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I Soprano dice di noi italiani molto di più di quanto non facciano alcune serie italiane

Nel 2002 I Soprano venivano inseriti al quinto posto nella lista dei 50 migliori spettacoli televisivi di tutti i tempi: questa lista è stata stilata da TV Guide, rivista di programmazione televisiva molto influente negli U.S.A. In questa classifica gli show televisivi vengono inseriti in base a vari parametri: la loro influenza nella cultura pop, il loro seguito televisivo, la qualità del loro intrattenimento. È proprio la portata dell’influenza che I Soprano hanno avuto nella cultura americana ad averli fatti entrare in una classifica così importante. Insomma, questa serie ha avuto un grande successo negli Stati Uniti ed è considerata a ragione una delle migliori di tutti i tempi, ma indovinate? I Soprano, in Italia, non hanno un decimo della risonanza che hanno avuto negli U.S.A. Mi sono chiesta il motivo di tutto questo e, cercando una risposta, ho notato alcune cose interessanti. Più interessanti di quello che ho visto finora in alcune serie tv italiane mainstream.

Pizza, mafia e… mamma

I Soprano

È divertente come ne I Soprano spuntino come funghi molti luoghi comuni sugli italiani. Non sto parlando solo del fare gesti con le mani o avere catene d’oro al collo che spuntano tra i peli sul petto; i luoghi comuni di cui parlo sono caratteristiche comportamentali dei personaggi. Eccone alcuni: quasi sempre, quando vediamo qualcuno che entra in casa Soprano, gli viene offerto del cibo. Addirittura, in un episodio in cui Anthony fa visita alla madre Livia, appena entrato in casa lei gli offre delle melanzane. Lui rifiuta più volte dicendo che ha già pranzato, ma la madre lo ignora e alla fine, dopo varie insistenze, Anthony mangia le benedette melanzane. È curioso poi notare come ogni volta che si menzioni il padre defunto di Anthony il suo nome venga puntualmente accompagnato da espressioni tipo “era un sant’uomo”. Insomma, ne I Soprano i defunti della famiglia sono tutti santi, nonostante in vita non lo fossero affatto. Alcune di queste caratteristiche, diciamolo, rispecchiano una parte di cultura italiana: non ho ricordi di essere entrata in casa di mia nonna senza che lei mi offrisse da mangiare, o di aver sentito discorsi malevoli su parenti defunti. Se ci facciamo caso, queste peculiarità vengono di rado riportate nelle serie tv italiane. Sto pensando a I Cesaroni, oppure a Un Medico in Famiglia, dove comportamenti del genere quasi mai caratterizzano i personaggi.

Altro luogo comune, meno banale e più profondo di questi ultimi, è che la mamma è sempre la mamma.

Anthony, il protagonista, inizia una terapia psicologica per vari motivi, tra cui il rapporto controverso con sua madre Livia. Lei è stata una madre amorevole ma dispotica, una donna “tutta d’un pezzo” la cui influenza matriarcale permane negli affari di famiglia. Tony, nel suo subconscio, riconosce la gerarchia di Livia e si comporta come un buon figlio con una madre fredda e spesso intrattabile: la va a trovare, le chiede consiglio, le porta dolcetti. La figura di Livia è ancora un grande riferimento per Tony, nel bene e nel male. E quando la vecchiaia di questa donna si fa sentire e Tony le suggerisce che forse sarebbe meglio un’ospizio per lei, in Livia riaffiora quell’orgoglio e quella cocciutaggine (tipica italiana) di chi vuole arrangiarsi da sola e non vuole aiuto. Non sarà facile, ma alla fine Tony riuscirà a convincerla. Nonostante non sia un personaggio principale, nella trama l’influenza di Livia è palpabile e potente: al contrario, nelle serie tv italiane più conosciute, la madre “anziana” è per la maggior parte una figura che emana conforto, dolcezza e protezione. Il contrario di Livia insomma. Per questo “la mamma è sempre la mamma”, perché Tony cercherà sempre la sua approvazione e il suo compiacimento, e ciò assomiglia di più alle dinamiche della famiglia italiana media dove la madre ha ben più potere.

