ATTENZIONE: questo articolo potrebbe contenere SPOILER su Prisma.
Immaginate di essere intrappolati in un corpo che non percepite interamente vostro, di gridare e invocare l’aiuto di qualcuno che però non riesce a sentire la vostra richiesta, perché è troppo occupato a lasciarsi ingannare dalle apparenze invece di ascoltare il rumore di ciò che scalpita per uscire. Immaginate di avere ogni giorno di fronte a voi lo Specchio delle Brame che mostri solo ciò che desiderate diventare, e immaginate poi di osservarvi in una qualunque altra superficie riflettente e di scoprire che in realtà non siete neanche lontanamente vicini alla figura a cui avete per molto tempo cercato di assomigliare. Non riuscite davvero a immaginare come ci si possa sentire? Allora, forse, Prisma può aprirvi un po’ gli occhi e guidarvi alla scoperta delle nuove generazioni e del mondo che queste desiderano costruire più di ogni altra cosa.
La nuova serie italiana Amazon Prime Video Original, ideata e creata da Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo per Amazon Studios e Cross Productions, ha fatto il suo debutto sulla piattaforma di streaming il 21 settembre 2022, in circa 200 paesi, e ha stupito il pubblico con la sua freschezza e la sua intraprendenza. I personaggi principali della serie sono Andrea e Marco Risorio (entrambi interpretati da un incredibile Mattia Carrano), ma la verità è che i protagonisti sono molti di più. Andrea, Marco, Carola (Chiara Bordi), Nina (Caterina Forza), Daniele (Lorenzo Zurzolo), Ilo (Matteo Scattaretico) e molti altri ragazzi e ragazze. Siamo di fronte a una serie corale che prende in prestito dalla vita vera le storie di alcune persone per restaurarne il ritratto, per rimuovere la polvere da ogni angolo e restituire a queste esperienze nuova luce e nuove sfumature. E queste sfumature sono presenti fin dalla prima inquadratura, dal primo all’ultimo episodio.
Dopo aver visto i primi due episodi in anteprima e avervi detto la nostra, abbiamo portato a termine la visione di Prisma e ci siamo chiesti: cos’è che ha reso questa serie così speciale rispetto ad altre serie italiane? Partiamo dal principio.
Ognuno degli 8 episodi che compone la serie ha un titolo che rimanda a uno dei colori dell’arcobaleno e ognuno di essi, infatti, si apre con un primo piano sul colore dominante dell’episodio. È chiara fin da subito l’importanza cromatica attribuita ad alcune scene all’interno delle singole puntate, che rinviano ancora una volta alle stesse tonalità. Si insiste sull’infinita gamma di colori che si può generare dalla luce riflessa, proprio perché infinite sono anche le sfaccettature di ogni essere umano. Grazie a una fotografia luminosa, colorata e attenta ai dettagli, la serie di Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo (già creatori di SKAM Italia) affronta tematiche attuali e delicate come la scoperta della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale, ma anche tematiche come la quotidianità di chi ha una disabilità, la necessità di fuga da una provincia che va stretta il più delle volte, l’inevitabile fluidità delle persone e dei rapporti che queste intrecciano fra di loro.
Prisma è una serie televisiva che, come anche altre serie italiane per i giovani, parla di crescita e di trasformazione interiore, di scoperta e di esplorazione di sé, ma lo fa con originalità. Un romanzo di formazione in cui hanno un significato ben preciso anche i lunghi silenzi, dove l’unico suono a rimbombare è quello delle dita sulla tastiera di uno smartphone. Raccontando le ultime generazioni di giovani, anche il ruolo occupato dai social è predominante, come lo è stato in parte già per SKAM. Non c’è una vera e propria trama, un vero e proprio obiettivo da raggiungere. Qui è la realtà che scalpita per essere rappresentata sullo schermo. Sono stati l’esigenza di combattere contro le imposizioni e i limiti di una società nata vecchia, quella di liberarsi delle pressioni che tali limiti inevitabilmente hanno comportato e quella di dare voce a chi una voce non l’ha avuta per molto tempo che hanno spinto Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo a creare una storia potente come questa.
