosia costante di Chibiusa verso la storia d’amore tra Mamoru e Usagi (e viceversa, quando è Usagi a manifestare gelosia).

Tuttavia è una parte che sono riusciti a limitare. Quello che invece rende Sailor Moon Eternal speciale e in un certo senso anche inter generazionale è il messaggio che vuole mandare. In un certo senso si struttura come un cartone animato femminista, in cui sono i personaggi femminili a combattere e a dimostrare di avere maggiore forza per uscire dalle avversità. Questo non vuol dire che gli uomini non siano in grado di fare lo stesso. Anzi, in questo film la figura di Mamoru e quindi di Tuxedo Mask risulta essere quasi fondamentale, specie dal momento in cui scopriamo le sue origini. Se Sailor Moon è la detentrice del Cristallo d’Argento, lui è il detentore del Cristallo Dorato, e i due insieme possiedono una forza inarrestabile, che diventa ancora più potente quando alimentata dal loro amore eterno.

Ci è sempre stato insegnato che l’unione fa la forza, ed è esattamente questo che Sailor Moon Eternal vuole rappresentare. Quando c’è una cieca fiducia nell’altro e ci si aiuta vicendevolmente si possono superare tutte le difficoltà, anche quelle che sembrano dei veri e propri incubi infiniti.

Altro dettaglio importante nel film è quello della lotta tra bene e male. Anche questa è una costante già incontrata nel cartone animato, che però qui assume delle sfumature forse anche migliori. Nel momento in cui scopriamo la provenienza di Nehelenia assistiamo a un dialogo molto interessante in cui la stessa regina di Dead Moon dichiara: “L’oscurità è necessaria. Dove c’è la luce c’è anche l’oscurità, l’oscurità attrae la luce e la luce attrae l’oscurità“. Questo risulta essere un ottimo modo per evidenziare ciò che è insito in ogni essere umano. Tutti infatti possiedono dentro di sé luci e ombre, tratti che danno maggiore luci e tratti che invece preferiscono tenere nascosti. Tuttavia tra i due si cerca di avere una giusta compensazione, rimanendo in equilibrio ed evitando di crollare nel baratro senza fine delle tenebre.

Successivamente, sempre per dare risalto a questo tema, si introduce la metafora della stella. Sarà la stessa regina Serenity a raccontarla alla futura nuova regina Serenity. Ognuno di noi ha nel cuore una stella, in grado di dare la forza per raggiungere i propri sogni e i propri obiettivi. Perderne la luce vuol dire cedere al male, e dunque lasciar andare tutto ciò che c’è di buono in noi.

Quelli che Sailor Moon vuole lasciare, dunque, sono insegnamenti importanti, che trascendono il tempo e le generazioni. Quello che potrebbe essere un film per bambini riesce a diventare una storia senza tempo e senza età.

Lo ammettiamo senza troppi giri di parole: Sailor Moon Eternal ci è piaciuto. Forse in alcuni momenti ci siamo sentiti fuori posto, ma i messaggi che vuole mandare si applicano a ogni generazione. I più giovani imparano quanto sia importante credere in sé stessi e circondarsi di persone oneste e sinceri, mentre noi adulti possiamo fare un piccolo salto indietro nel tempo, quando sognavamo di trasformarci con mille piroette.

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