Parenti serpenti

I Soprano

Come lo è il rapporto di Anthony con sua madre, anche il rapporto con la famiglia è un tema centrale de I Soprano. Si potrebbe riassumerlo banalmente con l’espressione “parenti serpenti” ma non è solo questo. Nella famiglia de I Soprano assistiamo a molti scontri, giochi di potere, problemi relazionali. Oltre a quello con sua madre, Tony ha dei problemi di coppia con Carmela, sua moglie. Sono sposati da parecchio, la fiamma della passione è scemata e Tony ha un’amante che vede regolarmente. Questo mi ha colpito: nella prima stagione si vede subito che Tony ha una relazione extraconiugale, e questo tradimento non viene minimamente “giustificato” o motivato dai suoi problemi di coppia con Carmela o da altri motivi. Anthony Soprano ha un’amante fissa, come è giusto e normale che sia, e non ci poniamo problemi di fedeltà al riguardo e nemmeno lo valutiamo negativamente. Carmela stessa lo sa e dice di non essere particolarmente ferita da ciò perché sa di essere “migliore di tutte loro” (riferito alle amanti). Sembra quasi che lo status quo di uomo alpha, italiano e mafioso presupponga avere un amante, e allo stesso modo questo non lo caratterizza assolutamente come un cattivo personaggio. Tony ama Carmela, e assieme formano una bella famiglia felice (nonostante le difficoltà), cosa che è molto più importante di avere un’amante.

La famiglia, nonostante (quasi) tutto

I Soprano

È qui che si snocciola un tema importantissimo per la serie, che è anche un valore profondo nella cultura italiana: l’importanza della famiglia, che ne I Soprano è intesa non solo come nucleo familiare, ma anche come l’insieme dei soci nell’organizzazione mafiosa. Nei telefilm italiani la famiglia è presente, sì, ma in modo abbastanza monotematico e accompagnato da un lieto fine costante: è importante per le radici, per cenare tutti assieme attorno alla stessa tavola e per riabbracciarsi dopo ogni difficoltà. Ne I Soprano invece questo tema è estremamente sfaccettato e sfaccettati sono anche i loro conflitti interni.

Le dinamiche di questi conflitti sono più profonde, più simili ai reali scontri delle famiglie moderne rispetto a quelli rappresentati nella fiction italiane.

Ci sono due cose da dire, fondamentali, su come viene dipinto questo tema ne I Soprano. La prima è questa: la famiglia sarà sempre la famiglia, e per il bene della famiglia si fa qualsiasi cosa. I legami di sangue sono gli unici legami veri e indissolubili. E questo ci viene mostrato tutte le volte che Tony, dopo aver tradito ripetutamente la moglie, torna a casa da lei e ne è felice, la ama e stanno bene insieme: nulla è importante come sua moglie, fedeltà a parte. Inversamente, quando Tony scopre che in circolazione c’è ancora un uomo precedentemente affiliato alla organizzazione, ma che poi si è pentito, lo uccide con le sue mani. Di nuovo, nell’ottica narrativa dei Soprano risulta che Tony abbia fatto semplicemente ciò che andava fatto relativamente a quelle che sono le regole distorte del suo mondo, e non per questo sia fino in fondo un vero “cattivo”.

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La seconda invece è la seguente, e può apparire in contraddizione con la prima: la famiglia è la famiglia, nonostante tutto… o quasi. La famiglia è la famiglia nonostante le attività legali o illegali che vi si possano svolgere. La famiglia è tale nonostante i tradimenti, gli adulteri e i segreti che vi si nascondano.

La famiglia è “intoccabile”… fino a quando non subentrano interessi più grandi e lotte di potere.

Questo lo vediamo tra la prima e la seconda stagione, quando Junior, zio di Tony, che fin a quel momento era il boss mafioso di riferimento, inizia un lotta di potere con Tony fino a pianificarne l’omicidio. Insomma, quando subentrano interessi più grandi il legame familiare va a farsi benedire. Queste dinamiche purtroppo caratterizzano da tempo immemore le lotte tra famiglie mafiose che l’Italia ha vissuto.

Il modo sfaccettato in cui ci vengono presentati tutti questi temi è la chiave del successo de I Soprano. I rapporti tra i personaggi hanno moltissime chiavi di lettura, e sono tenuti in piedi da equilibri complicati. È questo forse che ha fatto sì che negli U.S.A. I Soprano avessero così tanto seguito? Se questo è vero, allora è lo stesso motivo per il quale in Italia sono stati quasi snobbati. Perché le dinamiche familiari de I Soprano non sono quelle della famigliola felice, sono più profondi e cupi e implicano una riflessione. È chiaro che I Soprano non sono la classica serie luogo comune sugli italiani, e che allo stesso modo non rispecchiano la società italiana, ma vero è che indagano molto a fondo andando ben al di là delle dinamiche criminali, più a fondo di molti telefilm nati in Italia. E questo al nostro popolo forse ha dato un po’ fastidio, perché si è visto rappresentato così, nudo e crudo, davanti all’America intera.

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