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Morbius – La Recensione: il vampiro vivente, il film delirante

Il personaggio di Michael Morbius appare per la prima volta nel 1971 dalle penne e matite di Roy Thomas e Gil Kane. Il suo debutto avviene in “The Amazing Spider-Man” #101 come unico vampiro vivente dell’universo Marvel Comics (qui abbiamo parlato dei supereroi non ancora canonici nell’MCU). Nel corso degli anni le sue apparizioni sono state molteplici, tra diverse saghe e crossover, offrendo così ai lettori l’occasione per farsi conoscere nelle sue tante, complesse sfaccettature. Il dottor Michael Morbius è un eminente biochimico affetto da una rara malattia del sangue che lo affligge fin da bambino. Nella sua disperata ricerca di una cura, Morbius sperimenta un trattamento basato sul DNA di pipistrello, che finisce per trasformarlo in un vampiro.

La trasformazione è repentina e inesorabile rendendolo un essere dalla forza sovraumana e dalle caratteristiche molto simili a quelle di un pipistrello. Le prime apparizioni del personaggio nei fumetti lo vedono principalmente porsi come uno dei diversi antagonisti di Spider-Man. Tuttavia, nel corso delle prime vere storie stand-alone, emerge una maggiore complessità del personaggio.

Morbius si ritrova spesso a lottare contro il proprio istinto vampiresco mettendo a bada gli impulsi più animali e brutali provocati dalla trasformazione.

Caratteristica ripresa anche nelle trasposizione animate in onda negli anni Novanta. Una delle più significative è stata la serie “Morbius, The Living Vampire” del 1992, che si è parecchio soffermata sui temi della redenzione e dell’umanità. Anche in quel caso, infatti, Morbius è un villain atipico e ambiguo, un po’ come Lizard o il dottor Octopus. Il suo cammino è tra le tenebre ma non si perde mai del tutto. Proprio questo conflitto interiore lo ha reso un personaggio intrigante, moralmente ambiguo e solitario. Nel corso degli anni, ha subito numerose evoluzioni sia fisiche che emotive diventando una figura più sfaccettata, con diversi momenti di eroismo e persino vulnerabilità.

Ma quindi il Morbius targato Sony funziona oppure no?

Morbius (640x360)
Jared Leto

Dopo Venom e prima di Madame Web (qui la nostra recensione), la Sony Pictures continua insistentemente a provare a dar vita al proprio universo espanso con un altro personaggio altamente interessante ma gestito nel peggiore dei modi. Senza tanti giri di parole arriviamo così subito al dunque di questa recensione del film che potete trovare qui su Prime Video. Morbius sarebbe potuto essere una grande pellicola sui supereroi. Un misto tra genere horror, avventura e fantasy spingendosi così in territori decisamente più grigi rispetto ai film moralmente netti di casa Marvel.

Da grandi potenzialità derivano anche grandi responsabilità o giù di lì. Il risultato finale di Morbius, a conti fatti, non è né horror, né avventura, né fantasy ma un insieme confuso di scene montate malissimo, narrazione monocorde e interpretazioni rigide. L’unico a salvarsi davvero da questo scempio è il “Dottore” Matt Smith che, non a caso, ha deciso di eliminare mentalmente dal proprio curriculum la partecipazione al progetto.

Siamo dalle parti della mediocrità ma non è tutta colpa del film in sé sia chiaro.

Sicuramente l’uscita posticipata a più di un anno dalla programmazione originale e i continui rimaneggiamenti in post-produzione non hanno per niente aiutato. Rimaneggiamenti, tra l’altro, visibilissimi che vedono il prodotto finale preso a colpi di accetta in sala montaggio. Ci sono sequenze unite tra loro con lo sputo. Un prologo interessante seguito da uno sviluppo frettoloso in cui i personaggi agiscono seguendo percorsi mentali che non sono mai esplicitati allo spettatore. Il finale è assolutamente dimenticabile, con una risoluzione banalissima che non ci porta mai davvero a temere per il nostro protagonista né tantomeno a desiderare per lui un lieto fine. La possibilità di un seguito a questo primo capitolo, almeno come ci viene fatto intuire nei titoli di coda, alimenta i nostri peggior incubi e non le nostre speranze.

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS.

Jared Leto ci riprova. Dopo il Joker di Suicide Squad torna di nuovo ad adattare un personaggio fumettistico ma i risultati sono altrettanto deprimenti. Il che non è una critica rivolta al povero Jared che, come attore ha dimostrato di possedere diversi assi nella manica. Sia nei panni del villain dalla risata stridula che in quelli dello scienziato neo-vampiro, Leto non convince per nulla forse prendendo un po’ troppo alla lettera i rispettivi ruoli. Il suo Morbius non ci trasmette la benché minima forma di empatia tanto che simpatizziamo molto di più per il Milo di Matt Smith, attore dal carisma e dalla bravura indiscutibile che sarebbe in grado di dare dignità anche al cespuglio della recita scolastica.

Morbius (640x360)
Matt Smith

Proprio il rapporto tra Morbius e Milo è uno dei diversi elementi toppati del film. Quello che doveva essere il fulcro della narrazione funge solo da incipit perdendosi poi in una caotica serie di eventi. Dalla ricerca di una cura alla trasformazione del dottor Michael al desiderio di potere di Milo, ci si perde in azioni portate avanti senza una reale motivazione. Il bel rapporto fraterno che poteva dare umanità e sentimento al film né diventa quasi una scomoda appendice.

Altro punto decisamente sprecato della pellicola è il vampirismo.

Per la prima volta dai tempi di Blade, i vampiri supereroistici sono tornati al cinema. Visti i risultati era meglio che rimanessero sulla carta stampata. Una delle creature per eccellenza del folklore di qualsivoglia cultura, esplorato e narrato in ogni modo possibile fa il suo debutto anche nel mondo fumettistico. Morbius è, di fatto, un vampiro. Le sue abilità lo rendono un avversario temibile e uno degli antagonisti più acerrimi di Spiderman. Purtroppo Morbius si limita a grattare la superficie delle potenzialità del tema usandolo, anche in questo caso, come espediente narrativo per portare avanti la storia ma nulla più. Il vampirismo di Morbius si mostra nelle scene action, nei combattimenti ma non né viene mai esplorata la complessità e le ripercussioni morali e psicologiche dell’uomo dietro i canini aguzzi.

Amicizia, quest, morale e persino romanticismo. Tutto quello che viene presentato nella prima parte del film viene interamente messo da parte nella seconda. Viene dunque da chiedersi; perché? Se tutto risulta alla fine irrilevante che senso ha sottolinearlo così tanto all’inizio della pellicola. Il personaggio di Michael/Morbius viene appiattito così come le sue relazioni con gli altri personaggi. Un film tagliuzzato qui e là e si vede. La sceneggiatura è profonda quanto una pozza d’acqua con l’aggiunta di un umorismo che stride con il vibe generale della pellicola. O almeno quello che avrebbe dovuto avere. Horror si ma per tutti i motivi sbagliati. E a proposito di horror, vi lasciamo qui 8 film horror che non hanno avuto l’attenzione meritata.