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Only Murders in the Building 2×08 –Blackout e nuove teorie

**Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in SPOILER sull’ottava puntata di Only Murders in the Building, la mistery-comedy su Disney+**

Detective Kreps, cosa ci nascondi? La settimana scorsa lo abbiamo detto (qui trovate la recensione del settimo episodio di Only Murders in the Building) ed ecco che a due passi dal finale di stagione spuntano nuovi indizi, altre piste, depistaggi e nuovi sospettati. Diretta da Chris Teague e scritta da Madeleine George, l’ottava puntata della mystery-comedy di Steve Martin e John Hoffman, rilasciata su Disney+ il 9 agosto, è una deliziosa e tortuosa parentesi piena di dettagli nascosti, umoristica e noir, cupa e demenziale che non vorremmo finisse mai. Di nuovo, in soli trenta minuti, trovano spazio un ilare momento musicale con una rivisitazione in chiave jodel (di cui non avevamo bisogno, ma che abbiamo adorato) di The Sound Of Silence, la nascita di una possibile storia d’amore all’Arconia e una serie di dettagli importantissimi. Come suggerisce il titolo dell’ottavo episodio, l’intera New York è bloccata a causa di un blackout improvviso. L’ambientazione oscura, le preoccupazioni e la suspense dominano la scena, ma è il black humor a far brillare l’episodio. Abbiamo adorato ogni battuta affilata, dalle considerazioni su quanto un serial killer riesca a unire i newyorkesi fino a quelle sulla fine della civiltà. La migliore citazione della settimana però appartiene a lui, Charles-Haden Savage:

C’è una linea sottile tra civiltà e caos, e quella linea è l’elettricità.

Only Murders in the Building, 2×08

Ma c’è di peggio che non poter prendere l’ascensore oppure non poter mettere in frigo dieci barattoli di salsa. Ovvero una losca figura, forse l’assassino di Bunny, che fa irruzione nell’appartamento di Charles dove Lucy, da sola e al buio, aspetta il suo patrigno. L’ottavo episodio riparte quindi dove ci aveva lasciato quello della scorsa settimana. Siamo alla tavola calda. Il trio siede a pochi metri dal tavolo dei superfan del loro podcast, i quali discutono animosamente delle loro teorie. In particolare c’è Marv, il quale è convinto che l’assassino sia collegato al Sixth Avenue Slasher. I tre, però, non hanno tempo per ascoltarlo: la telefonata tra Charles e la figliastra, quella che era stata interrotta nel finale della scorsa puntata, non fa presagire nulla di buono. Lucy (Zoe Colletti) potrebbe essere in pericolo.

Detective Kreps, sei davvero tu l’uomo brillantino?

Only Murders in the Building

Dopo trenta minuti di sali e scendi emozionali, Hello, Darkness termina con un dettaglio inquietante. Il Detective Kreps (Michael Rapaport) è già inquietante di per sé (interrogare le ragazzine sarebbe la “mia parte preferita del lavoro”? Cosa?!), ma con i glitter sul collo fa ancora più paura. Sarà davvero lui l’uomo incappucciato nonché il presunto assassino di Bunny? Purtroppo non abbiamo molte prove per incolparlo, se non le nostre sensazioni, il fatto che fosse lì e quell’enormità di brillantini sul collo. Eppure, arrivati alla seconda stagione di Only Murders in the Building, non possiamo lasciarci ingannare così, da una manciata di plastica luccicante che potrebbe essere finita sul collo del detective per delle ragioni astruse, ma convincenti, che solo gli autori dello show saprebbero inventare. Con buone probabilità – diciamo al 99,97% – il finale di stagione si rivelerà l’ennesimo, meraviglioso, depistaggio. Lo sentiamo vibrare in lontananza: il plot twist sta arrivando! E probabilmente il Detective Kreps si rivelerà solo un burocrate annoiato da cui stare a debita distanza.

