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Ragazzo divora universo – La Recensione della nuova miniserie Netflix con Travis Fimmel

Nella giornata di giovedì 11 gennaio, Netflix ha rilasciato sulla sua piattaforma Ragazzo divora universo, una peculiare miniserie dalle atmosfere indie che traspone su schermo l’omonimo e acclamato romanzo dell’autore australiano Trent Dalton, intitolato in originale Boy Swallows Universe. Composta da sette episodi di circa un’ora ciascuno, la serie, diretta dai registi Bharat Nalluri, Jocelyn Moorhouse e Kim Mordaunt e con la partecipazione di Travis Fimmel, Phoebe Tomkin e Simon Baker, racconta una storia di crescita e di formazione con grande delicatezza nonostante il difficile e degradato contesto entro la quale si ambienta ponendo il focus sul concetto di famiglia. La serie, tuttavia non è un semplice prodotto drammatico, ma un ibrido che vira sul genere crime senza tralasciare una sottile, ma al contempo significativa, dose di soprannaturale che dà al tutto un’atmosfera davvero particolare. Ma di cosa parla nel concreto questa miniserie? E, soprattutto, essa sarà riuscita a convincerci fino in fondo?

Per scoprirlo, vi lasciamo alla nostra recensione no spoiler di Ragazzo divora universo. Buona lettura!

ragazzo divora universo
Boy Swallows Universe (640×360)

Fai fuori tu il tempo prima che lo faccia lui

Iniziamo con il dire questo: Ragazzo divora universo non mancherà di qualche difetto, ma, almeno a parer nostro, va a costituire un prodotto davvero valido: una di quelle serie che, episodio dopo episodio porta lo spettatore a voler proseguire imperterrito la visione, curioso di scoprire cosa ne sarà dei suoi protagonisti e di come i vari tasselli che vengono a poco a poco presentati andranno a ricomporsi nel quadro delle cose. Nonostante un soggetto in apparenza non eccessivamente complesso, la trama della miniserie si rivela molto più complessa e articolata di quanto lo spettatore potrebbe credere sul momento.

Come abbiamo già detto, Ragazzo divora universo è una storia di formazione ambientata negli anni ’80: al centro di tutto troviamo infatti il piccolo Eli Bell, un ragazzo di tredici anni che vive nella periferia di Brisbane, una città australiana, insieme a sua madre, suo fratello maggiore e il loro patrigno. La famiglia del ragazzo non è sicuramente delle più tradizionali: sua madre Frances è una donna giovane e gentile che ha dovuto lottare contro la dipendenza da droghe, il suo patrigno Lyle è un ex spacciatore e suo fratello Gus, di quindici anni, non parla da quando di anni ne aveva solo otto e sembra avere la straordinaria doto di prevedere in maniera approssimativa frammenti di futuro. Nonostante il contesto degradato in cui vive, tra povertà e criminalità, la vita di Eli è tutto sommato molto felice: tutto quello che per lui più conta è di essere amato profondamente dalla propria famiglia, i cui membri farebbero tutto l’uno per l’altro, aggrappandosi alla speranza di potere un giorno scappare da quel mondo per ricominciare altrove.

L’infanzia di Eli tuttavia finisce quando Lyle, coinvolto nei loschi affari di spaccio, viene portato via da un famigerato criminale: il tragico evento dà il via a una sequenza di terribili conseguenze che cambieranno per sempre la vita di Eli e della sua famiglia e che lo proietteranno all’interno di dinamiche molto più pericolose e complesse di quanto avrebbe mai potuto pensare.

Ragazzo divora universo
Travis Fimmel (640×360)

Ragazzo divora universo: un po’ commedia, un po’ crime a sfondo malavitoso, un po’ dramma familiare, un po’ investigativo.

Aggiungiamoci poi un pizzico di elemento soprannaturale, dato dalla peculiare abilità di Gus e un misterioso telefono rosso che però ben si inseriscono al clima di realismo che permea la serie, e il gioco è fatto! Quel che otterrete è una storia dal buon ritmo e dalla trama appassionante e che intrattiene senza appesantire. Nonostante alcuni tragici eventi e alcune tematiche mostrate siano tutt’altro che leggere e scene crude e di forte impatto emotivo, la miniserie mantiene infatti sempre un’atmosfera che non si incupisce mai troppo, ma che porta a vedere il lato positivo delle cose anche nei momenti più tosti e difficili dal punto di vista psicologico grazie al punto di vista del suo protagonista, un ragazzino che, pur mantenendo in alcuni aspetti il suo lato infantile, dimostra grande carattere: tanta determinazione e impulsività, ma anche una saggezza e una maturità che poco si addice alla sua età anagrafica. Tale caratterizzazione, tuttavia, non pare mai forzata, quanto invece l’unica possibile se si pensa al contesto sociale e familiare con cui il protagonista ha dovuto fare i conti sin da bambino, tra episodi traumatici, violenza e dipendenze.