Una storia in cui realtà e finzione si intrecciano e si fondono tra loro; una storia in cui l’esperienza di Giovanna Cristina Vivinetto, con il suo percorso di transizione e il confronto perenne con la vita e il corpo del fratello gemello diventasse quella di Andrea e Marco. Uno alla ricerca di un modo per trovare un equilibrio tra la propria parte femminile e la propria parte maschile, l’altro desideroso di essere apprezzato da quella società che per anni lo ha considerato invisibile.
In entrambi i casi domina il desiderio di essere visti per ciò che si è realmente, senza doversi nascondere e senza provare a diventare qualcun altro.
Per quanto azzardata, la scelta di Mattia Carrano come interprete di entrambi i gemelli si è rivelata alla fine felice e apprezzata. Il giovane attore emergente ha saputo, dal primo all’ultimo episodio, restituire agli spettatori i punti di vista di tutti e due, risultando vero ed estremamente credibile con l’interpretazione del loro bisogno di distacco l’uno dall’altro, della necessità di ciascuno di esplorare la propria individualità. Allo stesso modo, anche il resto del giovanissimo cast è stato in grado di scivolare con naturalezza all’interno di ruoli che sembravano essergli stati cuciti addosso. Vale per Lorenzo Zurzolo nei panni di un sensibile Daniele, ma anche per Chiara Bordi con la sua determinata Carola e per Caterina Forza con la sua prorompente Nina. E se i protagonisti della serie di Amazon Prime Video sono così adatti a raccontare queste storie, a parlare in Prisma sono anche i luoghi e le ambientazioni in cui queste si svolgono.
Latina, Sabaudia, Sermoneta, i bellissimi e incantevoli Giardini di Ninfa. Ogni location utilizzata grida di sé e delle sue tradizioni ma anche dei personaggi che lì sono nati per poi riuscire a volare via (come Tiziano Ferro, omaggiato con una delle sue canzoni più famose). Ogni luogo smania per essere raccontato attraverso miti, realtà storica e attualità. Perché i riferimenti alla Pianura Pontina e alle sue principali città sono essenziali come background storico per poter comprendere le difficoltà di vivere in una provincia dal retaggio culturale così pesante. Le terre nate con il fascismo e, quindi la provincia che inghiotte e strozza, sono infatti messe a confronto con la grandezza e la libertà offerte da una metropoli come Roma e dai suoi luoghi simbolo di apertura e tolleranza per i giovani. Le scene ambientate a San Lorenzo, al Qube con la serata gay del Muccassassina. I locali che sono il cuore della movida romana, i personaggi e gli influencer che fanno parte della comunità LGBTQIA+, ma anche i servizi di help line che hanno l’importante compito di non far mai sentire nessuno da solo.
Ogni cosa in Prisma strizza l’occhio alle nuove generazioni e al loro desiderio di poter essere sé stessi senza l’obbligo di sentirsi marchiati da un’etichetta.
La serie di Amazon Prime Video ha saputo trattare con delicatezza e senza la minima traccia di volgarità, la paura dell’esclusione e il terrore di fare coming out con la propria famiglia e i propri amici. Ha saputo normalizzare la disabilità e la fluidità di genere. Ha saputo unire l’importanza sociale di avere punti di riferimento per la comunità LGBTQIA+ alla valorizzazione del territorio italiano e di alcune delle sue zone dalla storia estremamente recente. È stata in grado di regalare al pubblico una sensazione di familiarità e di intimità uniche in così poche puntate e di sdrammatizzare le scene più dure con quella punta di ironia che fa sempre bene al cuore.
Il prodotto di Ludovico Bessegato e Alice Urciuolo ci ha restituito atmosfere dolci, morbide, sognanti eppure al tempo stesso realistiche. Ha incantato con un finale di stagione elegante e intenso, mantenendo alto il livello delle prime due puntate viste in anteprima, introducendo nuovi spunti narrativi e dando margine di approfondimento per la prossima o le prossime stagioni. Forse non si può inserire tra le migliori serie tv originali di Amazon Prime Video o tra le migliori serie italiane di sempre, ma senza ombra di dubbio non ha nulla da invidiare a qualsiasi altro teen drama statunitense. Anzi, questo sincero e autentico racconto di formazione potrebbe rivelarsi estremamente competitivo anche a livello internazionale. Non vediamo l’ora di scoprire se gli Amazon Studios e Cross Productions regaleranno agli spettatori un’altra bellissima stagione.