Mancano due puntate al finale e ci sono ancora troppi nodi da sbrogliare. Se solo non ne intrecciassero di nuovi a ogni puntata! In questa stagione pare che gli sceneggiatori abbiano scritto ogni episodio mentre correvano sul tapis roulant. E più aumentano la velocità, più aggiungono punti di vista e sottotrame, più ci divertiamo. Non vediamo l’ora di vedere dove ci porterà questa pila di piatti rotanti che gira sempre più veloce. L’assassino potrebbe essere ancora connesso al dipinto di Rose Cooper, ad Alice, a Nina, a Howard e addirittura ad Amy Schumer. Di questo passo, l’assassino potremmo essere noi spettatori! Andando per esclusione, però, durante il blackout, Nina e Howard erano coinvolti in tutt’altre faccende. Howard si è finalmente buttato con la sua nuova cotta, il cantante di Broadway Jonathan, per il quale è disposto anche a sacrificare il suo gatto, mentre Nina ha costretto il portiere, Lester (Teddy Couca), a salire 14 piani a piedi per consegnarle un pacco di cui poteva fare a meno per qualche ora. Un elemento nuovo che abbiamo acquisito da questa nuova avventura, però, è che l’assassino potrebbe soffrire di una qualche allergia. Alla parola “starnuto” abbiamo subito pensato a Jonathan, ma sappiamo che la soluzione non sarà mai così facile.

Howard Morris, la scena è tua.

Only Murders in the Building 2x08

Questa volta è Marv a guidarci con la sua voce lungo l’episodio. I continui cambi di narratori fuori campo sono un escamotage oculato che dona profondità alle prospettive secondarie, che si fondono con quelle di Charles, Oliver e Mabel in modi non convenzionali ed emozionanti. L’Arconia non smetterà mai di stupirci: stagione dopo stagione Only Murders in the Building dona agli oggetti inanimati dei significati metaforici sempre più interessanti. E pensare che il tour claustrofobico nei cunicoli sarebbe potuto non accadere se solo Lucy avesse chiuso la porta dietro di lei. Mentre Mabel, Lucy, Charles e Oliver sono persi negli Arcatacombs (che diventano sempre più frequentati manco ci fosse un convegno in corso), un personaggio spesso bistrattato, proprio come lo era Bunny, trova il tempo per rivelarsi. Dopo tanti bellissimi focus, è arrivato il turno di scoprire qualcosa su Howard Morris (Michael Cyril Creighton), l’inquilino dell’appartamento 3C dell’Arconia. Un uomo buono, insicuro, che non riuscirebbe a ferire nessuno.

Selena Gomez

Come se la sottotrama romantica nel 3C non bastasse, l’ottavo episodio riesce a trovare il tempo per stupirci con un nuovo punto di vista su Nina e sul portiere dell’Arconia (coinvolti in un confronto toccante) e sul fido Marv, il superfan più superfan del trio. I suoi compagni vorrebbero lasciarsi quella parentesi alle spalle perché hanno perso la fiducia nei loro investigatori dilettanti preferiti. Tutti tranne Marv, la cui dedizione è commuovente. Oppure anche lui nasconde qualcosa, che magari ha a che fare con il suo lavoro da ispettore della muffa? Cosa sa degli Arcatcomb? Voleva veramente proteggere Lucy dall’accoltellatore della 6° strada oppure sta cercando solo un’occasione per rimediare un’ospitata nella prossima putata del podcast? Mancano solo due puntate e sappiamo meno di quanto sapessimo all’inizio. Siamo più impazienti di Oliver che ha ricevuto i risultati del test del DNA, ma non trova un secondo per consultarli.

Insomma un episodio carico di tensione. Intenso sotto ogni punto di vita, da quello psicologico ed emozionale (pensiamo alla scena musicale, all’acustica dell’Arconia e alle luci che si affievoliscono lentamente nell’oscurità), thriller, drammatico (il senso di colpa di Lester) e sentimentale (cosa c’è di più romantico di un “allergico mortalmente ai gatti” che ci invita a non rinunciare al nostro gatto?). E ancora una volta, tutto condensato in 30 minuti di episodio scanditi da un ritmo frenetico, ma sempre elegante. No, non ci stancheremo mai di sottolinearlo.

Il penultimo e nono episodio di Only Murders in the Building ci aspetta in streaming su Dinsey+ il prossimo martedì 16 agosto per una puntata che – scommettiamo – metterà a soqquadro la situazione.

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