Ma a brillare per la propria caratterizzazione e approfondimento psicologico non è solo Eli: ognuno dei personaggi che accompagnano la sua storia si rivela come estremamente interessante e ben costruito, a partire dal patrigno Lyle, che rigetta i classici stereotipi dimostrando grande affetto e calore per i suoi figliastri, passando per il maturo e silenzioso Gus, fino al vicino di casa Slim. Ognuno dei personaggi della serie, anche quelli che risultano solo abbozzati e che non possono godere di ampio screentime, si rivela infatti fondamentale per il corretto proseguire della storia: non semplici comparse, ma vere e proprie pedine nelle mani degli sceneggiatori, che non solo non li dimenticano, ma che li utilizzano al punto giusto, rendendo in questo modo coesa una storia che, altrimenti, avrebbe corso il rischio di sembrare eccessivamente episodica.

Ragazzo divora universo
Ragazzi divora universo (640×360)

Personaggi apprezzabili per la loro caratterizzazione di base, ma anche per le loro evoluzioni e per le sorprese che regalano allo spettatore: soddisfazione, ma anche tanta, tanta commozione.

Nonostante gli intrighi a sfondo crime, ciò che più vi rimarrà impresso dalla visione di Ragazzo divora universo saranno i rapporti che legano i protagonisti: incrollabile affetto e devozione, sostegno e amore che li spingono ad andare avanti e a non crollare anche nei momenti più difficili, sentimenti che potrebbero i cuori anche dei più cinici. Se queste emozioni riescono a colpire così nel profondo, ciò si deve soprattutto alle ottime performance da parte della stragrande maggioranza del cast della serie, tra cui spiccano, a fianco degli esordienti, dei nomi molto noti. Accanto ai giovani Felix Cameron e Zac Burgess, che interpretano le due versioni di Eli, e di Lee Tiger Halley (Gus), troviamo infatti dei grandi e famosissimi attori di serie tv. La madre Frances è infatti interpretata in maniera ottima da Phoebe Tonkin, nota per essere stata la Cleo di H2O e Hayley Marshall in The Originals. Al suo fianco troviamo poi un grandissimo Travis Fimmel (Ragnar di Vikings), che, pur comparendo poco, regala una performance che non si dimentica. Intenso e davvero emozionante è poi il modo con cui Simon Baker, noto soprattutto per il suo ruolo da protagonista in The Mentalist, va a interpretare Robert, il padre alcolista dei due ragazzi.

Come dicevamo prima, tuttavia, nonostante i suoi grandi pregi, la serie non manca di certo di difetti: senza fare spoiler circa il finale della storia e la sua risoluzione, Boy Swallows Universe si articola idealmente in due parti, separate da uno iatus temporale. Questa divisione, seppur fedele al soggetto di partenza, probabilmente avrebbe potuto essere meglio gestita: lo stacco tra le due sezioni risulta forse un po’ troppo netto e sbilanciato. Gli ultimi due episodi, in particolare finiscono per essere percepiti come troppo rapidi rispetto a quanto visto fino a quel momento e cambiano forse un po’ troppo nel tono e ricadono in alcuni cliché che nella prima parte della storia si erano evitati, nonché in un paio di momenti forse un po’ troppo esagerati che potremmo definire “trash” e che non si inseriscono al meglio nel contesto.

Nonostante alcuni piccoli difetti, ci sentiamo in definitiva di promuovere a pieni voti Boy Swallows Universe, non solo per la solida sceneggiatura con cui va a raccontare il percorso di formazione del suo protagonista, ma anche per il viaggio che permette di compiere allo spettatore che, grazie a una regia dagli spunti interessanti e a una fotografia brillante, viene catapultato lontano, tra personaggi che rimangono impressi e scene dalla grande suggestività e potenza. Se cercate una serie dalla breve durata che punti dritto al cuore e regali ore di intrattenimento, non potete proprio non recuperare Ragazzo divora universo, disponibile solo su Netflix.

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